di Alain Goussot*
Il libro del pedagogo francese Antoine de La Garanderie “Critica della ragione pedagogica“, tradotto in italiano e edito da Quiedit, costituisce un testo che dovrebbe leggere ogni insegnante. Un vero antidoto contro ogni forma di pensiero rubricato, clinico e standardizzato sugli apprendimenti.
La Garanderie elabora la sua teoria pedagogica partendo dalla sua debolezza: la sordità. Fa del suo deficit una risorsa straordinaria per imparare e inventare un modo nuovo d’insegnare e d’imparare (i profili pedagogici). La critica della ragione pedagogica (ripercorrendo i testi di Immanuel Kant sulla critica della ragione pratica e di Jean-Pau Sartre sulla critica della ragione dialettica) è una profonda riflessione filosofica ed epistemologica sul senso della ragione pedagogica.
L’azione pedagogica per La Garanderie riguarda il come favorire in ogni alunno, a prescindere dalle sua condizioni, dalle sua origini e anche dalla presenza di un deficit, la capacità di riflettere su se stesso e il mondo. È quello che La Garanderie, alla differenza dei teorici ‘clinici’ del pensiero unico sui disturbi dell’apprendimento, i Bes (Bisogni educativi speciali), Dsa (Disturbi specifici di apprendimento), Dva (Alunni diversamente abili) ecc…, chiama “l’esperienza del poter essere” oppure “l’esigenza pedagogica del vissuto ontologico” cioè dell’esistere come soggetto umano. Per La Garanderie
“ogni educatore, formatore, insegnante deve essere attento a proteggere la fiamma del diritto a sentirsi come soggetto, poiché questa fiamma è fragile, costantemente minacciata dalla forza e la violenza delle cose”.
Abbiamo bisogno di leggere Antoine de la Garanderie. Aiuta a recuperare la dimensione ‘metafisica’, ontologica profonda (il senso) del lavoro d’insegnante e di educatore, aiuta anche a prendere la giusta distanza critica della normalizzazione tecnica imposta dalle strutture ideologiche oggi dominanti (su questi temi leggi anche I rischi di medicalizzazione nella scuola ndr).
DA LEGGERE
Stralci dell’articolo di Alain Goussot “La sfida pedagogica di Antoine de La Garanderie”, pubblicato su Educazione Democratica, n. 1/2011.
“Per La Garanderie la relazione maestro-allievo, insegnante-studente è strutturata come la relazione tra sé e l’altro… Ecco i principi che sono alla base del processo di insegnamento/apprendimento, e che sono insieme filosofici e pedagogici:
1) Quando non si è disponibile verso se stesso non si può esserlo verso l’altro.
2) Accettarsi è rinunciare ai privielegi che ci concediamo.
3) Invidiare la qualità altrui impedisce di accedere alle proprie.
4) Dieci volte quando si giudica l’altro ci sbagliamo.
5) Lo schermo che mettiamo tra sé e l’altro è la proiezione del muro che abbiamo edificato tra sè e l’altro. Così l’amore che l’altro offre è rifiutato poiché riguarda una parte di sè che è seriamente nascosta nell’oblio.
6) Se vogliamo essere equi pratichiamo la dolcezza.
7) Vi sono psicologi che si sforzano di codificare l’uomo prima ancora di avere pensato a decodificarlo.
8) Per conciliarsi l’avvenire occorre riconciliarsi con il proprio passato.
9) Il cambiamento è troppo importante per lasciarlo in mano degli opportunisti.
10) In ogni debolezza che si confessa vi è la fonte di un progresso.
11) Se per il realismo filosofico di Maritain bisogna distinguere per unire; per quello di Teilhard de Chardin è partendo dall’unione che la distinzione si realizza.
12) Secondo Merleau-Ponty una rivoluzione si corrompe dal momento che prende il potere. Spesso nata nell’eccesso non può esercitare che un potere eccessivo.
13) Ciò che dovrebbe nutrire la sagezza del filosofo, è di non dimenticare mai che v’è tanto sapere nell’ignoranza quanto ignoranza nel sapere”.
14) Vi sono degli intellettuali che hanno bisogno del marciapiede per vendervi i charmes di una idea infelice.
Lascia un commento