
LETTERA A LAURA BALDASSARRE, ASSESSORA ALLA PERSONA, SCUOLA E COMUNITÀ SOLIDALE DI ROMA CAPITALE
Gentile Assessora, ogni volta che nella città di Roma si procede a uno sgombero, leggo dai giornali diverse sue dichiarazioni, tra le quali tre mi hanno sempre colpito in maniera particolare:
“Il Comune predisporrà soluzioni per le persone con fragilità accertata”.
“Il Comune contempera il rispetto della legalità con il rispetto dei diritti umani”.
“Il Comune procede attraverso colloqui individuali a dare risposta ai bisogni specifici di ogni situazione”.
Sono frasi apparentemente sagge, ma se scaviamo nel profondo ne scopriamo la profonda disumanità.
Partiamo dalla prima: che significa fragilità accertata? Buttare fuori casa “manu militari” centinaia di persone non apre a ciascuna di esse l’orizzonte della fragilità? O essere senza casa è ininfluente e, per essere considerati fragili, occorre anche accettare di essersi definitivamente arresi alla speranza e dimostrare in altre forme la propria disperazione? Magari in forme socialmente poco comprensibili, ma capaci di attivare i solerti servizi del suo Assessorato? E poi, la fragilità è uno stigma o definisce l’esistenza umana in quanto tale, che, proprio per questo, ricerca appartenenza, solidarietà, comunità? C’è una stella per la fragilità o le avete tutte spente nel contratto di governo?
Veniamo alla seconda: che significa contemperare? Cosa si contempera mettendo quarantacinque camionette, due idranti, centinaia di poliziotti anti-sommossa davanti a famiglie, persone e bambini che vanno regolarmente a scuola? Liberate uno spazio – colpevolmente abbandonato da voi e da chi vi ha preceduto – per affermare cosa? Un deserto chiamato legalità?
Infine, questa ossessione per i colloqui individuali… proprio non le entra nella testa e nel cuore il concetto di comunità (peraltro iscritto nel suo mandato assessorile)? Le sfugge che le occupazioni nascono da bisogni individuali che si fanno processo collettivo e costruiscono comunità? E che in questo modo sostengono anche le sue amate “fragilità accertate”? Le sfugge che dopo anni di vita assieme, conquistata mettendo il cuore oltre l’ostacolo dei vincoli di bilancio, le persone vogliano continuare a vivere assieme, perché per la prima volta hanno smesso di sentirsi sole e “fragili”?
C’è una foto dello sgombero di Cardina Capranica che ha fatto il giro del web e che le consiglio di mettere sulla sua scrivania: è quella del bambino che passa davanti ai poliziotti tenendo stretti i suoi libri. Ha la faccia triste (“fragile?”) ma è anche concentrato sul compito di evitare che quei libri vengano buttati via dalle solerti forze dell’ordine. Quel bambino studierà. Malgrado lei. Quel bambino tornerà a sorridere. Malgrado voi.
Lettera molto bella. Ma non sono ottimista. Come tornerà a sorridere quel bambino senza un tetto sulla testa? Come potrà leggere i suoi libri?
Sulla mia pagina ho scritto che il dolore, visibile, di quel bambino sarà irreparabile. Possiamo solo sperare che il suo dolore non generi altro dolore, all’infinito.
apriamo le scuole prima di buttare via i figli di questo secolo difficile per l oro.
auri sacra fames …
Quel bambino non tornerà mai più a sorridere, almeno non in modo davvero convinto. Gli auguro di studiare, di crescere, di vincere nella vita permettendosi il lusso di raggiungere ciò che sogna, ma quest’esperienza toglierà per sempre qualcosa ai sorrisi (che spero comunque siano tanti) che in futuro farà.
Che vergogna questa giunta grillina: distruggono tutto in nome di una ipotetica legalità anche nei municipi che governano. La legalità è cosa giusta ma non può essere cieca, disumana e stupida. Vergognatevi!
quanto pessimismo in questi commenti! diamo forza e speranza a questi ragazzi! C’è la farà!
Dubito che questa lettera possa scuotere l ipocrisia piccolo borghese portato culturale tipico dei 5 stelle. E non solo loro
Ma figuriamoci se non tornerà mai più a sorridere per uno sgombero-chissà cos’altro gli è capitato nella vita.
Sorriderà ogni qualvolta -e spero tante- riuscirà, da solo contro tutti, a fare qualcosa: e mi pare ne abbia tutte le intenzioni, a vederlo dalla foto.
Sono meno ottimista sulla poliziotta, sempre a giudicare dalla foto. Diciamo che ha molte più cose da capire del bambino, e meno possibilità di farcela.
Non è “fragilità accertata” il non avere più un tetto sulla testa? Sta al comune, ora, occuparsi di queste persone che ha gettato sulla strada !