L’esistenza di un numero crescente di persone, in molti paesi del mondo, è intollerabile e tanti scelgono di suicidarsi. Altri mandano migliaia di uomini in guerra. Intanto c’è chi protesta con atti disperati e dolorosi. Questo è il tempo terrificante, tra gli altri, di Leonid Zakutenko e Aaron Bushnell
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Un reporter della BBC si è recato in Ucraina per intervistare un tizio che si chiama Zakutenko. Come si può vedere dall’articolo Poison seller tied to suicide forum tracked down by BBC, questo tizio è accusato dall’emittente inglese di vendere, a chiunque ne faccia richiesta, un veleno che uccide istantaneamente senza dolore.
Sembra che almeno 130 cittadini britannici abbiano posto termine alla loro disgraziata esistenza grazie alla sostanza spedita dall’Ucraina dal signor Zakutenko.
Non so se quel che dice BBC sia vero, ma suppongo che lo sia. Non so se Zakutenko verrà a questo punto perseguito dalla legge, né se gli impediranno di spedire il veleno a chi ne fa richiesta.
Però mi permetto di ragionare sull’episodio.
Anzitutto osservo che i centotrenta inglesi che (secondo la BBC) si sono rivolti a questo avvelenatore, hanno preferito una morte indolore a un’esistenza intollerabile, come è l’esistenza di un numero crescente di persone, soprattutto in quel paese orrendo che si chiama Inghilterra, che da decenni vive nelle condizioni del nazismo neo-liberale.
Il veleno desiderato viene dall’Ucraina, e questo dettaglio per quanto casuale non va trascurato, e mi porta a una seconda considerazione: decine di migliaia di giovani ucraini (più realisticamente centinaia di migliaia di giovani ucraini) sono morti in una guerra provocata, fra gli altri, dall’inglese Boris Johnson, che ha contribuito a spingere l’Ucraina nell’abisso di una guerra che ha portato morte miseria distruzione e sconfitta.
Zelenskyy dice che i morti ucraini sono trentunomila. Non credo una parola di quel che dice questo figuro, ma se anche fosse vero, debbo concluderne che Boris Johnson (insieme a Vladimir Putin e a Volodymir Zelenskyy) sono responsabili della morte di trentunomila innocenti ucraini che avrebbero voluto vivere, mentre Zakutenko viene accusato dalla BBC di avere aiutato 130 britannici a morire secondo il loro esplicito desiderio.
E adesso dalla Zeta di Zakutenko e Zelenskyy risaliamo verso l’A di Aaron.
Chi è questo Aaron Bushnell che possiamo vedere in un filmato mentre cammina spedito verso il cancello dell’ambasciata israeliana, poi si versa della benzina sulla testa e infine si dà fuoco?
Bushnell, che nelle foto ha il sorriso di un bambino ingenuo, nato in Massachusetts venticinque anni fa, era un militare dell’US Air Force. Ha prestato servizio nel reparto 531 dell’Intelligence Support Squadron, come addetto allo sviluppo della tecnologia di informazione.
Il 25 febbraio Aaron ha deciso di immolarsi dopo aver depositato la telecamera per terra di fronte a sé. La scena è agghiacciante. Dietro un cancello sventola la bandiera bianca e celeste con la stella di Davide (simbolo che nell’inconscio planetario è assimilato inseparabilmente alla svastica hitleriana, e sempre lo sarà). Pochi secondi dopo Aaron urla, si contorce, poi cade a terra mentre due individui escono dall’edificio: uno lancia un liquido dall’inutile estintore, l’altro punta la pistola sulla torcia umana, a riprova di illimitata disumanità.
Prima di darsi fuoco Aaron aveva detto: “Sono un membro attivo del’Aviazione degli Stati Uniti, e non voglio essere complice di un genocidio. Sto per compiere un atto estremo di protesta. Paragonato con quello che la popolazione sta subendo in Palestina per mano dei colonialisti non si tratta affatto di un atto estremo. Questo è quel che la classe dominante ha deciso che d’ora in avanti sarà la normalità”.
La parola suicidio indica atti che possono avere un significato diverso: talvolta si tratta della scelta consapevole di porre fine a una vita intollerabile, talaltra è un atto di accusa. Nel caso di Aaron direi che le due motivazioni coesistono perfettamente. La sua vita era intollerabile da quando si è reso conto di essere al servizio di un genocidio. E il suo atto è la protesta più disperata e dolorosa.
Un giovane Uomo che merita un rispetto, una comprensione e una ammirazione infiniti.
Deve restare vivo nella memoria della storia.
Mi ha colpito la frase orribile paese Inghilterra e nazismo neo liberale, sono d’accordo e ahimè questo nazismo sta soffocando anche noi. Ma c’è qualche articolo su Comune che approfondisca questo tema? Inghilterra oggi, nazismo neoliberale^
… come è possibile che io
debba leggere questa notizia su Comune. Dovrebbe occupare immediatamente le prime pagine mediatiche. O sono io un ingenuo fanciullo di 81 anni che si aspetta dal potere mediatico l’informazione indipendente? Semplicemente dai media di sinistra una notizia come questa avrei dovuto averla. Saperla da loro. O no?
Non c’è dubbio, le responsabilità dei grandi media per il momento terrificante che viviamo sono gigantesche. Tuttavia, c’è una “buona notizia”: l’informazione non è la base del pensiero, non pensiamo con le informazioni ma con le idee. E le idee vengono dalle esperienze, per questo sono sempre state ritenute pericolose dal sistema che domina. Su questi temi, qui un ottimo articolo di Raul Zibechi: https://comune-info.net/non-pensiamo-con-le-informazioni/