Dei poveri, si sa, da che mondo è mondo, si parla parecchio. Con chi è povero, però, ovunque si parla sempre molto, troppo poco. Eppure, perfino dal punto di vista delle statistiche, oggi qui non dovrebbe certo essere impresa ardua, visto che, stando ai dati del 2021, quella condizione investe il 23 per cento delle persone che vivono in Italia, quasi una ogni quattro. Semmai la relativa novità è che oltre tre milioni di quei poveri lavorano. Tra i soggetti più attivi nel contrasto di quella condizione, delle disuguaglianze crescenti in misura esponenziale e delle scelte politiche che le determinano c’è certamente l’Arci. La sua rete di circoli e associazioni, con forme varie e diffuse di mutualismo e solidarietà, è da sempre un architrave della società organizzata che contrasta la “guerra mondiale” contro i poveri e non contro la povertà che in Italia rischia di acquisire oggi alcuni dei tratti più intollerabili in Europa. Di tutto questo, e di molti altri temi connessi a una realtà citata con frequenza ma assai poco raccontata in profondità, si parla fino a sabato 15 aprile a Cremona. Lo si fa nella seconda edizione di eQua, l’incontro nazionale contro le disuguaglianze e per i diritti sociali promosso dall’Arci in cui si approfondiscono cause e possibili soluzioni di una condizione che, con ogni evidenza, non può più essere nascosta sotto il tappeto dell’ipocrisia e dell’indifferenza
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Si è aperto oggi a Cremona, per concludersi poi sabato 15 aprile, la seconda edizione di eQua, l’incontro nazionale contro le disuguaglianze e i per i diritti sociali, organizzato dall’Arci.
“I poveri non esistono?” è il titolo scelto quest’anno per sottolineare un momento storico nel quale le disuguaglianze continuano a crescere in maniera esponenziale e i poveri sembrano essere spariti dall’agenda politica.
Eppure il numero delle persone che vivono male cresce sempre più. Dati, analisi, ricerche di organizzazioni ed enti pubblici e privati certificano ciò che la nostra rete di circoli ed associazioni monitora da anni: si fa drammaticamente fatica a vivere una vita dignitosa.
Le disuguaglianze aumentano tra sud e nord, tra città e aree ai margini, tra persone di diverso genere, tra giovani e meno giovani, tra ricchi e poveri. Problemi che non sono stati affrontati per tempo e che oggi, dopo la pandemia e con gli effetti di una guerra terribile nel cuore dell’Europa, stanno spingendo il nostro Paese verso il baratro.
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I dati sono drammatici: nel 2021 i poveri assoluti nel nostro Paese sono stati circa 5,6 milioni e circa 8 milioni di persone in povertà relativa. Condizioni che riguardano quasi il 23% della popolazione italiana. Inoltre, sono più di 3 milioni le lavoratrici e i lavoratori che sono poveri anche se lavorano, con una disoccupazione giovanile al 22% e quella delle donne al 10,2%.
Uno scenario, tra i peggiori in Europa, al quale di anno in anno si aggiunge un aumento dell’inflazione che colpisce pesantemente i redditi più bassi e un ridimensionamento della possibilità di garanzia dei diritti sociali di base: la sanità pubblica è al collasso, il sistema educativo non riesce ad arginare la crescente dispersione scolastica, le carceri sono sovraffollate e in uno stato drammatico, la povertà abitativa dilaga.
In questo contesto l’Arci è stata un soggetto attivo. Abbiamo consolidato, sperimentato e organizzato forme diffuse di mutualismo per rispondere ai nuovi e vecchi bisogni espressi dalla società, per difendere e promuovere i diritti sociali, per trasmettere una cultura solidale.
Una grande rete di circoli e associazioni che cercano di reagire a fragilità ed esclusione, spesso insieme ad altri attori del Terzo Settore e alle amministrazioni locali. Ma per rispondere con maggior forza a questa crisi abbiamo bisogno di maggiori strumenti per leggere la realtà nel suo complesso e per sostenere una battaglia politica che sentiamo più urgente che mai.
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“eQua” sarà, quindi, un importante momento per sviluppare un ragionamento collettivo sull’attualità politica e sociale del nostro paese, per scambiare buone prassi, per conoscere meglio le esperienze e i vissuti delle realtà Arci, per provare ad innovare gli strumenti del nostro agire quotidiano.
Grazie agli interventi di esperti, intellettuali ed esponenti delle istituzioni, dell’associazionismo e dei movimenti sociali, proveremo a consolidare l’identità condivisa dell’azione sociale dell’Arci e a delineare linee di discussione su alcuni dei principali temi che attraversano la nostra società: dall’emergere di nuove povertà alle ricadute nelle comunità, dalle disparità nel sistema sanitario e nel diritto alla salute alle politiche sociali, dal lavoro povero alle disuguaglianze di genere, dal mutualismo alla necessità di un reddito universale, dalla lotta alla povertà educativa a come rafforzare le tante attività di lotta all’esclusione.
“eQua” nasce nel 2022, allo scoppio della guerra in Ucraina. Questa seconda edizione, che si svolgerà a Cremona dal 13 al 15 aprile con la collaborazione di Arci Lombardia, Arci di Cremona e Comune di Cremona, avrà ancora di più un carattere formativo, grazie anche a compagni di strada come il Forum Disuguaglianze e Diversità, la Fondazione Feltrinelli, Sbilanciamoci e Medicina Democratica. Per rafforzare il dialogo con chi pensiamo possa aiutarci a costruire una nuova società.
Scopri il programma: https://www.arci.it/equa-2023-i-poveri-non-esistono/
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