Nessuno qualche anno fa immaginava potesse germogliare una meravigliosa storia di accoglienza di migranti in un paese rurale mezzo abbandonato nella Locride. Pochi avevano previsto la valanga di indignazione diffusa ovunque e la riuscita di una manifestazione autogestita (foto) dopo l’arresto di Mimmo Lucano. Quelli che sono in alto non riescono a controllare tutto, non sanno prevedere dove e come spunta fuori la speranza. Per questo Riace fa paura a molti. Scrive Chiara Sasso: “Sembrava ribellarsi anche il cielo, nei primi giorni di ottobre, alla notizia dell’arresto del sindaco di Riace. È venuto giù il mondo… Anche i fichi d’india e i vasi delle piante grasse fuori delle porte, sabato sembravano intimoriti dal clamore, dal passaggio di tante persone… che hanno trovato finalmente una motivazione per alzarsi in piedi…”
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di Chiara Sasso*
Sembrava ribellarsi anche il cielo, nei primi giorni di ottobre, alla notizia dell’arresto del sindaco di Riace Domenico Lucano. È venuto giù il mondo. Oltre ai danni materiali anche dei morti. Strade impraticabili, ponti crollati. Una manifestazione indetta nel piccolo comune della Locride così di corsa, senza una vera organizzazione che si facesse carico di tutta la logistica, rischiava di saltare per il maltempo. Sabato 6 ottobre: la pioggia non si fermava insieme al numero dei pullman annunciati da Genova da Lecce, Brindisi, Roma, Potenza e Matera, da Napoli, da tutta la Calabria.
Nella notte bombe d’acqua si sono scaricate ancora su Riace, il giorno dopo una bomba di persone, venuti con auto, treni, aerei dalla Toscana, dal Veneto, Piemonte, da Reggio Emilia…Non si conoscevano ancora le accuse che martedì mattina una marea di persone, compresi giornalisti, si ribellavano facendosi vivi dichiarando lo sconcerto. E la preoccupazione per il momento che stiamo vivendo. Riace, un piccolo paese della Locride diventato il chiodo fisso del Ministro degli Interni.
https://comune-info.net/2018/10/lettera-aperta-ai-cittadini-di-marzabotto/
Non sarà che proprio da questa terra martoriata e dimenticata nasce un riscatto e un insegnamento che rischia (finalmente) di scombinare tutto con la forza dell’autenticità. Riace un paese rurale che sembra fermo nel tempo è diventato attraverso una idea semplice e geniale allo stesso tempo (accogliere i richiedenti asilo per salvare il paese da uno spopolamento ormai avviato), un progetto conosciuto nel mondo. Nel 2009 un corto girato da Wim Wenders, nel 2016 la segnalazione di Fortune il prestigioso magazine che inserisce il sindaco Lucano fra i cinquanta uomini più potenti del mondo. Premi ricevuti in Italia e all’estero, il film voluto dalla Rai e interpretato da Beppe Fiorello, fino ad arrivare alla copertina dedica a lui da Famiglia Cristiana. La Rete dei Comuni Solidali è stata sempre al suo fianco passo a passo dal 2004 e si può dire che lo ha accompagnato e sostenuto condividendone il percorso. Non è stata una passeggiata di salute perché il progetto era rivoluzionario in una terra notoriamente difficile.
Anche i fichi d’india e i vasi delle piante grasse fuori delle porte, sabato scorso sembravano intimoriti dal clamore, dal passaggio di tante persone, dalla digos e carabinieri presenti. Quella casa e quella finestra dove il sindaco si affacciava rappresentava il luogo del cuore di tutte le persone che hanno trovato finalmente una motivazione per alzarsi in piedi e scendere nelle piazze. Solidarietà anche dall’estero: Parigi, Barcellona, Berlino. Ovunque una mobilitazione per “Riace non si arresta”. “Riace non S’Arresta”. Già si parla del “modello” Riace che può e deve diffondersi ma deve rimanere estraneo e difendersi da certe dinamiche e pratiche autoreferenziali politiche che invece di allargare il consenso indeboliscono la mobilitazione. A Riace lo stare insieme è diverso.
Fra i tanti commenti letti un amico di Domenico Lucano scrive:
“Sindaco tu hai fatto quello che noi abbiamo sempre ipotizzato stando seduti sul divano senza scomporre la nostra vita”.
Domenico si è giocato tutto. Nel suo saluto letto al termine della manifestazione dice:
“Non ho rancori e rivendicazioni contro nessuno. Vorrei però dire a tutti che non ho niente di cui vergognarmi, niente da nascondere. Rifarei le stesse cose che hanno dato un senso alla mia vita. Vi auguro di poter avere il coraggio di essere soli e l’ardimento di stare insieme sotto gli stessi ideali”.
*Rete dei Comuni solidali
Fotogallery manifestazione autorganizzata il 6 ottobre 2018 a Riace (Ph Gianluca Cantisani)
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Chi di male ferisce di male perisce
La storia insegna purtroppo.!
Mi ha fatto bene al cuore leggere le vostre righe, i vostri pensieri su Riace. Sono vicina col cuore,con la mente con tutta me stessa a Mimmo Lucano. Un esempio di civiltà, di umanità
di solidarietà. Col cuore e con la mente sono vicina a Mimmo ed a tutta la sua gente di Riace.
Non sarà assolutamente possibile lasciar cadere questa azione umanitaria sorta in un paese rurale della Locride grazie al suo Sindaco Mimmo Lucano. Un’azione se si pensa molto semplice: accogliere delle persone che vengono da paesi in cui non potevano vivere in modo umano. Sono accadute sempre nei secoli queste migrazioni dovute agli umani o alle tragedie meteorologiche. Nel XXI secolo ciò non può avvenire. Pena la perdita della libertà dell’uguaglianza e dell umanità.