Ebbene sì, abbiamo una banca. E non temiamo affatto intercettazioni che lo rivelino, anzi. Perché il percorso intrapreso vent’anni fa da Banca Etica è fondato sulla assoluta trasparenza ed è sempre andato in direzione ostinatamente contraria alle oscure manovre finanziarie che caratterizzano in profondità il sistema italiano, a cominciare da quelle che resero celebre quell’incauta affermazione fatta in occasione del tentativo di scalata alla Bnl da parte dell’Unipol. Banca etica è stata e resta diversa, da qualunque prospettiva la si guardi. Una di esse, tra le più semplici e comprensibili a chiunque, rimanda alla funzione stessa di quel che dovrebbe fare un soggetto finanziario: mettersi in ascolto dei bisogni della società e pensarsi come strumento utile e non come fine in sé: far soldi dai soldi. In questi duri anni di crisi, fallimenti e sfiducia generalizzata che hanno portato a una diminuzione del capitale bancario per il sistema nel suo complesso, la diversità di Banca Etica è ancora più manifesta: va in controtendenza, facendo segnare una crescita solida e costante tanto del suo capitale sociale quanto del numero di soci, ormai oltre 40 mila. Vent’anni sembrano davvero pochi per realizzare quello che s’è fatto e alla fine del secolo scorso s’era appena cominciato a sognare in pochi. Tanti auguri, Banca Etica e, per una volta non sembri banale dirlo, grazie di esserci
dI Andrea Baranes*
A cosa pensate se sentite parlare di banche popolari venete? Per molti, il pensiero correrà alla liquidazione della Popolare di Vicenza e Veneto Banca e alle discussioni su se e come strutturare i rimborsi per i cosiddetti risparmiatori truffati. Solo l’ultimo di una serie di scandali e crisi, da Banca Etruria a Banca Marche, dalle Casse di Risparmio di Ferrara e Chieti a Banca Carige ad altre ancora. Se il sistema bancario italiano nel suo insieme appare a dire poco in difficoltà, c’è però una banca popolare in forma cooperativa, nata a Padova esattamente venti anni fa, in completa controtendenza.
Parliamo di Banca Etica. Negli ultimi 5 anni la raccolta è cresciuta del 74%. 13% in più negli ultimi 12 mesi, mentre la media del sistema bancario registrava un dato negativo (-0,6%). Gli impieghi alla clientela sono cresciuti del 56% in 5 anni e del 10% nell’ultimo, mentre il sistema bancario nel suo insieme registrava dati sette volte più bassi (+1,6%). Anni in cui crisi, fallimenti e sfiducia generalizzata portano a una diminuzione del capitale bancario per il sistema nel suo complesso, ancora una volta Banca Etica va in controtendenza, con una crescita solida e costante tanto del proprio capitale sociale quanto del numero di soci.
Risultati straordinari in una situazione a dire poco difficile, con una lunga recessione che ha colpito buona parte del mondo di riferimento della Banca, dal terzo settore in poi, un quadro normativo penalizzante, con regole spesso “a taglia unica” e cucite sui gruppi di maggiore dimensione, per non parlare dell’ostilità del clima politico e sociale che stiamo vivendo. Numeri ancora più straordinari se si pensa che oltre la metà dei clienti che ottengono un finanziamento da Banca Etica sono stati respinti almeno da un’altra banca. Persone fisiche e giuridiche considerate “non bancabili” da un sistema che ha stretto i cordoni della borsa. A fronte di questo dato, che sembrerebbe suggerire una maggiore rischiosità dei prestiti erogati, Banca Etica presenta delle sofferenze – ovvero la quantità di crediti che non vengono restituiti – nettamente inferiore alla media del sistema bancario italiano.
In questo contesto Banca Etica ha saputo rafforzare ulteriormente la propria specificità e unicità. L’unica in Italia a pubblicare sul proprio sito l’elenco completo dei finanziamenti erogati alle persone giuridiche. L’unica in Italia a realizzare una doppia istruttoria, dove quella tradizionale economica svolta dai dipendenti è affiancata un’istruttoria sociale e ambientale svolta dai soci sul territorio. Un’attività su cui la Banca ha investito negli ultimi anni, per misurare il proprio impatto, ma anche in un’ottica di partecipazione e nuovamente di trasparenza verso i suoi oltre 42.000 soci. Una crescita dei numeri non fine a sé stessa, ma funzionale a potere rispondere sempre meglio alle richieste che emergono dalla società. Perché è questo che dovrebbe fare la finanza: mettersi in ascolto e rappresentare uno strumento e non, come troppo spesso avviene oggi, un fine in sé stesso per fare soldi dai soldi.
Una crescita e un rafforzamento che ha permesso di aprire nuovi filoni di lavoro e gettare i semi per il futuro. Sostegno ai workers buy out, ovvero alle operazioni in cui lavoratrici e lavoratori acquistano la propria impresa per salvarla dal fallimento e salvaguardare i posti di lavoro; impegno nel microcredito con le principali reti europee; una maggiore presenza sul territorio tramite il rafforzamento della rete dei “banchieri ambulanti” e lo sviluppo delle tecnologie digitali, non per allontanare ma al contrario per permettere di semplificare il lavoro e quindi di liberare tempo per le relazioni e la partecipazione, vero elemento di forza della rete di Banca Etica; apertura e consolidamento di nuove operazioni, dall’equity crowdfunding ai fondi di impatto.
Questi e altri progetti che vanno di pari passo con la dimensione partecipativa e culturale: il lavoro di educazione critica alla finanza; la partecipazione ai network e alle campagne italiane ed europee che chiedono una riforma del sistema finanziario; un “cantiere partecipazione” con proposte concrete per coinvolgere i soci nella vita della Banca; l’apertura di una Fondazione culturale in Spagna, accanto a quella italiana; il lancio di Shareholders for Change, una rete europea di azionisti critici e attivi che intervengono nelle assemblee delle aziende quotate per porre domande sul loro comportamento sociale e ambientale.
Il prossimo 18 maggio si voterà per il rinnovo del CdA della Banca. Per proseguire sulla strada tracciata finora, per confermare e consolidare ulteriormente i risultati e dare gambe ai progetti messi in campo, per un impegno ancora più forte verso le nuove sfide che stanno emergendo, dall’ambiente ai giovani agli esclusi e alle periferie, è fondamentale l’esperienza e la visione di chi ha guidato la Banca in questi anni. Innovando ma senza salti nel buio, assieme a chi conosce gli organi e i meccanismi di funzionamento della Banca. E’ quanto incarna la Lista PartecipAttiva che si presenta per il prossimo CdA. L’elenco dei candidati e il programma di mandato sono disponibili qui:. Si può votare sia partecipando di persona a Bologna e Bilbao, sia facendo tutto on-line, registrandosi entro la scadenza del 12 maggio, seguendo la procedura descritta qui:
Votare e partecipare è fondamentale, per continuare a dare forza al progetto di Banca Etica. Perché la finanza può e deve essere parte della soluzione alle sfide che stiamo vivendo, e non uno se non il principale problema come troppo spesso avviene oggi. Questo significa lavorare per un cambiamento culturale e delle regole ma anche mostrare con l’operatività quotidiana che un diverso modo di intendere la finanza non è migliore “unicamente” dal punto di vista sociale e ambientale ma anche da quello strettamente economico. Proseguendo con i risultati straordinari in un contesto estremamente difficile e rilanciando sul percorso tracciato fino a oggi. Per entrare nei nostri prossimi vent’anni con un progetto di “finanza etica al 100%”.
*Presidente fondazione Banca Etica
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