Se la scuola viene vissuta non solo come luogo educativo ma anche come presidio di comunità si rafforza l’impegno per contrastare le diseguaglianze e la povertà educativa. Con questo approccio si è aperta anche all’interno dell’ANCI un’importante riflessione fatta di analisi e proposte. In questo momento, scrivono Sabrina Gastaldi e Valentina Scavone dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, occorre mettere sempre più in rete esperienze e saperi per favorire il dialogo tra territori, servizi comunali, scuole, istituzioni culturali, società civile e associazioni genitori
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Scuole aperte è una “visione”: intorno allo spazio fisico e alla comunità educante si cerca di far percepire ai ragazzi e ragazze il valore della scuola, non solo come luogo educativo ma anche presidio della comunità. In che modo? Da diversi anni si parla di “Scuole aperte”, oramai diffuse in molte parti del territorio nazionale, con risultati soddisfacenti: esperienze che si caratterizzano con l’apertura della scuola oltre l’orario scolastico, attraverso forme innovative di partecipazione attiva di comuni, studenti e studentesse, docenti, genitori ed enti del terzo settore. Si crea reciprocità tra territorio e scuola, quest’ultima oltre a svolgere un ruolo educativo pubblico si trasforma in un bene comune che da un lato è supportata dalla comunità, dall’altro è la scuola stessa ad aiutare il territorio, recuperando la sua funzione cardine di accompagnamento dei ragazzi e ragazze verso scelte sul proprio futuro: un ruolo pieno e attivo dei giovani è un importante fattore di sviluppo economico e sociale per un territorio.
Il ruolo chiave dei comuni in questi anni nell’attivare progetti di “Scuole aperte” seppur con modelli differenti, soprattutto dopo il periodo di pandemia che ha prodotto tra i giovani sofferenza e solitudine per la prolungata chiusura delle scuole, ha offerto ai ragazzi e alle ragazze opportunità di aggregazione e partecipazione, senza barriere culturali, economiche, linguistiche, in un’ottica di eguaglianza formale e sostanziale dei diritti, come ci indica l’articolo 3 della nostra Costituzione.
Questo ci porta a riflettere sul fatto che è necessario valorizzare le buone pratiche diffuse nel nostro Paese che in qualche modo già indicano la strada verso modelli innovativi. Con l’iniziativa del 29 febbraio 2024 a Roma, in Campidoglio, si è riacceso un riflettore sul tema scuole aperte attraverso un dibattito che ha portato al confronto le realtà territoriali e gli altri attori coinvolti nel processo. Sono stati messi in luce le esperienze vissute nei comuni e nelle diverse scuole del territorio. L’analisi dei punti di forza e degli ostacoli incontrati ha fatto emergere che fare comunità attorno alle scuole, anche attraverso la sperimentazione di nuove forme di relazione tra amministrazione e città, può aiutare a combattere le diseguaglianze che spesso determinano fenomeni di dispersione scolastica e povertà educativa.
In questa particolare fase storica c’è bisogno di riflettere su come affrontare questi fenomeni: le attività svolte fuori dall’orario scolastico hanno una lunga tradizione anche in altri paesi dell’Europa che vengono intese come civic center e negli Stati Uniti come community school, dove al centro c’è sempre lo studente e il suo successo scolastico e negli ultimi anni sono state oggetto di ricerche per valutare gli effetti sulle prestazioni scolastiche e sullo sviluppo degli adolescenti. È stato dimostrato un miglioramento nel profitto e una riduzione dell’abbandono scolastico con un aumento dell’iscrizione all’università di ragazzi e ragazze che pur provenendo da contesti familiari svantaggiati, sono riusciti ad ottenere brillanti risultati scolastici. Trascorrere maggior tempo a scuola è un modo per sottrarsi all’influenza negativa del contesto di origine.
È importante quindi incentivare e supportare con qualsiasi strumento progetti che si prefiggono l’obiettivo di tendere alla scuola come luogo ideale di crescita, di condivisione e di scambio. ANCI ha fatto la sua parte nel 2018 quando ha sostenuto la reintroduzione della materia della educazione alla cittadinanza con la proposta di legge di iniziativa popolare che, grazie ai sindaci di tutta Italia, ha raggiunto 100 mila firme necessarie per portare la proposta in parlamento. La legge poi emanata nel 2019 ha come fondamento l’idea di far tornare la scuola un luogo dove coltivare il senso civico e formare una migliore coscienza civile nei cittadini e cittadine del domani.
Concretamente allora cosa fare? Innanzitutto, per realizzare scuole aperte è necessario mettere in rete esperienze, mobilitare saperi, innescare dialogo, affinché tra territorio/servizi comunali, scuola, istituzioni pubbliche e culturali, società civile, associazioni, famiglie e nelle grandi città la realtà dei quartieri si stringa un’alleanza forte per mettere in campo idee, processi e strumenti, cercando di coinvolgere gli stessi giovani in questo percorso progettuale perché sono loro che vivono la scuola. Lo stesso ministero dell’Istruzione, negli anni passati, aveva promosso il progetto “Scuole Aperte”, per raccontare le esperienze di scuole che hanno aperto gli edifici per renderli fruibili allo svolgimento di attività che coinvolgono il territorio. Anche recentemente si parlato delle possibili declinazioni di una scuola aperta tutti i giorni e con orari dilatati. L’idea di scuola come sistema aperto al territorio è dunque all’attenzione dei decisori politici e va ripresa e posta all’attenzione nazionale come esigenza per supportare i progetti.
Consideriamo dunque la data del 29 febbraio in cui si è svolto l’evento scuole aperte in Campidoglio come il primo passo per ricominciare a promuovere e far crescere le buone prassi territoriali e a diffondere quelle già esistenti che possono costituire un aiuto per gli altri comuni.
Teniamo sempre presente però che ad oggi tali modelli diffusi da nord a Sud del Paese sono frutto della buona volontà dei comuni che quasi sempre sostengono da soli oneri organizzativi ed economici, sarebbe dunque importante che a livello centrale si avviasse una riflessione per valutare investimenti sui progetti Scuole aperte una preziosa risorsa da non perdere.
Sabrina Gastaldi, Responsabile Area Istruzione, Politiche educative, edilizia scolastica, Sport e impiantistica sportiva ANCI
Valentina Scavone, Responsabile Ufficio Istruzione ANCI
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