di Matteo Saudino*
Secondo Protagora “l’uomo è misura di ogni cosa”. Mai verità relativa fu più lungimirante per provare a comprendere la natura delle interpretazioni umane della realtà. Ad esempio, per noi occidentali l’arabo è solo islamico e fondamentalista, maschilista e stupratore, armato di scimitarra, Corano e cintura esplosiva, sempre pronto ad uccidere in nome di Allah, militante di Al Quaeda o dell’Isis, profugo che ci invade, che spaccia, che ci ruba il lavoro, che si nasconde nelle nostre città per poi convertirci e conquistarci. Questo è l’unico arabo che vediamo o che i mezzi di informazione e gli opinionisti politici vogliono farci vedere.
È l’unico arabo utile a chi ci governa: quello che legittima l’involuzione autoritaria delle nostre democrazie e le nostre guerre neo-coloniali.
Ecco spiegato perchè in questi giorni una coltre di nebbia e silenzio copre la rivolta sociale dei lavoratori e dei giovani tunisini contro il governo per rivendicare lavoro, salario e diritti. Una laica lotta di classe nel mondo arabo? Impossibile! Ma loro non si fanno solo saltare in nome di Dio? E non si ammazzano tra di loro per la religione? Ma non sono tutti fanatici islamici? (Qui l’archivio dedicato alla Tunisia che non fa notizia, curato con Tunisia in red).
La realtà tunisina non si conforma alla rappresentazione che ci siamo dati (in La normalità araba Santiago Alba Rico spiega perché le ragioni delle rivolte arabe sono ancora tutte vive) e dunque… negare, oscurare, occultare, banalizzare. Non si deve sapere e capire nulla: metti mai che a qualcuno in Europa venga la malsana idea di lottare contro i padroni e i governi e non contro i migranti!
* docente di storia e filosofia a Torino
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