Un percorso di autoformazione partecipata al Teatro Valle sui temi dei beni comuni di nuova generazione. Tredici articoli e un video, suggeriti dalla redazione di Comune-info, per arrivare «preparati»
La privatizzazione di tutto l’esistente è un treno ad alta velocità che buca montagne e attraversa paesi senza rallentare. Qualcuno però, da un po’ di tempo a questa parte, ha scoperto il modo per tirare il freno d’emergenza. La riappropriazione condivisa dei beni comuni ha molti volti, quello del movimento dell’acqua e quello dell’occupazione e restituzione di spazi pubblici ai cittadini sono tra i più noti. «Volti» grazie ai quali milioni di persone hanno cominciato a pensare «non tutte i beni sono merce» e a chiedersi «cosa posso fare domani mattina insieme agli altri per difendere certi beni?».
Ma la riappropriazione condivisa dei beni comuni è in continuo divenire, è fatta di sperimentazioni, di idee e di fruizione condivisa, di partecipazione, di superamento del concetto «comune» come sinonimo di «pubblico», soprattutto se per pubblico si intende «statuale». Per questo, le politiche dei beni comuni, cioè gli usi politici del diritto, sono un tema sempre più discusso. E sono anche il tema al centro dei seminari aperti promossi dal Teatro Valle (insieme ad altri, tra cui il Cinema Palazzo): si comincia giovedì 13 dicembre dalle 14 alle 17.
«Usi civici a Napoli e altrove, sentenze e delibere in merito ai nuovi spazi occupati/liberati/restituiti alla cittadinanza, la sperimentazione di uno Statuto del teatro come bene comune al Valle: la storia dei beni comuni di ultima generazione – spiegano quelli del Valle – procede. In questo ciclo di incontri riprendiamo la buona abitudine di momenti di formazione partecipata, per costruire insieme i significati di un diritto vivente, a partire dalle capacità regolative che sappiamo sviluppare collettivamente».
Il filo rosso degli incontri di formazione è l’idea che la politica dei beni comuni sia per forza di cose creativa, non solo sul piano delle pratiche ma anche sul quello giuridico: rivendicazione di diritti acquisiti, contestazione dei confini che il potere traccia tra legale e illegale, capacità di autodeterminazione e autogoverno, sono alcuni dei modi attraverso i quali sempre più persone e gruppi ovunque fanno rallentano e perfino cambiare direzione alla Tav delle privatizzazioni.
Un’iniziaiva dunque davvero preziosa: Comune-info, se non altro per il nome che porta, ha pensato a come rendersi utile e, come una talpa, ha cominciato a scavare nel suo piccolo archivio (che ha da poco superato i mille articoli!). Di seguito, ecco qualche lettura e un video per arrivare preparati.
I beni comuni non sono il bene comune (Guido Viale)
Il bene comune e l’alternativa al capitalismo (Giovanna Ricoveri)
Un nuovo diritto metropolitano (Ugo Mattei)
La conoscenza è un software libero (Stefano Rodotà)
I tempi della nuova Comune? Questi (Franco La Cecla)
Come distruggere i beni comuni (Noam Chomsky)
Il Valle? Un balzo nel futuro (Roberto Ciccarelli)
Decrescita e commons (Paolo Cacciari)
La conoscenza come bene comune (Elinor Ostrom)
Cosa insegnano Valle e Macao (Guido Vialle)
Gli artisti dei beni comuni (Ugo Mattei)
C’è un fuoco di beni comuni in Valle (Andrea Baranes)
Cosa lega il Valle occupato e i No Tav? (Ugo Mattei)
Video: Guarda in alto, riprenditi la città (Alessandra Vitullo)
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Città invisibile è un piccolo collettivo romano che sbircia tra i temi sociali, della decrescita e del pensiero critico.
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