Il ministro dell’istruzione dice che dal prossimo anno scolastico l’Italia renderà obbligatorio nelle scuole lo studio dei cambiamenti climatici. L’ottima risposta di Teachers For Future Italia da discutere e diffondere, mentre un nuovo rapporto di 11.000 scienziati afferma che il cambiamento climatico causerà “indicibili sofferenze umane…”

Nei giorni scorsi più di 11.000 scienziati provenienti da 153 paesi hanno affermato, in un nuovo Rapporto, che il cambiamento climatico causerà “indicibili sofferenze umane” senza azioni drastiche; in cui i dati satellitari hanno mostrato che il mese scorso è stato il mese di ottobre più caldo mai registrato e in cui gli Stati Uniti hanno formalmente dichiarato alle Nazioni Unite che si stanno ritirando dall’accordo sul clima di Parigi, abbiamo appreso dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti che, dal prossimo anno scolastico, l’Italia diventerà il primo paese al mondo a rendere obbligatorio, per gli studenti, lo studio dei cambiamenti climatici.
Come TeachersForFuture Italia avevamo chiesto, già dal nostro primo Manifesto, l’aggiornamento delle linee guida per la gestione dell’emergenza climatica e non possiamo perciò che accogliere positivamente la notizia tuttavia pensiamo che, data l’accelerazione della catastrofe, si debba rivoluzionare totalmente il ruolo che ha la scuola nella nostra società, nel senso che essa non possa più permettersi di riprodurre l’ideologia che ritiene per esempio che automobili e industrie chimiche, allevamenti intensivi e cementificazione, si possano chiamare “progresso”.
Occorre sicuramente cambiare la didattica ma non aggiungendo l’ennesima materia in più quanto piuttosto rivoltando i paradigmi fondativi di tutte le materie, comprese la storia, l’italiano, l’educazione civica, ovvero declinando le materie di studio tramite un approccio critico al modello di sviluppo dominante e non solo come applicazione del criterio dello sviluppo sostenibile (leggi anche La sfida di Greta alla scuola e a tutti noi di Franco Lorenzoni, ndr).
Va quindi rilanciato il tema della scuola come modello di organizzazione che si basa sull’applicazione di un nuovo paradigma ecologico, sia come strutture materiali (e in riferimento a questo rimandiamo alla proposta delle nostre Linee guida sull’emergenza climatica ed ambientale), che in merito all’organizzazione interna e dei rapporti tra le componenti, dove dovrebbero giocare un ruolo maggiore proprio gli studenti.
Va mossa una critica alla formazione di figure professionali dedicate a industrie climalteranti.
Inoltre, per coerenza con l’iniziativa, il ministro, dovrebbe aprire un confronto con i colleghi degli altri ministeri affinché l’azione del governo tutto sia informata dei medesimi principi che hanno ispirato questa iniziativa del suo ministero. Invitiamo inoltre il Ministro ad aprire un confronto all’interno del governo affinché l’azione dello stesso sia uniformata ai medesimi princìpi che hanno ispirato questa Sua nobile iniziativa.
Infine, reputiamo necessario che il ministero abbandoni ogni collaborazione con aziende che basano le proprie attività sulla commercializzazione di energia da fonti fossili (Eni, Enel, ecc.) e che imponga i più alti standard di certificazione ambientale alle aziende coinvolte nei percorsi di alternanza scuola/lavoro.
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