
“Nella scuola si impara a vivere fianco a fianco nelle diversità
e la diversità è la vita. È impensabile che la vita non sia diversità” (Simonetta Salacone)i
[Questo testo è stato prodotto da Rita Coco, , per un intervento al Festival delle migrazioni in Calabriaii]
Sequel: le piccole scuole salvate dagli immigrati? – L’ultimo film di Antonio Albanese “Un mondo a parte” uscito lo scorso marzo: due docenti riuscivano a salvare l’unica classe mista della scuola primaria di un paesino dell’appennino abruzzese andando a cercare iscritti tra i piccoli profughi ucraini neo-arrivatiiii e in una famiglia marocchina. Da notizie di stampa recenti, la scuola che ha ispirato il film è stata chiusa a giugnoiv; lo chiamano dimensionamento, si legge “accorpamenti e tagli”. Il test di resistenza in questo caso non ha funzionato; resta fermo il tema delle scuole delle aree interne salvate dalla migrazione.
Minori stranieri a scuola – Nell’anno scolastico 2022-23 gli “studenti stranieri” in Italia erano circa 1 milione, su un totale di 8,5 milioni di studenti (l’11% circa), concentrati soprattutto al nord e nella scuola primariav. Le parole sono importanti: a seconda di cosa intendiamo per “studenti stranieri” (figli di coppie miste e adottati? italiani senza cittadinanza?), il numero potrebbe essere il doppiovi.
Diritto – dovere dell’istruzione– In base al Testo Unico Immigrazione, i minori stranieri, come quelli italiani, sono sia soggetti all’obbligo scolastico (6 – 16 anni), sia titolari del diritto all’istruzione, indipendentemente dalla regolarità del soggiornovii. Di conseguenza, i genitori stranieri hanno il dovere (soggetto a sanzione) di iscrivere i figli a scuola, anche se spesso non lo sanno. L’ordinamento disciplina diversi aspetti di questo diritto. Ma un conto è l’esistenza del diritto e le sue declinazioni, altro la garanzia e l’effettività dello stesso.
Dinieghi scolastici – Nel Lazio, la Rete Scuolemigranti, che raccoglie le associazioni che insegnano l’italiano per stranieri, prevalentemente su base volontaria, ha istituito il servizio DISCOL, che assiste famiglie ed enti di tutela nei casi di dinieghi e respingimenti scolastici (430 casi tra luglio 2021 – febbraio 2024, di cui 352 nella scuola dell’obbligo)viii.
Adolescenti stranieri– Una fascia particolarmente critica è quella dei 14-17 anni, sia per la scelta dell’indirizzo (all’uscita dalla terza media la maggior parte viene orientata al comparto tecnico-professionale)ix, sia per i Minori Stranieri non Accompagnati (MSNA, per cui non c’è un piano per il loro inserimento a scuola e nei percorsi professionali, per cui serve il diploma di terza media). Lo stigma rischia di trascinarsi dall’infanzia all’età adulta.
Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione – Una volta a scuola, il minore straniero cosa fa? Nella scuola non sono previsti, strutturalmente, mediatori culturali e linguistici, e neanche docenti di italiano per stranieri (salvo quanto si dice più avanti). Nel Piano nazionale integrazione, fermo al 2017x, c’è qualche cenno alla scuola; esistono specifiche Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri adottate nel 2014xi, non mi risultano molto conosciute ma non sono state abrogate, quindi – al minimo – vanno applicate e fatte applicare.
Osservatorio per l’integrazione e l’intercultura – Esiste dal 2007 presso il ministero dell’istruzione un Osservatorio per l’integrazione e l’inter-cultura a scuola con funzioni consultive e propositive, periodicamente rilanciato dai vari ministri. Interessante, l’ultimo lavoro dell’Osservatorio intitolato Orientamenti interculturali. Idee e proposte per l’integrazione di alunni e alunne provenienti da contesti migratori, a firma del Ministro Bianchi, pubblicato nel marzo 2022xii, definisce l’educazione interculturale come “un processo di interazione tra soggetti appartenenti a culture diverse al fine di promuovere, nei contesti educativi, il confronto, il dialogo e la reciproca trasformazione” e “Riguarda tutti gli alunni e tutti i livelli di insegnamento”. Attori della relazione educativa sono dunque non solo gli stranieri, ma anche gli italiani, in dialettica e costruzione reciproca. Una buona base da cui ripartire appena sarà possibile.
Scuole aperte partecipate, reti e comunità solidali – Nella cassetta degli attrezzi per l’intercultura come sopra declinata possiamo certamente mettere le Scuole Aperte Partecipate, ossia scuole aperte sempre, tutto il giorno e tutto l’anno, in cui docenti, studenti, genitori, terzo settore e istituzioni collaborano per realizzare comunità accoglienti e solidali, per gli alunni della scuola e per il territorio. In questa “formula”, gli edifici scolastici, dopo la campanella o durante le vacanze diventano laboratori di cittadinanza attiva, per condividere arti, saperi, mestieri: doposcuola, biblioteche, teatro, musica, sport, aggregazione. C’è una nascente rete nazionale delle SAP e una rete romana che quest’anno ha compiuto 10 annixiii. Possiamo anche mettere il welfare di comunità e i percorsi di resistenza dal basso costruiti da associazioni visionarie che operano tra Scisciano e Marigliano, in provincia di Napoli: progetti di accoglienza diffusa, doposcuola, scuola di italiano, emporio solidale; l’altro mondo possibile che esiste già, tra principi zapatisti e collaborazioni con il mondo cattolicoxiv. Sistemi complessi che affrontano in rete le sfide di oggi, a partire dalle risorse espresse dai territori.
La scuola del “merito” borghese – A fronte di ciò, appare vieppiù distopica l’idea di scuola del ministro Valditara, a capo del ministero dell’Istruzione e – ahimè – del Merito, come traspare dalle nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’educazione civicaxv, che parlano di patria, identità, inno nazionale, bandiera, individuo, decoro, lavoro, azienda, educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale, proprietà privata – non fanno certo pensare a una scuola inclusiva e aperta (fortunatamente appena bocciate dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzionexvi).
L’IC Iqbal Masiq di Pioltello – Ricordo quanto accaduto ad aprile scorso in una scuola di Pioltello, in provincia di Milano, che ha deciso di sospendere le lezioni in occasione della festa di fine di Ramadan; per questo la scuola è stata sottoposta a ispezioni ministeriale e alla solita gogna mediatica. Invece si trattava di una misura del tutto legittima, di calendario scolastico, tenuto conto delle peculiarità di quella scuola (in base all’esperienza: la presenza in classe sarebbe stata scarsa), in linea con l’autonomia scolastica; infatti, non ci sono stati seguiti. Con altri presidenti e consiglieri di consigli di istituto di Roma abbiamo mandato una lettera di solidarietà, apprezzataxvii.
Italiano per stranieri: una buona notizia? Una recentissima norma, volta dichiaratamente all’integrazione scolastica degli alunni stranieri (art. 11 del D.L. 71/2024, conv. L. 106/2024), prevede che un decreto del MIM, a partire dall’a.s. 2025/2026, “può” disporre l’assegnazione di un docente dedicato all’insegnamento dell’italiano per stranieri per le classi con una percentuale pari o superiore al 20% di studenti stranieri neo iscritti o con una conoscenza insufficiente dell’italiano di base (inferiore al livello A2xviii). Sembrerebbe una buona notizia, eppure nasconde una serie di insidie, tra cui l’aleatorietà della misura che prevede una possibilità, non un dovere (serve un Decreto e il docente “può” essere assegnato); la mancanza di risorse dedicate (“nei limiti delle risorse di organico disponibili a livello nazionale”); sembra riferita solo alla scuola secondaria (“nella programmazione dei posti da assegnare alle procedure di concorso ordinario per docenti della scuola secondaria”), mentre tutti gli indicatori considerano gli apprendimenti linguistici alla primaria cruciali anche per il proseguimento del percorso scolasticoxix; può incentivare le scuole a concentrare l’iscrizione degli stranieri in classi dedicate (classi ghetto) per poter avere il docente di italiano, senza peraltro la certezza che poi arrivi. Da notare che la disposizione pone una riserva sull’utilizzazione di fondi dedicati per attività di potenziamento didattico in orario extracurricolare alle istituzioni scolastiche (in questo caso non si riferisce alle classi ma alla scuola) che si trovano nella stessa situazione del 20% considerata, identificate con un Decreto del MIM che indica anche le modalità di partecipazione al bando; da vedere quanti fondi saranno messi in campo e come saranno assegnati.
Autonomia scolastica: io speriamo che me la cavo – In questo contesto, in mancanza di mediatori e nell’attesa degli auspicati docenti di italiano per stranieri, la gestione dell’inclusione e dell’inter-cultura è rimessa all’autonomia delle singole scuole, anche sotto il profilo degli strumenti compensativi utilizzati (per esempio, piani di studio personalizzati). Dal canto loro, le singole scuole fanno quello che possono, come e quando vogliono; si risolve dunque in una questione di fortuna per tutti, per chi ci lavora e per chi le frequenta, per gli italiani e per gli stranieri. Ho diretta esperienza di genitori rappresentanti di classe e di istituto che si fanno carico della mediazione con la scuola in presenza di famiglie che non parlano italiano: anche qui, la società civile si organizza e supplisce alle carenze del pubblico. Può bastare?
Democrazia a scuola – A proposito dell’autonomia scolastica, sottolineo un dato che mi sembra trascurato. Tutti i genitori, anche degli alunni stranieri, e gli studenti stranieri alle superiori, possono votare per eleggere i rappresentanti di classe e di istituto e farsi eleggere. Gli organi collegiali, i consigli di classe, interclasse e intersezione, i consigli di istituto, sono importanti perché possono dare l’impronta alla scuola. Il riconoscimento del diritto di voto ai genitori stranieri nelle elezioni scolastiche è (può essere) uno strumento potente di inclusione.
Non c’è integrazione possibile senza cittadinanza – Infine, la legge sulla cittadinanza, la n. 91/1992, riferita a un mondo antico è ostacolo significativo alla vera inclusione. Nel 2017 il governo di centro sinistra scelse di non dare la luce alla legge sullo ius soli, pur avendo i numeri; tutti i governi progressisti successivi, anche l’ultimo, non hanno approvato una riforma; il tema non è nell’agenda dei partiti di destra né dell’attuale governo. In Italia un milione e oltre di giovani nati o cresciuti nel Paese privi di cittadinanzaxx sono esclusi da molte opportunità educative e civiche, non possono partecipare a programmi educativi internazionali, a borse di studio e progetti di formazione riservati ai cittadini. È avvilente non solo per gli alunni stranieri, ma anche per quelli italiani con cui crescono e studiano: come fanno a studiare l’art. 3 della nostra Costituzione, in particolare il suo comma 2 che sancisce l’uguaglianza sostanziale e il principio di equità? Affrontare la questione della cittadinanza è improrogabile. Il tema è tornato nelle agende politiche, speriamo sia la volta buona.
“Sortirne da soli è avarizia, sortirne insieme è politica” (Don Milani) – Si dibatte se sia necessario/opportuno fare classi speciali per gli studenti che non parlano l’italiano (o la lingua madre: es. il tedesco a Bolzano)xxi. Così posto il tema è fuorviante, perché non si tratta solo della lingua e della scuola, ma del tipo di società che si vuole costruire a partire dalla scuola. Insegnare a vivere insieme in una società complessa è la missione più importate che la scuola può e deve adempiere oggi. Più che mai abbiamo bisogno di scuole aperte, accoglienti, solidali, meticce. Noi ci siamo. Ubuntu e adelante!
Rita Coco ha aderito alla campagna Partire dalla speranza e non dalla paura
Note
i L’amatissima preside romana è celebrata in questo video degli Assalti Frontali https://www.youtube.com/watch?v=R5MHe-TEIas
ii Al link https://comune-info.net/scuole-aperte/scuola-migrazioni-e-partecipazione/
iii I profughi ucraini arrivati in Italia nel periodo 2022/2023 (fino a giugno) sono stati circa 175.000 (soprattutto donne, 90 mila, e minori, 50 mila), che hanno potuto contare sulla protezione temporanea ai sensi della direttiva 55/2001 – cfr. https://www.integrazionemigranti.gov.it/it-it/Ricerca-news/Dettaglio-news/id/3299/LEmergenza-Ucraina-e-il-progetto-PUOI.
iv Cfr. https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2024/06/12/chiude-la-scuola-di-villetta-barrea-ispiro-il-film-un-mondo-a-parte.
v Dati UIL Scuola, Studenti stranieri. Le nuove mappe della presenza in Italia, settembre 2023. Sono così distribuiti: 33% scuola primaria, 21% superiori, 19% medie, 14% CPIA, 11% nidi e materna, 1% ex serali; concentrati nelle scuole del nord: 62% tra Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria (la Lombardia ha il primato con il 25%), cfr. https://uilscuola.it/wp-content/uploads/2023/09/STUDENTI-STRANIERI-IN-ITALIA-STUDIO-UIL-SCUOLA-RUA-PDF-1.pdf
vi “Una stima che … includesse anche i figli di coppie miste o adottati, e coloro – sempre più numerosi – che sono approdati alla cittadinanza italiana, porterebbe a raddoppiare i numeri, collocando la presenza delle nuove generazioni in Italia tra il milione e mezzo e i due milioni di persone (fino a 18 anni)” (Orientamenti interculturali, p. 15, vedi infra)
vii In base all’art. 38 d.lgs. 286/98 (Testo Unico Immigrazione) e all’art. 45 DPR 394/99 (Regolamento di attuazione), in coerenza con i precetti costituzionali; l’iscrizione può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico, l’inserimento deve avvenire nella classe corrispondente all’età, sono previsti strumenti compensativi e l’adattamento dei programmi di insegnamento, compresi i piani di studio individualizzati.
viii Il sito https://www.scuolemigranti.org ha una mappa interattiva delle scuole di italiano per stranieri adulti e bambini e importanti informazioni sulla normativa applicabile nella scuola primaria e secondaria e per gli stranieri adulti.
ix “I consigli orientativi delle scuole, talvolta, indirizzano verso questo comparto anche studenti che potrebbero frequentare, per interesse e capacità, indirizzi che implicano percorsi scolastici diversi e più lunghi” (Orientamenti interculturali, p. 12, vedi infra).
x Piano nazionale d’integrazione dei titolari di protezione internazionale, Ministero Dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, https://www.interno.gov.it/sites/default/files/piano-nazionale-integrazione.pdf
xi Cfr. https://www.miur.gov.it/documents/20182/2223566/linee_guida_integrazione_alunni_stranieri.pdf/5e41fc48-3c68-2a17-ae75-1b5da6a55667?t=1564667201890
xii Orientamenti Interculturali – Idee e proposte per l’integrazione di alunni e alunne provenienti da contesti migratori, a cura dell’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e l’educazione interculturale, marzo 2022, https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Orientamenti+Interculturali.pdf.
xiii Il progetto è sulla piattaforma https://territorieducativi.it/
xiv Cfr. https://comune-info.net/sette-tesi-sullautorganizzazione/ e https://comune-info.net/il-castello-dellaltro-mondo/
xv Le LG sono annunciate dal MIM in un comunicato sul sito istituzionale al link https://www.miur.gov.it/-/scuola-pronte-le-nuove-linee-guida-del-ministero-dell-istruzione-e-del-merito-per-l-insegnamento-dell-educazione-civica-valditara-valorizzati-principi ma non risultano pubblicate sullo stesso sito; sono state reperite al link https://www.udisi.org/sites/default/files/page/2024/linee-guida-ec.pdf.
xvi Cfr. parere reso il 28 agosto 2024 disponibile al link https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Parere_ed-civica d8323b9df84b?t=1724862867589
xvii https://comune-info.net/scuole-aperte/relazioni-di-comunita/. Dopo l’episodio, una proposta di legge della Lega aveva ripreso il contenuto di una vecchia circolare ministeriale (Circ. n. 2 dell’8 gennaio 2010) che fissava al 30% il limite massimo di presenza di studenti stranieri nelle singole classi; poi ritirata o abbandonata.
xviii La norma fa riferimento a coloro che si iscrivono per la prima volta al sistema nazionale di istruzione ovvero che non sono in possesso di competenze linguistiche di base nella lingua italiana (specifica aggiunta nell’iter di approvazione del decreto) almeno pari al livello A2 del Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue – QCER.
xix https://lavoce.info/archives/105005/lintegrazione-delle-seconde-generazioni-passa-dal-sei-in-italiano/
xx Dal sito del Ministero del Lavoro e Politiche sociali, “sono quasi 900 mila gli studenti e le studentesse con cittadinanza non italiana nelle nostre scuole. Rappresentano oltre il 10% degli alunni e quasi nel 70% dei casi sono nati in Italia”.
xxi https://www.tecnicadellascuola.it/classi-solo-di-alunni-che-non-parlano-la-lingua-madre-bolzano-passa-ai-fatti-dal-5-settembre-una-prima-elementare-tutta-di-migranti
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