
di Silvia Marastoni
«La solidarietà, per noi, è sempre stata fondamentale. Crediamo che ci aiuterà a vincere anche questa lotta»: così dicevano, a fine maggio, le volontarie e i volontari dell’Ambulatorio Sociale Metropolitano di Ellinikò (Atene), dopo aver ricevuto dalla società pubblica proprietaria dell’area un’ingiunzione di sgombero che entro il 30 giugno avrebbe inevitabilmente portato alla sua chiusura. «Avevamo ragione: è la solidarietà la nostra arma più potente!», ribadiscono adesso che hanno finalmente ottenuto di restare nell’edificio in cui operano dalla fine del 2011.
La notizia è arrivata a poche ore dalla conferenza stampa organizzata per riaffermare l’intenzione di respingere lo “sfratto”, e per riepilogare numeri alla mano il grande lavoro svolto in questi anni, per quel che i numeri possono dire: perché se certo conta che siano centinaia le volontarie e i volontari coinvolti nella gestione dell’Ambulatorio, migliaia le persone seguite e curate, molte decine di migliaia le visite effettuate, e addirittura centinaia di migliaia i farmaci distribuiti (480.000 ai pazienti, 900.000 ad altre strutture), al centro di questa iniziativa di solidarietà autogestita – come chi le ha dato vita non si è mai stancato/a di sottolineare – oltre al rifiuto delle politiche di austerità che hanno distrutto la sanità greca ci sono il senso stesso del proprio lavoro, un’idea e una pratica differente della medicina, il significato e il valore politico dell’empatia. E ci sono le relazioni.
https://comune-info.net/2018/06/lambulatorio-restera-aperto-elliniko/
Ed è proprio dalle relazioni costruite in questi sette anni, sostiene il cardiologo Yorgos Vichas, “che è nato il grande sostegno che abbiamo ricevuto anche in questa occasione dalla Grecia e dall’estero: sono centinaia i gruppi di solidarietà, i collettivi, gli accademici, i giornalisti, gli Ambulatori Sociali, i sindacati, le associazioni, le singole e i singoli che si sono mobilitati al nostro fianco. A loro vogliamo esprimere, una volta di più, la nostra immensa gratitudine”.
La pressione che hanno esercitato con lettere, comunicati, articoli, e con la manifestazione organizzata a Bruxelles da una delegazione che ha consegnato al Consolato greco moltissime firme, infatti, ha dato forza a Rebecca Harms, europarlamentare ed ex presidente dei Verdi amica dell’Ambulatorio. A Declan Costello (già rappresentante della Commissione Europea nella Troika), a cui Rebecca ha recapitato – oltre alla sua – tutte queste proteste, non deve essere molto piaciuta l’idea che la notizia della chiusura di un ambulatorio sociale per far posto a un Casinò stesse avendo tanta visibilità e suscitando tante reazioni… E anche al governo greco, con cui Costello si è messo in contatto, non deve essere sembrata una pubblicità desiderabile…
Nel frattempo, tra l’altro, l’Autorità greca Garante dei Cittadini e dei Bambini aveva aperto un’indagine sulla possibile violazione dei diritti dei bambini e delle loro famiglie, a causa dei problemi che l’interruzione delle cure dovuta alla nostra chiusura avrebbe potuto creare…
Così, prima della nostra conferenza stampa il presidente del parlamento, Nikos Voutsis, ha chiamato per assicurarci che lo sgombero era stato annullato».
L’Ambulatorio Sociale di Ellinikò potrà dunque continuare a operare in un edificio che oggi assume il “valore aggiuntivo” di uno spazio conquistato, liberato, all’interno di un’area venduta a un prezzo irrisorio per consentire un’enorme speculazione immobiliare, a tutto – e solo – vantaggio dei cosiddetti “investitori”. «Mentre festeggiamo questa vittoria», dice infatti Yorgos Vichas, «la lotta contro la privatizzazione di tutto il terreno dell’ex aeroporto va avanti, insieme a tutte e tutti coloro che vi si oppongono».
Intanto, scrivono nel loro comunicato le volontarie e i volontari, “attraverso il lavoro nell’Ambulatorio ci impegniamo a proseguire nel nostro percorso basato sull’umanità, il rispetto reciproco, la dignità, la solidarietà e la resistenza”.
“Chi domina la sanità pubblica, domina la popolazione”. Lenin
Non so da dove risulta che “l’ambulatorio auto-gestito ha vinto”. Ciò che si è riusciti ad ottenere, secondo le notizie di stampa, è che un ministro del governo di Syriza e il Presidente del Parlamento greco si sono impegnati a cercare una soluzione alternativa. Quindi, si è guadagnato tempo. Nulla di più.
Sembra che il “primo governo di sinistra” in Grecia, in vista dello sfratto dell’Ambulatorio Sociale Metropolitano, abbia ricordato Lenin e ora vuole rendere possibile per l’Ambulatorio continuare almeno altrove, indipendentemente dal fatto che esista o meno una crisi umanitaria, perché deve adeguarsi agli interessi capitalistici del banchiere, armatore del magnate del mercato petrolifero Spyros Latzi. Il casino dunque, prima o poi, lo sostituirà.
Successo dell’onda di solidarietà internazionale, come sosteneva il cardiologo Vichas, co-fondatore dell’ambulatorio sulla conferenza stampa del 14.06.2018 ?
Oppure calcolo basato sulla politica di forza nel senso dell’osservazione di Lenin?
Come ho spiegato nel mio commento sul tuo articolo precedente ‘L’ambulatorio resterà aperto’ del 6 giugno scorso “… si pone una questione: In che cosa la prassi dell’Ambulatorio Medico Sociale differisce da ciò che una volta si chiamava, non a torto, con qualche disprezzo: ‘Auto-gestione della miseria capitalista’. E, se andiamo piu a fondo, nella nostra critica: per quale motivo bisogna salvare il sistema pubblico della sanità dal suo crollo? Non sarebbe meglio cercare per alternative che tengono conto della malattia come fatto politico.
Perché la malattia è innanzitutto un fatto plitico, come neppure l’ambulatorio sociale non può disconoscere. Poiché “Chi domina la sanità pubblica, domina la popolazione”. Chi comanda quindi secondo Lenin? Il corpo medico. E’ il corpo medico da cui deriva ogni potere politico. Chi fa uso di questa citazione di Lenin è generalmente medico adducendo tuttavia argomenti contro il “comunismo” e per “il bene dei suoi pazienti”. E’ invece certo che né Lenin né nessun altro dominò mai i medici, per non parlare della sanità pubblica. Che sia allora la popolazione? Ma anche questa solo sua scia del corpo medico.”
Alternative SENZA medico come aveva dimostrato in modo esemplare il COLLETTIVO SOCIALISTA DI PAZIENTI già nel 1970/71 e come continua a praticare come COLLETTIVO SOCIALISTA DI PAZIENTI / FRONTE DI PAZIENTI – SPK/PF(H) da allora fino ad oggi.
Nel SPK e nel SPK / PF (H) non ci si occupava di “auto-aiuto” per gestire delle malattie individuali o complessi di sintomi, cioè, per gestire la ‘propria’ miseria e adattarsi a condizioni ostili alla vita e alla malattia (cosiddetta terapia). Atto costitutivo per l’SPK era il rapporto amico-nemico tra la classe medica e la classe dei pazienti. Si trattava allora e si tratta oggi più che mai di una rivoluzione in forza della malattia, non di “auto-trattamento” o “auto-aiuto”.
E la lotta dei pazienti del SPK / PF (H) era e continua essere piena di successi come dimostrano i testi offensivi di malattia in cui sono depositate le esperienze di questa lotta continua dei pazienti contro la classe medica, testi resi disponibili sul sito internet multilinguale del SPK/PF(H) http://www.spkpfh.de .