È dai tempi dei rifugiati della guerra in ex Jugoslavia che, ripetutamente, la vita dei Rom a Napoli è minacciata dalle fiamme. È successo ancora nella notte tra il 21 e il 22 novembre e solo per una serie di fontunose coincidenze, a parte ore e ore di aria irrespirabile anche per i molti bambini, si è riusciti a evitare seri danni materiali. Quelli dentro le persone, però, si fanno sentire, eccome. Lo ricorda la Rete Mediterraneo Antirazzista che fa una denuncia inequivocabile: “Chi ha visto il terrore negli occhi di bambine e bambini non lo scorderà più, e quei bambini per lungo tempo non dormiranno sonni tranquilli. La montagna di rifiuti che si è accumulata sotto il ponte dell’asse mediano è una vergogna disumana e un disastro ecologico, la cui responsabilità ricade interamente su chi amministra la città, non da ieri, ma da almeno venti anni”
Nella notte tra il 21 e il 22 novembre un incendio è divampato nel campo di via Cupa Perillo a Scampia, a pochissimi metri dalle baracche in cui vivono centinaia di persone, tantissime delle quali sono minori, appartenenti alla comunità rom del quartiere.
L’incendio è stato domato dopo ore grazie all’intervento dei vigili del fuoco e di volontari che hanno successivamente organizzato una turnazione per controllare che le fiamme covate sotto i cumuli di immondizia non riprendessero a bruciare. Vale la pena ricordare che il servizio comunale di raccolta ordinaria di rifiuti nell’area circostante al campo è praticamente inesistente.
Da ventiquattr’ore l’aria nella zona è irrespirabile. La nube tossica ha avvolto per ore il campo e le esalazioni hanno raggiunto un’ampia parte del quartiere, lo stesso che era stato tirato a lucido pochi giorni fa in occasione della visita del presidente della Repubblica Mattarella, presso la sede universitaria che dista pochissimo dall’area dei campi.
Solo per una serie di fortunate coincidenze, strutture, cose e soprattutto persone non hanno registrato grossi danni, almeno da un punto di vista materiale. “Il danno interiore – scrive in un comunicato la Rete Mediterraneo Antirazzista – è invece irreparabile. Chi ha visto il terrore negli occhi di bambine e bambini non lo scorderà più, e quei bambini per lungo tempo non dormiranno sonni tranquilli. La montagna di rifiuti che si è accumulata sotto il ponte dell’asse mediano è una vergogna disumana e un disastro ecologico, la cui responsabilità ricade interamente su chi amministra la città, non da ieri, ma da almeno venti anni. Il supporto, la solidarietà concreta e le denunce che gli abitanti e la rete delle associazioni di Scampia portano avanti con ostinazione da tempo incalcolabile continuerà finché la sofferenza e l’amarezza non si trasformeranno in un cambiamento che generi dignità. La questione abitativa dei rom è fuori dall’agenda delle istituzioni locali, e negli investimenti per la cosiddetta trasformazione dei territori metropolitani non si contempla in nessun punto la ricollocazione delle poche centinaia di rom che abitano nei campi di Cupa Perillo”.
Sull’ignavia della giunta Manfredi rispetto al destino delle comunità rom dell’area nord, meno di un mese fa abbiamo pubblicato un articolo dall’eloquente titolo Cambiano gli amministratori, ma l’emarginazione dei rom di Scampia resta la stessa. A questo link, invece, potete trovare una piccola cronistoria che mostra la continuità dell’operato dell’amministrazione in carica con quelle guidate dall’ex sindaco de Magistris, che l’hanno preceduta. Consigliamo la lettura di entrambi i testi.
Fonte: Napoli monitor
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