Sono passati vent’anni dallo slogan “un altro mondo è possibile”. Ora l’unica rivoluzione immaginata dai più è che “un solo mondo è possibile”: speriamo che arrivi uno bravo che ce lo costruisca. Magari uno che conosce le banche d’Europa. Del resto sono in arrivo tanti miliardi dall’Ue. Soldi e vaccino. Ma quando avremo tolto la mascherina, si chiede Ascanio Celestini, e usciremo di casa con le tasche piene in quale mondo sogniamo di respirare?
C’è una cosa che affascina i cittadini delle democrazie di questi ultimi anni. È l’idea che ci sia un solo mondo possibile. Sono passati vent’anni dallo slogan “un altro mondo è possibile” e quell’immagine che mostrava una lotta aperta al compromesso, un’utopia disponibile al dialogo… quell’immagine è svanita del tutto. Ora l’unica rivoluzione che il cittadino medio (categoria che occupa il 99 per cento del totale) si permette di immaginare è che un solo mondo è possibile: speriamo che arrivi uno bravo che ce lo costruisce.
In Italia siamo un’avanguardia. Ha cominciato Berlusconi mettendo in pratica quello che Craxi aveva solo sperato di creare. Poi è stato un arrembaggio continuo. Bossi che porta i Celti alla conquista di Roma ladrona; Fini che sdogana i post fascisti; Di Pietro che mescola giustizialismo e strapaese; Grillo che raccoglie i cocci dei movimenti e offre un megafono a qualsiasi rivendicazione, poi traduce tutto in un partito e deposita il marchio; Renzi che va avanti a colpi di guerriglia, conquista un fortino alla volta, perde pezzi, non punta mai a vincere una guerra, ma procede per sabotaggi; e poi c’è il capitolo a parte dei tecnici, versione intelligente dei pirati sopracitati: Dini, Ciampi, Prodi, Monti e Conte, per non parlare dei colonnelli della Protezione Civile & co.
Ora s’affaccia alla storia italiana il più tecnico di tutti. Christian Raimo sostiene che “Draghi non fa la cacca: emette incenso”. Sono tutti entusiasti di potersi entusiasmare all’unisono. Perfino quelli che probabilmente resteranno fuori si affrettano a dichiarare che voteranno le misure che ritengono opportune. Che lo fanno per rispettare il regolamento di condominio sottoscritto dai loro inquilini. Anche Avvenire si esalta e lo inquadra come un esemplare di umanità e eleganza. “Ascolta, prende appunti, non interrompe, tutt’al più rassicura e invita ad avere fiducia”. E con la sua classe converte anche il barbaro Salvini. Quello che schifava l’Europa e voleva pieni poteri è felice di concederli a una colonna della Troika.
I motivi di quest’innamoramento sono tanti.
C’è il ripiegamento del politico nel privato, l’ansia e la solitudine che ne derivano, la crisi della rappresentanza, il vuoto ideologico, il pettegolezzo e la superficialità che sono usciti dal recinto del bar per finire nella piazza di internet, ma soprattutto il mito dell’inevitabilità. I cittadini delle nuove democrazie sono convinti che il futuro sia uno soltanto. Si può amare, disprezzare o fregarsene, ma inevitabilmente stiamo tutti finendo nel collo dello stesso imbuto.
Ma Draghi e i suoi tanti sostenitori hanno un motivo in più per infilarsi nell’imbuto. Oggi quel futuro è più concreto e, soprattutto, meno legato alle esperienze del Novecento, un secolo così pieno di partecipazione e pensieri. Oggi bisogna correre verso soldi e salute. Qualsiasi idea divisiva diventa secondaria. Il futuro inevitabile che ci vendeva Berlusconi era debole, ci dava libertà e benessere quando noi, tutto sommato, eravamo già abbastanza liberi e benestanti. Mica eravamo i morti di fame incatenati usciti dalla guerra e dal fascismo. Anche il futuro di Salvini era più fumo che arrosto. Alla patria ci crediamo veramente solo ai mondiali, ma il campionato ci appassiona di più. E pure tutta questa paura per gli africani scompare appena chiudiamo la pagina facebook del Capitano per guardarci intorno e vedere che siamo circondati da immigrati che si spaccano la schiena e si comportano meglio di noi.
Oggi i soldi che ci mostrano in televisione sono tanti. Non gli euro di Renzi, i condoni di Berlusconi, l’abolizione della povertà e compagnia bella. Ma tanti miliardi che superano il piano Marshall. Non possiamo rinunciare.
Soldi e vaccino. Tutto giusto. Ma quando avremo tolto la mascherinae usciremo di casa con le tasche piene in quale mondo sogniamo di respirare?
Gaetano dice
Concordo con l’idea dell’unico mondo possibile che quello che abbia messo in atto tutti le possibili iniziative per fronteggiare il Cambiamento Climatico