Abbiamo segnalato di fabbriche in crisi nel Lazio e di fabbriche occupate e recuperate in Italia. Abbiamo anche raccontato della raccolta firma contro l’acquisto di cacciabobardieri F35 mentre il governo procede a ulteriori tagli, ad esempio degli ospedali. E abbiamo più volte ragionato di conversione ecologica e sociale, ma anche di decrescita e lavoro. Qui di seguito, invece, a proposito di questi temi, pubblichiamo una lettera di Valerio Morellato, titolare e amministratore di una piccola azienda toscana, la Morellato Termotecnica e Morellato Energia, che ha rifiutato, nonostante le difficoltà di sopravvivenza dell’impresa, una commessa militare. Insomma, qualcuno ha provocato la crisi e vorrebbe farla pagare a quelli che sono in basso, ma non hanno previsto che molti sono pronti a utilizzare la crisi per cambiare sul serio le cose.
Care amiche e amici del Distretto di economia solidale AltroTirreno, la crisi economica e finanziaria sta colpendo pesantemente il tessuto produttivo del nostro Paese. Una situazione generata dall’irresponsabilità di un’economia e di una finanza senza regole si sta sempre più tramutando in imprese che soffrono, lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione, fatturati in caduta libera, come sta accadendo nei nostri territori per il caso delle aziende di cui sono titolare, la Morellato Termotecnica e la Morellato Energia.
La scorsa settimana è arrivata in ditta una richiesta di sopralluogo e, successivamente, di preventivo, dalla Wass un’azienda parte del gruppo Finmeccanica e che contribuisce allo sviluppo di tecnologia militare.
Hanno proposto alla Morellato Termotecnica (la ditta del gruppo che si occupa di idraulica, climatizzazione e solare termico) una commessa da 30mila euro circa, 8-10 mila di utile, per diversi interventi tra cui una sistema di raffreddamento per una vasca da 10mila litri, usata nei loro laboratori. E’ una cifra importante, che potrebbe corrispondere a quello che si potrebbe ottenere con l’installazione di 38 climatizzatori o di 12 impianti di solare termico e che ci aiuterebbe a tamponare almeno temporaneamente i problemi dell’oggi. L’attuale situazione di crisi economica, il crollo del fatturato e le difficoltà che stanno affrontando le nostre aziende, ci ha messo nelle condizioni di dover scegliere tra coerenza e necessità, tra accettare una commessa che avrebbe dato ossigeno alle casse ma derogando sui principii etici oppure rifiutare in nome di una coerenza di base, ma contraddicendo le basi della razionalità economica.
Abbiamo aperto una discussione interna ed un confronto con OdES, l’Officina dell’Economia Solidale di Pisa, a partire dal Patto per il Distretto di Economia Solidale che ci siamo impegnati a sottoscrivere lo scorso maggio e che definisce la cornice di coerenza e di cooperazione reciproca all’interno della quale gli aderenti al patto dovrebbero muoversi ed agire. Tutto questo ha portato a sviluppi importanti.
Lunedì scorso, dopo una riflessione sofferta, abbiamo deciso di mandare un’email alla Waas confermando l’intenzione di non procedere con la proposta commerciale. Nonostante la crisi aziendale non sia risolta né migliorata nel corso degli ultimi giorni. Un estrapolato del testo è qui sotto
“[…] Alla fine abbiamo deciso che non presenteremo la nostra offerta per l’impianto da installare […].
Siamo consapevoli che il nostro contributo alla realizzazione della struttura militare sarebbe stato marginale e certamente ci sarà un’altra azienda che ci sostituirà, ma non ce la sentiamo di mettere le nostre competenze al servizio di un’opera che potrà sviluppare tecnologia bellica.
Mi scuso per il tempo che le abbiamo sottratto e la ringrazio per la fiducia che ci aveva accordato […]“.
La discussione interna e la disponibilità dimostrata da OdES, hanno aiutato ad evitare di fare un passo in una direzione insostenibile, almeno eticamente. Rimane però aperto tutto il resto: la necessità di dare risposte all’interno dell’azienda a chi, tra i lavoratori, potrebbe non capire; l’importanza di approfondire forme di solidarietà e collaborazione all’interno del Patto del Distretto di Economia Solidale; il ruolo positivo che ha giocato e che potrebbe giocare l’economia solidale nell’aiutare le persone (prima che le aziende) a non rimanere compressi tra necessità e coerenza.
Per questo crediamo importante andare avanti assieme, anche con il supporto delle reti dell’economia solidale e sociale, perchè non debba più accadere che imprese come la nostra si debbano trovare in situazioni simili. L’attuale momento storico è difficile per tutti e le vie d’uscita sono molte. Noi abbiamo scelto quella della cooperazione e dell’approccio etico all’economia. Nonostante i problemi, anche davanti alle difficoltà crediamo non si possa derogare su certi principii. Ma per poter andare avanti abbiamo bisogno anche di voi, del vostro sostegno e della vostra collaborazione.
Un caro saluto, Valerio Morellato
Mandato nelle liste da Alberto Zoratti: lo posto anche qui per evidenza
Care e cari,
gli ultimi sviluppi sono che, dopo il rifiuto alla commessa militare da parte dell’azienda Morellato di Pisa, l’attenzione è cresciuta. Oltre ai media online (Altreconomia, Pisa Notizie) anche il Tirreno – Pisa ha riportato la cosa (prima pagina e poi pagina interna, con tanto di articolo sul DES Pisa) e anche Repubblica nazionale (pag 18) ha fatto un pezzo ad hoc a tutta pagina.
Ora inizierà il lavoro di cooperazione più stretta tra l’Officina dell’Economia Solidale di Pisa e la ditta Morellato, per capire come costruire un percorso comune che serva anche da sperimentazione su come l’economia solidale può provare a mettere in campo strategie concrete di uscita dala crisi.
Non sappiamo dove arriveremo e se riusciremo, ma di certo sarà un’ottima palestra per tutti noi
Un abbraccio
Alberto
ultime uscite:
Pisa Notizie – http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=3554
Altracittà – http://altracitta.org/2012/07/13/commessa-militare-unazienda-pisana-preferisce-la-coerenza/
Buone Notizie – http://www.buonenotizie.it/cronaca-e-societa/2012/07/13/crisi-impresa-italiana-rifiuta-commessa-militare-per-motivi-etici/