In luglio si terrà in Italia la conferenza mondiale dell’Organizzazione mondiale età prescolare. Sappiamo immaginare un mondo senza guerre?
Infanzia tra guerre e pollutoma
Come possiamo in questo tempo aprire spazi di speranza con i bambini?
Un’inversione di tendenza per la partecipazione
I comuni sono sempre chiamati a promuovere processi partecipati
Scintille di dimensione collettiva
Cosa facilita la creazione di comunità e la capacità di tessere reti di vicinanza?
Educare al territorio
Vent’anni con il Centro Educazione Ambientale del Municipio V di Roma
Ci manca l’aria
“Riscaldamento globale e Biodiversità. Le nuove sfide”: mostra fotografica
Cultura, comunità, educazione
Abbiamo bisogno di mettere al centro diritto a vivere bene e partecipazione
Le negazione dell’altro
L’esclusione dell’altro comincia dalla nostra relazione con l’infanzia
Ambiente, infanzia e territori
La relazione tra educazione e qualità dell’ambiente resta un tema scomodo
Portarli lontano da ogni guerra
Con i suoi orrori, ogni guerra nega a tutti i bambini il loro diritto fondamentale: il diritto a vivere. La guerra è la massima espressione di quanto siamo brutalmente anestetizzati verso l’infanzia, malgrado la retorica sui diritti. Per ripudiare la guerra e per creare mondi nuovi, qui e ora, dovremmo cominciare dal portare bambini e bambine lontani da ogni guerra. Tanti territori e scuole in queste settimane hanno iniziato ad accogliere bambini in fuga dall’Ucraina
Dignità dell’infanzia
È tempo di restituire centralità all’educazione e alla cura dell’infanzia
Una nuova cultura dell’infanzia
Per costruire comunità educanti possiamo attingere anche dal passato
Dalla parte degli adolescenti
Da Torino a Roma il numero di ricoveri per tentato suicidio dei giovani registra una spaventosa crescita. Il suicidio resta la seconda causa di morte tra gli adolescenti. Non è una patologia, meno ancora un problema da delegare agli esperti di neuropsichiatria. Sono numerose le realtà sociali che tentano di proporre risposte dal basso e che non ignorano le fragilità di nuclei familiari e scuole
Comunità educanti. Lettera
Proposte per il Gruppo Reti Nazionali per lo sviluppo delle Comunità Educanti
Sulla linea di un cerchio
L’eredità dei movimenti che negli anni Settanta e Ottanta hanno saputo fare dell’infanzia e dell’ambiente due questioni importanti a livello mondiale è un patrimonio a cui attingere. Il cambiamento climatico e la pandemia, sembrano suggerire quei movimenti, devono essere affrontati in profondità dai territori, dove gruppi di base possono inventare nuovi patti di collaborazione con le amministrazioni locali. Ieri come oggi camminiamo tutti e tutte sulla linea di un cerchio che non si chiude mai
Dalla parte dei bambini
Non bastano le pur importanti discussioni di questi giorni sull’apertura delle scuole. Abbiamo bisogno di sospendere definizioni e giudizi, di smontare le illusioni dell’era del marketing che precipitano su bambini e ragazzi per lasciarli in balia delle loro solitudini, di contrastare prima di tutto la profonda povertà di relazioni, aggravata dal virus. La politica istituzionale non riesce ad avere una percezione dei giovani. Abbiamo sempre un tempo per stare dalla parte dei bambini e dei ragazzi
Bambini e natura
Riscoprire le connessioni tra natura, benessere ed educazione all’aperto
Pensarsi come piazze educative
Creare comunità: Festival culturale dei borghi rurali della Laga
Il cammino delle ragazze in gamba
Saranno frutti buoni quelli del Festival delle ragazze in gamba
Le donne sono in cammino
La Rete nazionale delle donne in cammino è una comunità
I bambini ci indicano altre strade
Il dibattito sulla scuola è intenso, ma abbiamo paura dI ascoltare i più piccoli