Si definiscono pacifiste ma prima di tutto sono donne, poco importa quali sono i loro paesi d’origine e le loro religioni, che si sono messe in viaggio in Palestina per incontrare altre donne. Con loro si sono sedute, hanno fabbricato alcuni vasi, preparato cibo e tè insieme, scambiato storie e danze. Nel corso del viaggio altre donne si sono poco a poco unite, ma i «grandi» media non si sono occupate di loro. L’obiettivo era tessere un nuovo racconto per terre martoriate dalla violenza e per la Madre Terra: per farlo hanno tessuto il Tappeto della Pace e se lo sono portate dietro ovunque durante il pellegrinaggio verde. Le donne incontrate nelle varie tappe sono intervenute aggiungendo al tappeto ricami, stoffe, bottoni, colori. E parole di ribellione e di pace
di Maria G. Di Rienzo*
Per quasi un mese, un gruppo di donne di diversa provenienza chiamato “Mettere in comunicazione le figlie” ha viaggiato dal sud della Giordania sino in Palestina e Israele, ospitato durante il cammino da altre donne: palestinesi, israeliane e beduine. Viaggiando a piedi, su cammelli e cavalli, su autobus e camion, le donne hanno seguito antichi tracciati dal 27 marzo al 21 aprile 2013, portando con sé il meno possibile ed onorando la Madre Terra in un “pellegrinaggio verde”. Il gruppo è sostenuto da vari uomini e due di essi, olandesi, le hanno seguite nel loro viaggio, filmando e documentando la storia. Le donne hanno viaggiato da Petra e Wadi Rum in Giordania e sono arrivate in Israele toccando molti luoghi, villaggi e montagne, luoghi ebrei e luoghi arabi, dal sud al nord e ritorno, passando per Neve Shalom.
Perché queste donne hanno deciso di fare le pellegrine? “Perché condividiamo un desiderio di pace. Siamo donne con diversi retroscena, veniamo dalla Giordania, dall’Olanda, dalla Palestina e da Israele. Durante i nostri viaggi incontriamo altre donne nelle loro comunità, sediamo insieme, fabbrichiamo vasi insieme, prepariamo cibo e tè insieme, ci scambiamo le nostre storie e le nostre danze”.
Un nuovo racconto
Tessere un nuovo racconto per terre martoriate da una guerra permanente è il loro scopo ultimo e sanno benissimo quanto lungo e difficile è un percorso con tale meta. Poiché sono attiviste pacifiste da tempo non stanno con le mani in mano: ma visto che c’erano hanno deciso di concretizzare questo nuovo racconto almeno a livello simbolico. Renderlo visibile, fare in modo che si potesse toccarlo… e così hanno tessuto il Tappeto della Pace e se lo sono portate dietro ovunque durante il pellegrinaggio: le donne che hanno incontrato nelle varie tappe sono intervenute aggiungendo al tappeto il loro contributo di ricami, stoffe, nastri, bottoni, colori, parole.
“Nel nostro progetto cerchiamo le somiglianze e celebriamo le differenze. E’ un progetto in cui le figlie delle bibliche Sara, Hagar e Ketura viaggiano insieme per mostrare al mondo che stare insieme è possibile, che fare la pace è possibile. Attraversiamo confini, culture, linguaggi, religioni, per trovare pace e costruire pace, dentro di noi e fuori di noi. Lavorando insieme alla decorazione del Tappeto della Pace abbiamo fatto in modo che riflettesse le nostre preghiere e il nostro potere”.
Marjon Bovens, olandese co-fondatrice del gruppo, ha lavorato come facilitatrice per tutta la vita, sempre cercando nuovi modi di portare attorno allo stesso tavolo, o di far sedere sullo stesso tappeto, persone che normalmente non si sarebbero mai incontrate. Da cinque anni ci prova in Israele e Palestina, con la collaborazione di Lana Nasser, danzatrice, scrittrice e ritualista giordana, e di donne israeliane e palestinesi come Tali, Diana, Ora, Dafna… “La pace è possibile. Le donne possono portarla ovunque. – sostiene Marjon – Gli uomini dovrebbero sostenerle, emularle e seguirle. Nel corso del nostro viaggio abbiamo invitato le donne che incontravamo ad unirsi a noi nel pellegrinaggio sino alla sua ultima tappa, Gerusalemme.” E così quelle che potevano hanno fatto, e il 21 aprile ce n’erano un bel po’ a distendere il Tappeto della Pace e a danzare e a cantare insieme: La mia casa sta dove sta il mio cuore, e il mio cuore è con te.
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Maria G. Di Rienzo è un’amica di Comune-info. Questo è articolo è stato pubblicato nel blog Lunanuvola. Tra i libri di Maria G. Di Rienzo segnaliamo Donne disarmanti. Storie e testimonianze su nonviolenza e femminismi (con Monica Lanfranco), Ed. Intra Moenia; Senza velo. Donne nell’Islam contro l’integralismo (con Monica Lanfranco), Ed. Intra Moenia; Il giudizio di Morna, Ed. Stelle Cadenti.
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