Una lettera, a proposito dell’appello a manifestare con e per i migranti l’11 settembre.
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di Daniele Barbieri
Care e cari di Comune-info,
ho dato la mia adesione all’appello di «donne e uomini scalzi» per manifestare a Venezia l’11 settembre.
Potrò andare e andrò. (*)
Ma ho un serio problema: 8 lettere, comincia con la lettera C e finisce con la A. Oppure se preferite sono due parole, un nome e un cognome: 5 lettere (inizia per L e finisce per A) e 10 lettere (comincia per A con un’altra A in coda).
Se non vi piace l’enigmistica… lo dico subito. Il mio problema si chiama coerenza. Il nome e il cognome sono Lucia Annunziata.
Ovviamente quando si decide di firmare un appello o si manifesta non ha senso “ritirarsi” se c’è qualcuna/o che… sembra fuori posto. Però fare attenzione a chi c’è si può, si deve. Coerenza e corretta informazione mi sembrano due basi importanti per andare avanti. Così segnalo il mio disagio nel vedere che la prima firma dell’appello (colpa dell’alfabeto) è quella di Lucia Annunziata, giornalista in busta paga Eni, dunque “al soldo” dei responsabili di crimini ambientali dai quali uomini e donne scappano. Qui sotto una breve scheda per documentare la mia affermazione.
Coerenza vorrebbe – così la vedo io – che, avendo firmato questo appello, Lucia Annunziata annunziasse la sua futura non collaborazione con chi ha instaurato una feroce “dittatura del petrolierato” che crea danni irreversibili in molti Paesi, fra cui l’Italia. È un problema ovviamente che lei vedrà con la sua coscienza; mi pare che fra le altre persone “prime firmatarie” sia l’unica ad avere un così pesante “conflitto di interessi”. La mia coerenza sarà invece partecipare al corteo ma esprimendo pubblicamente questo mio disagio. Ho sempre molti dubbi su tutto ma una delle mie salde certezze è la necessità di verificare che parole e fatti non siano in contraddizione.
*Daniele Barbieri, Imola*
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A PROPOSITO DI VEL-ENI
«Oil Magazine» è un trimestrale dell’Eni. Nel comitato editoriale, coordinato da Lucia Annunziata, ci sono fra gli altri Alberto Clò, Leonardo Maugeri, Harold W. Kroto, Moises Naim, J. Navarro Valls, Federico Rampini, Giuseppe Turani.
Come si può verificare con una piccola ricerca in rete Lucia Annunziata ha già lavorato come giornalista per Eni: la sua parcella nell’annata 2008 era di 150,000 – centocinquantamila euro – per 4 articoli l’anno e per essere presidente del comitato editoriale di «Oil». La Annunziata ha anche rappresentato l’ENI al congresso mondiale dell’energia del 2010 a Montreal. http://dorsogna.blogspot.com/2011/01/lucia-annunziata-eni-al-congresso.html Poi arrivò «Huffington Post Italia» che – come dice il New York Times – «/lined up four prominent introductory advertisers: the leather goods company Tod’s, the carmaker Citroën, the energy company Eni and the telecommunications provider Wind. Each of the partners has invested 1 million euros, or about $1.3 million». /Ovvero i primi 4 sponsor sono le scarpe Tods, Citroen, Eni e Wind.
Casomai aveste qualche dubbio su come l’Eni (e altri “Palazzi”) fanno sparire le notizie scomode dai media vi rimando a un libro sconvolgente e del quale – appunto – poco si è parlato. Sabina Morandi ha pubblicato «C’è un problema con l’Eni» (208 pagine per 14,50 euri) ovvero «Il cane nero si è pappato i rossi – come insabbiare un’inchiesta e liberarsi del giornalista» nel 2010 con l’editore Coniglio. Ci sono due errori da cofrreggere: l’editore avrebbe dovuto chiamarsi Leone e come sigla per petrolieri molto meglio Vel-Eni.
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E’ credibile uno che nel suo blog ospita diffamazione della compagna Louisa Hnoune del Parti des Travailleurs algerino? Il diffamatore e’ Karim Metref che descrive Louisa Hanoune come una pedina del sistema. Una bugia basta seguire cosa Luoisa dice e fa anche ultimamente.
Francesco