Le bellissime immagini della vita di ogni giorno di Agitu hanno squarciato quel mondo plastificato fatto di non luoghi al quale siamo abituati. Agitu ha dato visibilità al dominio della violenza che molte donne rurali conoscono. Donne forti è il post di Marzia Verona, scrittrice e pastora, con cui ha chiamato a raccolta tutte le donne abituate a lavori duri, clima rigidi e scontri in un mondo ancora molto maschile e patriarcale: pubblicare il 6 gennaio una foto, di allevatrici, contadine, veterinarie, pastore salariate. Un’idea, sostenuta dal Valsusa Filmfest, accolta in modo straordinario

Ci sono degli eventi che colpiscono in un modo totale, ti rovesciano come un calzino, si impossessano del quotidiano ficcandosi come una spina nel corpo e nella mente. È stato così con la morte, o meglio l’uccisione di Agitu Ideo Gudeta, quarantadue anni, la donna etiope trapiantata in Trentino. Un progetto di vita: allevare capre nella valle dei Mòcheni e gestire un’azienda denominata “La capra felice”.
Le bellissime immagini che ritraevano Agitu al lavoro, forte e determinata, hanno evidentemente fatto centro squarciando quel mondo plastificato fatto di centri commerciali e non luoghi al quale siamo ormai abituati. Per giorni le capre, le stalle, i pascoli sono diventati un prolungamento naturale dei nostri pensieri. La raccolta fondi lanciata dal presidente dell’associazione Amici dell’Etiopia e rappresentante della comunità etiope in Trentino Zebenay Jabe Daka in pochi giorni ha superato il tetto previsto dei 20mila euro arrivando ad oltre 80mila. Sono state coperte le spese per far ritornare in Etiopia la salma e per sostenere il progetto, quel lavoro che ha deciso di continuare la ventenne Beatrice Zott.
Agitu era arrivata in Italia a diciotto anni e si era iscritta all’Università di Trento si era laureata in sociologia, era poi rientrata in Etiopia dove aveva fondato un’associazione per combattere la pratica dell’accaparramento di terre, difronte alla repressione e intimidazioni era rientrata in Italia chiedendo asilo. Agitu Ideo Gudeta era etiope, era immigrata, ma il suo progetto di vita l’ha fatta entrare fin dalle prime ore della notizia della sua morte fra le file delle donne allevatrici. Agitu ha dato visibilità a episodi di violenza che purtroppo molte conoscono. Molte donne del mondo rurale si sono sentite chiamate in causa perché ancora subiscono quotidianamente una qualche forma di violenza da parte di uomini, all’interno o all’esterno del nucleo famigliare. “Ci siamo trovate in situazioni simili con il rischio che tutto potesse degenerare in incidenti di vario tipo”.

Donne forti è il titolo del post sul blog che Marzia Verona, scrittrice e pastora per scelta ha voluto dare per costruire un contenitore e lanciare sul web l’iniziativa chiamando a raccolta tutte le donne abituate a lavori duri a clima rigidi a scontri in un mondo ancora molto maschile e patriarcale. Marzia ha avuto un’idea geniale (lei stessa donna forte), poteva anche finire in flop, l’asticella si era elevata parecchio. “Fare un qualcosa, un gesto simbolico da parte di tutte le allevatrici per far vedere a tutti quante sono le donne in questo mestiere, che forza hanno, contro cosa devono combattere ogni giorno”. La richiesta di postare il 6 gennaio, il giorno della befana, una loro immagine a testimonianza e la solidarietà per una di loro, per una giovane donna allevatrice che era stata uccisa brutalmente. “Il giorno dell’Epifania, quando i social sono invasi da messaggi, video e immagini per “celebrare” la “donna-befana”, pubblichiamo invece sulle nostre bacheche social (Facebook, whatsapp, Instagram, tutto dove siamo presenti) una foto, un qualcosa che parli di noi. Mi rivolgo alle allevatrici, agricoltrici, veterinarie, pastore salariate, donne che fanno parte a vario titolo del mondo agricolo/zootecnico”. Il Valsusa Filmfest ha collaborato in accordo con Marzia e sostenuto su Fb l’iniziativa. Sono bastati due giorni e i contatti hanno superato i 70mila le immagini postate hanno superato le quattromila. L’acquarello che Eliana Como ha ceduto gratuitamente (Non una di meno di Bergamo) è stata rilanciata ovunque.
“Ho iniziato a incontrare le donne allevatrici nel 2003 – scrive Marzia sul suo blog Di Terra, Pietre, erbe, Bestie e Persone – Fresca di mondo universitario, mi trovavo alle prese con uno dei miei primi incarichi lavorativi, il censimento delle strutture d’alpeggio per conto della Regione Piemonte, attività che durò due anni. Mi ricordo che, in quel periodo, talvolta faticai ad intervistarle, mentre era molto più semplice chiacchierare con gli uomini. Negli alpeggi, incontrai soprattutto famiglie, poche, pochissime donne da sole. Poi ci fu, nel 2005, il libro Vita d’alpeggio, dove non chiedevo più numeri, dati, aspetti tecnici. Rubavo un po’ il lavoro agli antropologi, prendevo appunti sentendo raccontare storie sul passato, sul presente e sul futuro di quel mondo…”. Non tutte le pastore e le allevatrici conoscono Marzia ma sicuramente moltissime hanno risposto a questa inconsueta “chiamata alle immagini” ringraziandola per aver avuto questa straordinaria e originale idea. Il sentimento comune al termine dell’iniziativa è stata una grande emozione perché tutte le donne che fanno il mestiere di allevatrici si sono sentite meno sole, più unite e presenti.

Giovedì 7 gennaio come tutte le altre settimane Agitu Ideo Gudeta sarebbe arrivata con i suoi prodotti in piazza Santa Maria Maggiore. Formaggio bio, prodotti di cosmesi realizzati con il latte delle sue capre e prodotti della terra. Agitu non è stata presente, al suo posto una panchina rossa con la scritta: “Per Agitu, Per tutte le donne vittima di violenza. Trento non dimentica”.
A Pentedattilo, borgo calabrese abbandonato, e’ stato girato un documentario uscito nell’agosto scorso ” la donna che sussurra alle capre”. La protagonista e’ Rossella che da qualche anno abita e alleva nel borgo capre, con l’aiuto di un giovane africano. Su Fb si trova il documentario di cui non ricordo il regista che la intervista. Grazie
Ho sempre nel cuore Agitu…ho una tristezza infinita, ma tanta voglia di collaborare e creare progetti..
..questa bella iniziativa del 6 Gennaio della foto mi è sfuggita, ma si vede che qualcosa in me è comunque soffiato, perché ho tenuto per tanto tempo la foto del profilo di me con le caprette…ero comunque in comunicazione con voi, con il cuore sempre per Agitu e sempre contro le ingiustizie.