Il caldo torrido e la siccità prolungata degli ultimi quattro mesi in gran parte delle regioni italiane si divertono adesso a presentare il loro conto: la produzione nazionale di miele, ad esempio, è crollata del 65 per cento. L’umore degli apicoltori (in Italia si stimano circa 75.000 apicoltori che gestiscono un milione e 100mila alveari, per un valore economico di 1,5 milioni di euro all’anno) è nero, considerando i danni provocati delle forti piogge primaverili, altrettanto devastanti, e quelli ormai cronici conseguenza dell’utilizzo degli insetticidi (in particolare i cosiddetti neonicotinoidi, ora vietati, responsabili tra il 2002 e il 2008 della riduzione del 50 per cento della produzione nazionale di miele) .
A far compagnia agli apicoltori, ci sono i produttori di castagne (34.000 piccole imprese), alle prese probabilmente con l’anno peggiore di sempre. La siccità in questo caso ha amplificato gli effetti deleteri dell”insetto killer Cinipide, presente in Italia da dieci anni, rendendolo più dannoso del solito e creando così un mix micidiale di effetti negativi che sta portando proprio in questi giorni a una raccolta magrissima, con cali generalizzati dell’80 per cento rispetto all’ordinario e intere zone in cui non si raccoglierà affatto. Oltre al danno economico, decine di milioni di euro, si teme anche per il rischio incendi sui castagneti sempre più spesso abbandonati, perché non produttivi.
Nonostante il calo la produzione nazionale delle castagne, di cui l’Italia ha il primato europeo, è di circa 40 mila tonnellate. Fino al 2007 si aggirava stabilmente sulle 50 mila tonnellate, da cinque anni le cifre sono costantemente in ribasso (Adn kronos). Si è infatti passati, ricorda la Cia, dal 50 per cento in meno nel 2010 al 70 per cento in meno del 2011. A pagare più di tutti è la zona del viterbese, dove la produzione raccolta arriva a sfiorare lo zero assoluto (dati Adn kronos).
Città invisibile è un piccolo collettivo romano attento ai temi sociali e della decrescita, e al pensiero critico.
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