Un gruppo facebook per ragionare intorno alla didattica di genere. “Noi, ci siamo – Donne, didattica, inclusione. Quelle che vi portano a scuola il cambiamento”. Si presenta così la pagina nata per chiamare a raccolta quante operano nella scuola italiana e sono attente alle questioni di genere
di Nadia Verdile
L’idea è quella di costituire nei prossimi mesi gruppi provinciali di persone che siano disposti ad andare, a partire dal prossimo anno scolastico, nelle scuole del territorio per incontrare e formare le docenti e i docenti sulla didattica di genere. L’allarme più volte lanciato dai media ha trovato accoglienza tra quante già sensibili al tema, ma ha lasciato nella più assoluta indifferenza la stragrande maggioranza del corpo insegnante.
Mancanza di conoscenza dei gender studies, scarsa sensibilità all’argomento, indifferenza e superficialità sono gli ingredienti della gran parte delle programmazioni scolastiche che escludono l’universo femminile, tenendo fuori dalle conoscenze studentesche i contributi dati ai vari ambiti del sapere dalle donne.
Per uscire dai luoghi comuni, per dare corpo ad un’esigenza, per smettere di nascondere la testa sotto la sabbia dell’indifferenza, la pagina Noi, ci siamo vuole essere un richiamo all’impegno e alla partecipazione, partendo dal basso. I tentativi messi in campo in questi anni da alcune università e alcune associazioni sono rimasti quasi sempre sterili e improduttivi perché calati dall’alto e lontani dalle vere realtà scolastiche. Prima di scrivere libri dai grandi obiettivi bisogna formare le docenti e i docenti che quei libri dovrebbero adottare. Troppo spesso la distanza siderale tra chi scrive e chi legge induce al fallimento dei progetti. Non c’è consapevolezza né conoscenza dei temi in questione in molta parte del corpo insegnante.
La storia dei nostri giorni lo spiega bene. Allora che fare? Abbattere il muro del silenzio, fare come la montagna che andava da Maometto. Non serve a niente piangersi addosso, gridare all’ennesima tragica fine dell’ennesima donna violata e uccisa. Formare ed educare sono le parole d’ordine. Si andrà nelle scuole, dalle elementari alle superiori, si porteranno esempi, si raccoglieranno suggerimenti, si produrranno nuove reti e nuove aspettative, si daranno risposte, si cercheranno domande. La conta è iniziata. Si cercano disponibilità per poi procedere alla costituzione dei gruppi. Che sia il prossimo un anno scolastico nuovo, non solo un nuovo anno scolastico.
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Fonte: Il paese delle donne on line
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