Stralci di un articolo pubblicato da Z Net Italy (nella foto tre donne in una manifestazione di Occupy…).
New York, New York: quando si sente l’espressione “allenamento di primavera” la maggior parte di noi pensa al baseball, ma quest’anno il contesto è diverso perché il movimento Occupy si è appropriato dell’espressione per descrivere l’istruzione e la preparazione degli attivisti a proteste nonviolente in tutto il paese e a un auspicato Sciopero Generale per il Primo Maggio 2012, questo Primo Maggio. L’idea di “primavera” è più collegata alla “Primavera Araba”, un periodo di rivolta piuttosto che la stagione in cui siamo entrati. Riuscirà questo movimento relativamente nuovo a portare a termine un ambizioso sciopero generale che paralizzi una città come New York? Per molti versi il successo di tale tattica richiede alleanze e coalizioni che richiedono tempo per essere costruite. Timori interni di “cooptazione” possono rendere più difficile a Occupy estendersi a movimenti e tendenze politiche più riformiste, anche se alcuni sindacati hanno manifestato il loro appoggio.
Anche se Occupy non sarà in grado di “bloccare tutto” quest’anno, le iniziative attireranno l’attenzione dei media e dimostreranno che questo movimento è ancora attivo e in crescita. Diventerà ancora un altro mattone per un’azione diretta sostenuta. Cioè, se non si trasformerà nel genere di caos che ha diviso Occupy Oakland quando al suo auspicato sciopero generale è seguita la violenza.
Lungo tutta la storia del Primo Maggio ci sono state tensioni tra anarchici e socialisti. (…) Quando si torna indietro al primissimo Primo Maggio all’estero, tenutosi il 4 maggio del 1890 ad Hyde Park a Londra, ci possono leggere le osservazioni di Eleanor Marx (sì, di quella famiglia) che ricordavano all’enorme folla che la gigantesca mobilitazione era il seguito di altre più piccole in anni precedenti. “Ricordo”, disse, “quando venimmo in gruppetti di poche dozzine a Hyde Park per sollecitare la Legge sulle Otto Ore, ma le dozzine sono diventate centinaia, e le centinaia migliaia, fino a che non siamo arrivati a questa magnifica dimostrazione che oggi riempie il parco. Ci confrontiamo faccia a faccia con un’altra dimostrazione, ma sono contenta di constatare che le grandi masse sono dalla nostra parte”. Quella protesta aveva un oggetto specifico nel cercare di ottenere la giornata lavorativa di otto ore, un tema di giustizia economica. Le rivendicazioni specifiche sono importanti se si vuole che il pubblico comprenda perché si protesta, cosa vuole il movimento e come non si stia semplicemente promuovendo sé stessi. (…) La protesta era prevista come parte di un processo, non come un evento a sé stante, o fine a sé stesso, ma un’ulteriore azione di una lotta in corso finalizzata non a una qualche apocalisse, bensì a rendere il movimento ancora più forte. (…)
Quando ripensiamo a quell’evento a Londra, così tanti anni dopo, possiamo non essere consapevoli dei lavoratori che oggi sono sotto attacco, non solo politicamente, ma economicamente. Ci si aspetta già che il prezzo del gas negli USA aumenterà ancor di più nel maggio prossimo. La stampa inglese sta riferendo che ci sarà un altro sviluppo là il Primo Maggio. Leggete questo: “Migliaia di mutuatari vedranno aumentare le loro rate mensili con l’aumento, da parte dei prestatori, dei tassi variabili di riferimento, bloccando i debitori in contratti costosi. (…). Gli analisti dei mutui ipotecari affermano che almeno un milione di debitori sarà colpito dagli aumenti, il cui motivo è stato attribuito alle mutate condizioni del mercato dei mutui e all’aumentato costo dei finanziamenti (…)”
Dunque il Primo Maggio ha due volti. E’ un giorno di rivolta e di repressione. Negli Stati Uniti i poteri veri hanno neutralizzato l’importanza simbolica del Primo Maggio, sostituendo la ricorrenza con la Giornata del Lavoro [Labor Day] a settembre: un’occasione per grigliate, non per barricate. Ciò è avvenuto forse perché gruppi di lavoratori e di movimenti socialisti avevano manifestato il Primo Maggio sin dalla sua prima ricorrenza nel 1886. Allora “più di 300.000 lavoratori di 13.000 aziende di tutti gli Stati Uniti avevano abbandonato il lavoro nella prima celebrazione del Primo Maggio nella storia”. (…) E’ stata dunque una lunga lotta con Occupy che si è inserito sulla breccia e ha rianimato il Primo Maggio come giornata di solidarietà e di slancio contro il dominio dell’1%.
Ricordiamo le parole finali di Eleanor Marx in quel Primo Maggio di tanti anni fa: “Sollevatevi come Leoni dopo il sonno! In schiere invincibili! Scuotete a terra come rugiada quelle catene che vi sono cadute addosso nel sonno. Siete tanti. Loro sono pochi.”
Ironia e sberleffo. Occupy non è scomparso. E si prepara al 1° maggio
Danny Schechter, analista e scrittore, scrive su NewsDissector.net e collabora con alcune radio.
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