“Stracìa”, è un termine dialettale che descrive la pioggia carica di sabbia rossa del deserto ma è anche il titolo di una canzone bellissima e struggente scritta da Vincenzo Oppedisano che il progetto Siproimi di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria) ha interpretato in un video messo in rete proprio il giorno della festa di tutte le mamme del mondo, a cui va il pensiero quando si è lontani.
Nata nell’ambito di un laboratorio musicale realizzato con beneficiari del progetto di accoglienza gestito dalla Rete dei Comuni Solidali a Gioiosa Ionica, Stracìa è il frutto di un intreccio di storie tra migranti, operatori e mediatori culturali. Chi lavora con i migranti sa quanto sia difficile per loro lasciarsi andare ai ricordi, quanto sia spesso doloroso parlare dei propri cari e della propria terra. È risultato un laboratorio nel quale le donne e gli uomini accolti a Gioiosa si sono sentiti finalmente capaci di aprirsi alle emozioni, di raccontarsi. Le loro storie stanno tutte lì, in quattro minuti carichi di dolcezza e malinconia: un viaggio nel profondo dei sentimenti di chi migra forzatamente dalla propria terra.
“È dal Sud degli sbarchi e dell’accoglienza, che è luogo privilegiato di intreccio e confronto tra culture, lingue, religioni, ordinamenti sociali che deve partire la reazione al razzismo cieco” dice Alessia Barbiero, presidente del Siproimi di Gioiosa “L’italiano, l’arabo, il francese, il wolof e il pular si amalgamano tra di loro, risuonando tutte uguali, poiché tutte parlano di madri lontane, di terre lontane, della malinconia nel lasciare la propria casa, ma anche di speranza e di fiducia in un futuro dignitoso, facendoci comprendere, ancora di più, di come le differenze si annullino quando si parla di umanità”.
[Roberta Ferruti]
Commovente..emozionante..grazie