
di Gianluca Gabrielli*
Dieci segreti sussurrati all’orecchio delle bambine e dei bambini che inizieranno la scuola elementare (senza farli conoscere troppo in giro).
Le maestre | A scuola si va per mille ragioni, per conoscere amici, per usare matite, per leggere e ascoltare, per cantare… Si possono anche imparare molte cose, le maestre stanno lì apposta, nel fare tutte queste cose loro ti possono “dare una mano”. Il loro mestiere è “dare una mano a imparare”. Le migliori non fanno tanti esempi, ti fanno provare, ti mettono in condizioni di fare. Tu prova, fai, sperimenta mettendo da parte il timore di non riuscire… e se non riesci “fatti dare una mano”. |
Le “dade” | Ogni scuola è una città, piccola ma regolata, con strade, piazze, case, ristoranti, bagni pubblici, stazioni… Sono le bidelle che la dirigono (noi le chiamiamo “dade”). Ti danno da mangiare, ti misurano la febbre quando non ti senti bene, ti aiutano a recuperare i palloni in giardino. Loro hanno le chiavi della città-scuola, sono a scuola prima di te e se ne vanno dopo di te. Impara i loro nomi, sorridi loro, racconta loro le tue storie. |
La cacca | Per molte e molti di voi la scuola sarà la prima occasione in cui si farà la cacca fuori da casa. Ci vuole coraggio. La porta chiusa, da soli, l’imbarazzo, i rumori… Alla scuola dell’infanzia c’erano le maestre e le “dade”, dopo ti pulivano; qui devi fare da te. Però ce la fai; quando l’hai fatto una volta ti senti invincibile, ti senti pronto o pronta a girare il mondo, a partire per un viaggio in Cina o in Africa con Lin e Aisha, i tuoi nuovi compagni di classe. Dopo aver fatto la cacca a scuola vi sentirete pronti a conquistare il mondo. |
Le mani | A scuola vai con il tuo corpo, con le tue mani. Le mani nella scuola elementare si usano molto, ma sempre meno. È un peccato, ma non dipende dalla scuola, piuttosto dalla società. Per questo tutte le volte che potrai usarle dovrà essere una festa, ti converrà approfittarne, goderne fino in fondo. Ritaglia, disegna, impasta, accarezza, afferra, stringi, schiaccia… Se quando passerai alla scuola media saprai piantare chiodi e fare trecce, modellare fango e accarezzare i cuccioli, vorrà dire che hai usato bene le tue mani. |
Conoscere | A scuola si possono imparare tante cose. Leggere, scrivere, calcolare… Poi il passato, il disegno, i luoghi, gli esperimenti… Poi il corpo, gli enigmi, i suoni, i collages… Le tue maestre provano a mettere in ordine queste conoscenze, perché tutte insieme sono troppe. Tu però non farti imbrigliare: imparare è scoprire, è curiosare, è provare e sbagliare e riprovare. La tua curiosità è il motore della scuola, è quello che la fa muovere. Libera la tua curiosità! |
Le compagne e i compagni | Le compagne e i compagni sono la vera ragione per cui si va a scuola. Tra loro trovi gli amici, ridi, racconti le tue esperienze. Giochi con loro e quasi te ne innamori, finisce che rimani con loro anche dopo la scuola, e vi ritrovate anche a fare i compiti insieme. Poi lìtighi, poi ti riappacifichi, ti scappa anche di parlarci in classe e per questo magari le maestre ti sgridano: fa nulla. Gli intervalli con loro sono la cosa più bella che esista al mondo! E la scuola di oggi è fortunata: tra i compagni della tua scuola puoi conoscere veramente tutto il mondo. |
La plastica | La tua scuola sta nel mondo, un mondo che era verdissimo ma che adesso si riscalda troppo e si riempie di plastica. A scuola capirai che è compito tuo e dei tuoi compagni salvare questo mondo, proteggerlo, giorno per giorno. Ti sembrerà banale, ma imparerai a non gettare nemmeno una briciola di plastica, a riciclare tutto, a non sprecare l’acqua. La tua scuola vive nel mondo del cambiamento climatico, come te. Le bambine e i bambini della scuola di oggi difendono le foreste tropicali e i ghiacci dei poli, tempi duri per gli inquinatori. |
La ricreazione | Belle le scuole in cui quasi non ti accorgi della differenza tra la lezione e la ricreazione. Ma anche in quelle scuole la ricreazione è qualcosa di speciale. È il tuo momento. Ti tuffi nel gioco con le compagne e i compagni, reciti, ti travesti, giochi a palla e col fango, con un pezzo di legno e con un sasso. È il regno tuo e dei tuoi compagni. È il regno della risata, della sfida, a volte dell’avventura. La ricreazione stanca molto, ma tu non te ne accorgi! |
I voti | Alcune maestre non li usano, altre sì. Sono numeri da 1 a 10 per comunicarti se hai fatto bene o hai sbagliato. In pratica significano “sì” oppure “no”. Quando significano “sì” rendono felici, quando significano “no” sono inutili. Molto più utile un consiglio per trasformare i “no” in “sì”. Chiedere consigli è la cosa più saggia che si possa fare: chiedine molti, e ti auguro una maestra ricca di consigli e povera di voti. |
Il mondo di fuori | La scuola è una città, ma rischia di rimanere separata dalla città esterna. I due mondi invece devono intrecciarsi. Un po’ ci penseranno le maestre con uscite, passeggiate, visite ai musei, gite… Un po’ devi pensarci tu. Porta alla maestra ogni cosa ritieni interessante, ogni esperienza, ogni oggetto… Porta in classe la foglia verde bucherellata dal bruco, porta quella ingiallita per l’autunno, porta la foglia ghiacciata con la brina dell’inverno, porta la nuova gemma che ti ha sorpreso stamattina. Riempi la tua classe con le tue meraviglie. |
*Gianluca Gabrielli è storico e insegnante di scuola primaria. Il suo ultimo libro è Educati alla guerra. Nazionalizzazione e militarizzazione dell’infanzia nella prima metà del Novecento (Ombre corte, 2016), dal quale è tratta l’omonima mostra. Ha aderito alla campagna Un mondo nuovo comincia da qui
https://comune-info.net/2014/09/non-opprimere-i-figli-lidea-scuola/
A Gianluca Gabrielli voglio dire: bellissimo! Il terzo punto è grandioso: la cacca e il mondo.
Sono un viaggiatore nel mondo e la cacca è un problema che si presenta quando vai in posti poco organizzati che però ti consentono di vedere meraviglie fuori dalla cagnara.
Desidero aggiungere un undicesimo sussurro alle bambine e ai bambini per questa avventura della vita. Fate tante domande, soprattutto se non capite e non abbiate timore. La curiosità vi rende liberi e creative/i
Buon viaggio ?
I voti: “Alcune maestre non li usano, altre sì”. Ahimè, tutte, purtroppo sono costrette ad usarli. E’ come aprire una porta con un’ascia anzichè con una chiave: si usa lo strumento sbagliato e si distrugge il lavoro fatto. Intendo dire che valutare è importante, ma farlo con un voto numerico, soprattutto nella scuola dell’obbligo, è inutile, stupido e distruttivo. Ma è quasi impossibile sottrarsi…..