La corrispondenza amorosa tra i bimbi veneti e il Presidente della loro Regione non poteva che dare “frutti spettacolari. Emozioni liriche, poetiche, attinte a un pensiero magico, tipico dell’infanzia e trasferite sul foglio con l’intensità e la grazia e la spontaneità di un mondo puro e incantato. Tanti i temi che emergono. Dalla rappresentazione del Coronavirus (…) alla casa, quale guscio protettivo. Dalla scuola (…) alle immagini dei pulcini, come immediato processo di identificazione del sé. Dalla natura (…) alla rappresentazione del loro Presidente. Dai disegni e dalle lettere raccolti emerge il ruolo fondamentale che il presidente Zaia ha ricoperto. Una figura di grande valore simbolico e protettivo a cui i bambini delle varie fasce d’età hanno fatto riferimento costante. Una figura paterna, divenuta familiare e che quotidianamente dagli schermi televisivi ha accompagnato le giornate di tutta la famiglia. Soprattutto necessaria nel bisogno espresso dai bambini di diventare soggetto e oggetto di cura”. Non è uno scherzo e non ci sembra ci sia bisogno di altre parole per commentare la mostra itinerante intitolata “# AndràTuttoBene”
No, non è uno scherzo, è una reale vicenda tragicomica. Le città del Veneto saranno attraversate da una mostra itinerante organizzata della Regione con il titolo “# AndràTuttoBene” curata dal Teatro stabile del Veneto e allestita da un noto studio di design ecomunicazione (Adriani & Rossi. Discover your genius) realizzata con disegni, pensieri e messaggi di bambini creati durante la pandemia. Nella presentazione è scritto che l’obiettivo della mostra è “riflettere su quanto è accaduto alla luce dei vissuti riflessi dai bambini e dai ragazzi”. Anzi dai “bimbi veneti” (stando alla declinazione di genere bambine e ragazze sembrano escluse). Un intento certamente interessante e delicato, che ci si aspetterebbe venisse indagato da psicologi, educatori particolarmente sensibili ed esperti di traumi collettivi. E invece – spiega la cartella data alla stampa dalla Regione del Veneto – la mostra è “nata in modo spontaneo nel periodo di confinamento”, come “raccolta di disegni che i bambini hanno inviato al loro presidente Zaia”.
Ma come hanno fatto i bambini a venire in contatto con il “loro” salvatore? Attraverso l’“appuntamento quotidiano con la conferenza stampa del Presidente [quella, per intenderci, che ha catturato anche l’attenzione di Crozza, facendone diventare un caso nazionale. Ndr], durante la quale si è instaurato un vero e proprio dialogo empatico tra chi con fatica, impegno e dedizione cercava di portare il Veneto dall’altra parte della riva e chi da casa aspettava con ansia l’aggiornamento dell’evolversi della situazione”. Così che: “Quasi per gioco è iniziata una corrispondenza tra i bambini e il Presidente, corrispondenza fatta di disegni, di sculture, di forme artistiche”. Zelanti funzionari regionali hanno raccolto ben 838 disegni, 13 sculture, 76 pensieri-messaggi, un videomessaggio. Saranno esposte anche fotografie con ritratti al personale sanitario, gigantografie delle città durante il lockdown “con parte dell’immagine in materiale scrivibile (tipo lavagna). Saranno forniti i gessetti per scrivere” – ci assicurano gli organizzatori. Ci saranno anche “Un giardino della creatività (costituito da erba sintetica)” e, per finire, nel percorso per le scuole dell’infanzia e primarie, “le classi potranno integrare la visita con Gioco dell’Oca Covid 19”. Mi immagino quali potranno essere le caselle a rischio di questo macabro gioco: la nonna in isolamento nella Casa di riposo; il pediatra di base che non fa visite a domicilio; l’autobus sovraffollato per andare a scuola… Tanto, è andato tutto bene!
La corrispondenza amorosa tra i bimbi veneti e Zaia non poteva che dare “frutti spettacolari. Emozioni liriche, poetiche, attinte a un pensiero magico, tipico dell’infanzia e trasferite sul foglio con l’intensità e la grazia e la spontaneità di un mondo puro e incantato. Tanti i temi che emergono. Dalla rappresentazione del Coronavirus (…) alla casa, quale guscio protettivo. Dalla scuola (…) alle immagini dei pulcini, come immediato processo di identificazione del sé. Dalla natura (…) alla rappresentazione del loro Presidente. Dai disegni e dalle lettere raccolti emerge il ruolo fondamentale che il presidente Zaia ha ricoperto. Una figura di grande valore simbolico e protettivo a cui i bambini delle varie fasce d’età hanno fatto riferimento costante. Una figura paterna, divenuta familiare e che quotidianamente dagli schermi televisivi ha accompagnato le giornate di tutta la famiglia. Soprattutto necessaria nel bisogno espresso dai bambini di diventare soggetto e oggetto di cura”.
C’è da non credere! Viene in mente il ventennio. Forse meglio Isabel Peron. Ed invece è tutto qui il segreto che spiega il fenomeno del 75 per cento dei voti presi da Luca Zaia. Una forma di governo interamente strutturata al fine del consenso; capillare, ordinario, ben disciplinato, patriarcale.
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