La pagella cucita addosso al ragazzo anonimo del Mali annegato nel Mediterraneo. Il ragazzino che salva dalla distruzione i libri nel corso dello sgombero a Primavalle, a Roma. Ci porteremo dietro per molto tempo quelle due immagini. Chissà sa sapremo dare speranza a tutti quei bambini che mostrano fiducia nel potere della scuola e che sognano di trovare un posto nel mondo
Il mondo salvato dai ragazzini è un’opera di Elsa Morante1: titolo oggi quanto mai attuale. Perché nella congerie di immagini che oggi ci vengono quotidianamente proposte e imposte due in particolare si stagliano nella nostra memoria: la pagella cucita addosso al ragazzo anonimo del Mali annegato nel Mediterraneo2 (leggi anche Vi prego, fermiamoci un momento di Franco Lorenzoni) e il ragazzino che salva dalla distruzione i libri nel corso dello sgombero a Primavalle, a Roma (leggi anche Lettera a Laura Baldassarre di Marco Bersani).
Accanto alla foto della bambina in lacrime mentre un poliziotto la separa dal padre al confine fra Messico e Stati Uniti e della bambina abbracciata al padre entrambi morti annegati.
La scuola, riparatrice dei destini è il titolo di un’opera del maestro francese Paul Le Bohec3 che abbiamo tradotto Quando la scuola ti salva. Purtroppo ci sono danni incalcolabili e irreversibili che nemmeno la miglior scuola può riparare, perdite che non si possono salvare.
Però quei bambini mostrano fiducia nel potere della scuola e dell’istruzione, in un futuro nel quale si riscatteranno dalle condizioni in cui noi li facciamo vivere e morire. Noi invece li sradichiamo dalle scuole che frequentano, li spostiamo come pacchi, insensibili all’umanità bambina, irremovibili tutori della logica del branco (“prima i bambini italiani”).
“I bambini del mondo sono bambini di tutti” era la frase di apertura di un libro collettivo con testi raccolti in oltre quaranta paesi sulle condizioni dell’infanzia nel mondo, pubblicato nel 2014 dalla Federazione internazionale dei movimenti di scuola moderna ( FIMEM)4, e dedicato “ai bambini e alle bambine che soffrono sulla nostra terra”.
Lungo e irto di inciampi è il cammino per acquisire questa semplice verità, che noi non siamo proprietari e custodi dei nostri figli ma che il loro futuro sarà condizionato e reso più vivibile anche dalle situazioni di vita, dalle speranze, dai progetti di tutte le infanzie del mondo.
Con parole semplici, così come lo sono i gesti dell’anonimo maliano e del bambino di Primavalle che sottrae alla distruzione i propri libri, in quel testo bambini e bambine, ragazzi e ragazze di tanti paesi del sud e del nord del mondo esprimono fiducia nell’educazione, nella scuola, la reclamano come proprio diritto primario, raccontando quando e come adulti insipienti e violenti sottraggono o impediscono quello che per gli adulti è un dovere. Escludendo da servizi essenziali, discriminando, forzando a combattere, a lavorare nelle miniere, a prostituirsi, a diventare schiavi delle criminalità.
Vogliamo e dobbiamo sperare che adulti benevoli e saggi possano prendere quei libri, sappiano farne tesoro nella loro funzione educativa, non ne disperdano il profondo valore, non deludano la saggezza antica del ragazzino che vede nel libro la propria forza e speranza. Perché solo così si potrà sperare di salvare il mondo, come ricorda Malala5.
È questo il messaggio che ci offrono quelle immagini, è questo che dobbiamo tutelare e far crescere nelle coscienze.
Tutti o nessuno diceva una poesia di Bertold Brecht. “Non si può salvarsi da soli”. Grandi e piccoli insieme.
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Giancarlo Cavinato, Tavolo SaltaMuri
Note
1 Torino, Einaudi, 1968
2 Cristina Cattaneo, ‘Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo’, Milano, Raffaello Cortina, 2018
3 Paul Le Bohec, ‘L’école, réparatrice des destins?’, Paris, L’Harmattan, 2007 ; trad. italiana ‘Quando la scuola ti salva’, Parma, Junior Spaggiari, 2011
4 “Non dobbiamo tacere. Diritti negati, diritti riconosciuti, diritti conquistati” Carpi (Modena), APM Nuovagrafica, 2014
5 Malala Yusufai, discorso all’ONU, dicembre 2016: ‘Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo’
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