La mostra Storie improbabili di tipi sottosopra raccoglie disegni di personaggi sbertucciati, colmi di anomalie e imperfezioni, di ferite ma anche di grandi sorrisi. “Dicono poche cose, a volte niente, non fanno nulla – scrive l’autrice, Catia Castellani – Sono e basta. Forse sono collegati da un unica grande storia collettiva…”. Allieva di Bruno Munari, Catia Castellani si occupa di pittura scritta e poesia visiva e da anni lavora nel campo del disagio sociale, luogo dove si sente perfettamente a suo agio

La mostra Storie improbabili di tipi sottosopra contiene disegni di questo ultimo anno. Sono personaggi e paesaggi immaginati ma anche reali, visti un attimo in bus o in treno, o seduti su una panchina. Sono ricordi di persone conosciute, con delle caratteristiche particolari, ma sono anche personaggi che nascono così, bizzarri da subito. Sono un miscuglio di parole che ho sentito, di vite che ho incontrato compresa la mia.
A dire il vero quando disegno arrivano da sé e mentre disegno affiorano i ricordi, le parole, mentre disegno viene naturale tracciare la loro storia. Sono personaggi sbertucciati, colmi di anomalie e imperfezioni, di ferite ma anche di grandi sorrisi. Dicono poche cose, a volte niente, non fanno nulla. Sono e basta. Forse sono collegati da un unica grande storia collettiva. Spesso raccontano attraverso le loro parole e i loro sguardi anche di diversità, che però ritengo essere una bella possibilità.
Esorcizzo la paura, uso il nero che amo molto, prendo in giro i ladri e le streghe cattive, gli orchi e gli sbruffoni, i violenti. I “loschi” per esempio li vedo così, un corpo unico pieno di rabbia e insoddisfazione.


Ogni tanto citano frasi, titoli di libri, canzoni, poesie. Sono apparizioni veloci. Talvolta nascono da un errore di segno che ritengo mai casuale e procedo, vado avanti, lo utilizzo. Certo è, che è bello disegnarli e stabilire con essi una relazione.
E poi c’è la natura, gli alberi, il cielo, i fiori, il sole e le stelle, i simboli antichi, sempre indispensabili accompagnatori dei personaggi. Le case, le scale, i tetti, le strade. Una sorta di elencazione visiva alla Pèrec.
Disegno e dipingo per gioia così facevo fin da bambina.

Nella mostra vi è un piccolo settore di botanica fantastica: ho inventato piante, inventato un nome per ciascuna di esse giocando sulla lingua latina. Ho scritto una sorta di bugiardino fantastico.
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Storie improbabili di tipi sottosopra in questi giorni (e fino al 17 ottobre) è allo Skaletta Rock club di La Spezia (via Crispi 168), dalle 18 alle 23. Evento fb.
Catia Castellani si occupa di pittura scritta e poesia visiva. Allieva di Bruno Munari, da anni lavora nel campo del disagio sociale, luogo dove si sente perfettamente a suo agio. Conduce anche straordinari laboratori di non-didattica dell’arte contemporanea e di arte-attiva per bambini e bambine di scuole elementari e materne e si occupa di formazione per insegnanti. È autrice della testata Benvenuti ovunque.
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