«Un mondo per la pace. Comiso trent’anni dopo» è il titolo della mostra fotografica prodotta da Banca etica che documenta, attraverso immagini da tredici paesi, i momenti salienti delle manifestazioni pacifiste dagli anni Sessanta e Ottanta, in Italia e nel mondo. La mostra è stata esposta dall’8 al 10 giugno a Roma, a Porta Futuro, in occasione del Forum nazionale «Proposte di pace» a cui ha aderito Banca etica, ed è disponibile per iniziative future.
Ma perchè una banca promuove una mostra che racconta di manifestazioni per la pace? Facciamo un breve un excursus storico. I primi anni Ottanta vedono la nascita di un movimento di ampiezza internazionale che si ribella alla decisione della Nato di dispiegare missili nucleari a medio raggio in risposta a un nuovo missile a gittata intermedia reso operativo dal Patto di Varsavia. Il movimento pacifista assume allora un’ampiezza senza precedenti: tra il 1981 ed il 1983 centinaia di migliaia di persone manifestano la loro contrarietà al riarmo nucleare. In quegli anni il movimento contro l’installazione dei missili nucleari mondiale comincia ad avere un seguito rilevante anche in Italia, in seguito alle decisioni del governo, nel 1981, d’installare una batteria di missili cruise a Comiso, in Sicilia che diviene teatro di azioni nonviolente davanti ai cantieri della base, con la partecipazione di centinaia di migliaia di militanti dall’Europa e dagli Usa.
Si può affermare che il movimento per la pace e antinucleare dei primi anni Ottanta è il maggiore dei grandi soggetti di valenza globale che caratterizzano la fine del XX secolo e l’inizio del terzo millennio. Le mobilitazioni del movimento in quegli anni portano una ventata di innovazione nei movimenti sociali, sia in termini di ampiezza di partecipazione che di modalità di azione. Sono notevoli gli effetti indirette sulla società: è infatti in quegli anni che si inizia a pensare alle conseguenze nefaste della globalizzazione economica, superando la dicotomia tra centro e periferia e creando le basi per una successiva comunicazione e modalità di lavoro pro-attiva, che saranno strumenti in eredità dei successivi movimenti. Nascono in Italia le radici di quella che sarà poi definita come economia solidale ed alternativa: movimenti di organizzazioni, reti e singole persone alla ricerca di una giustizia economico-sociale e di un nuovo mondo possibile. Si passa dall’idea di una scelta individuale di protesta a una proposta collettiva.
Marco Piccolo, responsabile dell’area Socio/Culturale di Banca etica spiega: «All’epoca la pace diventa la base per iniziare a parlare di economia solidale, di finanza etica, di cooperazione sociale». Sarà poi il movimento dell’obiezione di coscienza (al servizio militare, alle spese militari), con il coinvolgimento di migliaia di giovani nello scegliere il servizio civile ma anche nell’affrontare con criticità le scelte nel campo dei consumi, del lavoro e del risparmio, a dare impulso al movimento del consumo critico e poi del commercio equo, dei nuovi stili di vita, dell’economia solidale e della finanza etica. «Sarà questo l’humus sul quale si svilupperanno le Mag, le mutue autogestione, e successivamente Banca popolare etica – aggiunge Marco – Senza Comiso, la Sicilia e i movimenti per la pace, che sono anche simbolo di lotta per la liberazione dall’ingiustizia e dalla prevaricazione di tutte le mafie, difficilmente ci sarebbe oggi Banca etica».
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