Una breve ma significativa lettera di un dirigente scolastico, in attesa delle iniziative nelle scuole e nei territori del 20 novembre, ricorda come lo Ius soli resti “questione di civiltà, di umanità” che non può diventare “oggetto di speculazione politica, di calcolo elettorale. Ne va della nostra dignità…”
di Maurizio Parodi*
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Egregio Presidente Sergio Mattarella,
mi è sempre più difficile e penoso sostenere lo sguardo, sbigottito, umiliato, dei compagni di scuola di mio figlio, come lui, nati, cresciuti in Italia, che si vergognano di non essere italiani. E mi è difficile e penoso sostenere lo sguardo attonito e indignato di mio figlio che, come me, per questa ragione, si vergogna di essere italiano.
Lo Ius soli è questione di civiltà, di umanità, non può diventare oggetto di speculazione politica, di calcolo elettorale. Ne va della nostra dignità, della nostra identità.
Vorremmo ritrovare l’orgoglio di essere italiani, vorremmo che tutti lo fossero: tutti, nessuno escluso.
Grazie.
Maurizio Parodi – Dirigente scolastico
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