Aderisco con tutto il cuore perché penso che abbandonare la speranza è come tradire l’idea che le cose possano cambiare. Invece noi dobbiamo resistere e credere che un mondo diverso è possibile e insieme possiamo farcela!
E come dice Calvino:
«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».
Italo Calvino, Le città invisibili, Einaudi, 1972, pag. 170.
[Igia]
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