Sarà una serata importante, quella di mercoledì 19 giugno, per Caserta. Sei ore di musica, con decine di musicisti e diversi altri interventi artistici, per far risuonare in un luogo simbolo del recupero dei beni comuni sottratti al degrado le note della solidarietà tra persone con gli stessi diritti. Il 19 giugno è la Giornata Mondiale del Rifugiato, l’occasione migliore per ricordare a tutti che la città che sa convivere arricchendosi dell’intreccio tra le culture di provenienza di chi la abita rivuole i suoi spazi sociali. Sono già trascorsi tre mesi dal sequestro dell’Ex Canapificio, ma la rete di accoglienza dei rifugiati e dei migranti e tutti i protagonisti delle attività di sostegno al reddito, delle esperienze di mobilità sostenibile, dei laboratori ed esperienze varie dedicate ai bambini, della lotta allo sfruttamento e all’esclusione sociale, hanno saputo tener viva, con pazienza e tenacia, la loro cultura del fare insieme. Chi ha paura di tutto questo, chi ha bisogno di una città rassegnata e consegnata alla miseria degli egoismi e della guerra tra poveri, ha gridato che la “pacchia” è finita. Ma la musica della Caserta che non si arrende al razzismo e alla solitudine sta crescendo e alza il volume

Nella Giornata Mondiale del Rifugiato del 19 giugno decine di artisti movimenteranno Caserta, a sostegno della rete di accoglienza che da anni rende la città un modello nazionale di inclusione e intercultura e che vede nel centro sociale Ex Canapificio l’organizzazione principale. Al concerto si esibiranno, a titolo gratuito e solidale, Arianova, Pietro Condorelli Jam guest Daniele Sepe, Cultural Boo Team, Ar Meitheal, Gennaro Vitrone, Tony Laudadio, Luca Rossi, M’barca Ben Taleb e Raffaele Vitiello, A67, Mentafresca, New Latin Jazz Trio, Kalifoo Ground Music System, Sebastiano Esposito Quarte. Sei ore di musica, intervallate da interventi artistici vari, in un luogo simbolo della città, Villa Giaquinto, da tre anni gestita dai cittadini e sottratta all’abbandono, grazie all’impegno delle associazioni nell’opera di riqualificazione dei beni comuni.
L’evento, che rientra nel Progetto Nazionale Giornata Mondiale del Rifugiato #WithRefugees2019, vuole anche essere un’occasione per sostenere l’Ex Canapificio e la rete SPRAR in seguito agli avvenimenti degli ultimi mesi.
Tre mesi fa, esattamente il 13 marzo, i locali dell’associazione sono stati posto sotto sequestro per inagibilità, rendendo di fatto difficile la prosecuzione delle numerose attività portate avanti dal centro. Il capannone, di proprietà della Regione e gestito dall’Ex Canapificio dal ’99, è ancora in attesa di un sopralluogo tecnico che possa avviare il processo di messa in sicurezza dei locali, nonostante le reiterate istanze alla Regione, anche precedenti il sequestro, e nonostante le dichiarate intenzioni, sia della Regione che del Comune, di addivenire a una soluzione definitiva.
Gli Enti hanno infatti espresso la volontà di impegnarsi economicamente per la ristrutturazione dello spazio e di affidare la disponibilità dello stesso direttamente al Comune con un atto amministrativo. “Sono entrambe notizie estremamente positive ed importanti – spiega Virginia Crovella, una delle responsabili del Centro Sociale – ma ad oggi non ci sono ancora degli atti concreti. Ci auguriamo che il 19 possa essere la data in cui condividere e festeggiare un primo passo in avanti: il sopralluogo dei locali”. La mancanza di uno spazio fisico ha reso faticoso lo svolgimento delle tante attività che l’Ex Canapificio svolge. Ospitati temporaneamente dalla Caritas e da altre associazioni, organizzando presidi per le strade di Caserta e di fronte al Comune, gli animatori delle attività dell’Ex canapificio hanno trovato la difficoltà maggiore nella frammentazione delle iniziative che il Centro ha sempre considerato come profondamente interconnesse.

Oltre a gestire il progetto SPRAR per i rifugiati, di cui il Comune di Caserta è capofila dal 2017 e che vede come partecipanti diverse associazioni del territorio, università ed enti locali, l’Ex Canapificio ospitava anche lo sportello di sostegno al reddito per le famiglie residenti, lo sportello di assistenza amministrativa per i migranti, lo sportello contro lo sfruttamento lavorativo e per l’emersione del lavoro nero, corsi di italiano, laboratori per bambini, uffici per l’organizzazione di attività di mobilità sostenibile – come il Piedibus – e di riqualificazione dei beni comuni – quali, tra gli altri, Villetta Arno, l’ex asilo di Via Barducci, Villa Giaquinto. Si tratta di attività che coinvolgevano circa 400 persone a settimana e che continuano tenacemente a essere portate avanti, grazie alla rete di associazioni e cittadini che negli anni si è consolidata.
Le condizioni già difficili di lavoro, però, si sono recentemente aggravate a causa della decisione del Ministero degli Interni di tagliare, senza addurre motivazioni credibili, l’erogazione dei fondi del progetto di accoglienza SPRAR – un progetto che oggi accoglie in 24 appartamenti 200 richiedenti asilo e rifugiati tra uomini, donne e bambini – al Centro Sociale, l’ente gestore insieme a Casa Rut, storica realtà che si occupa di contrasto alla tratta e di reinserimento delle vittime della stessa. “Abbiamo avviato l’iter presentando documentazione al Ministero, denunciando in tutto il Paese una prassi di cui l’Italia sta già sperimentando alcuni effetti”, continua Virginia. Il riferimento è al modello Riace, “distrutto da una gestione folle del Ministero”, rivelatasi poi inconcludente ma capace comunque di annullarlo.

La città ha risposto positivamente e attivamente all’Ex Canapificio, organizzando raccolte fondi e scendendo in piazza, permettendo così la continuazione del progetto SPRAR. La rete AGESCI, con gli scout, ha avviato una raccolta alimentare ed è stato emozionante vedere – racconta Virginia – come le persone intercettate al supermercato abbiano contribuito con piacere alla raccolta, riconoscendo nei rifugiati da sostenere gli stessi che accompagnavano i figli a scuola con il Piedibus.

La preoccupazione per il futuro è inevitabile ma non scalfisce l’ottimismo, soprattutto in seguito all’appoggio ricevuto da tanti. “C’è un’Italia molto diversa da quella che i media continuano a raccontare – conclude Virginia –, esistono tantissimi cittadini solidali che si rimboccano le maniche e Caserta è di questo una grande prova”.
Il 19 giugno è però soprattutto la giornata in cui ricordare il viaggio verso l’Italia, precisa Mamadou, portavoce del Movimento Migranti e Rifugiati di Caserta. “È importante ricordarlo perché, come Movimento, stiamo vivendo un momento davvero difficile contraddistinto da caos sociale. Da quando si è insediato questo governo, migliaia di nostri fratelli hanno perso il permesso di soggiorno o rischiano di perderlo, dopo che abbiamo lavorato per anni per costruire un percorso di integrazione sul territorio”. La rete SPRAR è riuscita, infatti, a coinvolgere i richiedenti asili in diverse iniziative, come il già citato Piedibus, attuando un valido modello di inclusione bilaterale in cui famiglie di residenti e richiedenti asilo si uniscono nella lotta contro la povertà e l’ingiustizia sociale. Progetti come il Piedibus sono stati possibili proprio grazie agli ospiti dello SPRAR. Lo raccontano i genitori dei bambini che ogni mattina vengono accompagnati, a turno, da uno di loro. Ed è cresciuto grazie a loro, arrivando a coinvolgere oggi sei complessi scolastici.
Il 19 giugno decine di artisti porteranno il loro contributo alla causa dell’Ex Canapificio. L’auspicio – ha spiegato Pietro Condorelli, direttore artistico dell’evento – è che questo possa servire da stimolo per le istituzioni e per i cittadini. Uno stimolo ad agire, a far sentire la propria vicinanza, ad esprimere disappunto verso una decisione – quella del blocco dei fondi – immotivata e illegittima.
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