Con lo sviluppo tecnologico è saltata la differenza tra guerra e terrorismo: la guerra si fa con armi pubbliche, il terrorismo con armi private, la guerra è riservata agli Stati, il terrorismo ai servizi segreti e, come a Mosca, ai mercenari. Una cosa è certa: la guerra-terrorismo spalanca sempre abissi imprevedibili. Per questo oggi va ripudiata totalmente e per sempre

Giunge la Pasqua, guerra e terrorismo l’accolgono. Siamo in pieno dolore per l’azione terroristica così devastante a Mosca, come lo siamo stati e lo siamo per il terrorismo scatenato il 7 ottobre e quello che è ora in corso a Gaza, nonostante la risoluzione unanime del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per un immediato “cessate il fuoco”, respinto da Israele.
L’attentato di Mosca è particolarmente eloquente, perché è rivelativo di tutto il corso storico, e perciò dovrebbe spingerci a una presa di posizione definitiva contro la guerra. Il Tagikistan non c’entra niente, anche se gli attentatori sono tagiki. Il Tagikistan è una Repubblica indipendente, di cultura arabo-persiana, che una volta faceva parte dell’Unione Sovietica, ora fa parte delle Nazioni unite e non ha alcuna ragione di conflitto con la Russia. Quanto all’ISIS, da tempo scomparsa dalle cronache, la sua rivendicazione è dubbia, non fornisce alcuna motivazione dell’attentato, che resta perciò misterioso.
I terroristi hanno detto di averlo fatto per denaro: 5.000 euro, metà ricevuti prima dell’attentato, metà da riscuotere dopo. Chi li ha mandati? Si tratta di mercenari, una piccola compagnia di ventura come ce n’erano tante in passato.
C’è una differenza però tra le vecchie compagnie di ventura e queste nuove. È la tecnologia. La tecnologia permette a dei mercenari privati o a dei kamikaze detti terroristi di fare stragi e distruzioni come potrebbero fare solo gli Stati. I diciannove attentatori dell’11 settembre a New York avevano solo alcuni temperini, ma con quelli hanno potuto usare i grandi aerei della American Airlines e United Airlines, e dunque la tecnologia più avanzata, per abbattere le due Torri Gemelle, come avrebbe potuto fare una bomba o un’atomica. Un folle negli Stati Uniti può andare in un negozio, comprare un fucile di ultima generazione e fare strage in una scuola. Gli attentatori di Hamas hanno usato alianti a motore.
Questo vuol dire che non c’è più alcuna differenza tra guerra e terrorismo: la guerra si fa con armi pubbliche, il terrorismo con armi private, ma il terrore è lo stesso, il nemico è lo stesso. Lo stesso nemico combattuto con la guerra è combattuto con il terrorismo: tanto è vero che per tutto il Novecento il prevenire la guerra si è chiamato “deterrenza”, cioè fronteggiare il terrore con il terrore.
Il terrorismo è la faccia nascosta della luna, che è la guerra. Il terrorismo nasce dalla guerra, dalla istituzione del Nemico, non è la guerra che nasce dal terrorismo. La guerra è riservata agli Stati, il terrorismo lo fanno i Servizi Segreti. Gli Stati fanno guerre senza ragione, il terrorismo obbedisce alla ragion di Stato, crimine l’uno, crimine l’altro. Ogni guerra oggi è un genocidio, il terrorismo può diventarlo.
Se tutto ciò è vero, vuol dire che la guerra non è più quella di prima, considerata nei secoli “padre e re di tutte le cose”, e perfino considerata giusta dalla vecchia teologia della Chiesa; essa non è più solo “fuori della ragione”, ma è un suicidio della ragione, spalanca abissi imprevedibili. Perciò se ancora si vuol mantenere la “differenza umana”, la guerra va proscritta, “ripudiata”, totalmente e per sempre.
Grazie Raniero, ho 85 anni ed ero un pupillo di Tullio Vinay quando ho sentito parlare di te ed ora ti sono grato per come hai affrontato i temi della guerra-terroristica.
Un abbraccio