Un anno fa lo sgombero del presidio dei lavoratori ai Cantieri Navali di Trapani. La scorsa settimana la Satin, la società per la quale lavoravano, è formalmente fallita. Molti degli ex lavoratori – come annunciato nove mesi fa da Comune-info in questo articolo che ha suscitato molte attenzioni, «Fabbriche senza padrone in Italia» – si sono riuniti nella cooperativa Bacino di Carenaggio, e adesso annunciano: «Siamo pronti ad essere una valida alternativa alla disastrosa precedente gestione e ad essere noi stessi i padroni del nostro lavoro, senza mire imprenditoriali».
Scrivono i lavoratori dei Cantieri Navali di Trapani in una nota (fonte: isoladeicassintegrati.com): «Il giorno 03 aprile 2013 la sezione fallimentare del Tribunale di Trapani ha decretato il FALLIMENTO della Satin-Cnt. Quest’ultimo accadimento dimostra incontrovertibilmente la fondatezza delle nostre analisi e la correttezza delle nostre previsioni. Eravamo certi, e lo abbiamo detto più volte, che il percorso intrapreso dalla dirigenza aziendale si sarebbe concluso inevitabilmente con il fallimento delle due società. Per più un anno abbiamo denunciato il disinteresse della dirigenza nel garantire continuità e futuro occupazionale ai suoi dipendenti e l’inadeguatezza della Satin-Cnt nel detenere in concessione l’area demaniale sulla quale sorge il cantiere. […] A più riprese abbiamo segnalato alle Istituzioni che sono in corso indagini della magistratura tese a far luce su gravi e documentati atti di inquinamento ambientale nell’area demaniale in concessione alla Cnt che, come se non bastasse, è disseminata di rifiuti speciali di ogni genere che, da anni, aspettano di essere smaltiti. L’azienda peraltro non è nuova a questo tipo di accuse. Nonostante tutto ciò, gli ex titolari della Satin-Cnt dichiarano che l’unica causa del fallimento sia stata la dura lotta che noi lavoratori abbiamo intrapreso per contrastare la cassa integrazione e licenziamento. Dichiarano anche, falsamente, che eravamo una minoranza. Noi rispediamo al mittente queste accuse ingiuriose e siamo consapevoli che si tratta solo di vani tentativi di sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle proprie gravi responsabilità».
I lavoratori ricordano anche come la Satin abbia «licenziato 59 lavoratori dalla Cnt», mentre altri dipendenti «hanno preferito licenziarsi piuttosto che lavorare gratis per mesi e mesi»
Poi l’annunci, che dimostra il percorso avviato sui temi dell’autofestione: «Buona parte del Collettivo lavoratori in lotta ha costituito una cooperativa, la Bacino di Carenaggio-Società Cooperativa, il cui progetto è quello di porsi come valida alternativa alla disastrosa precedente gestione dell’area demaniale in questione e, non da meno, essere noi stessi i padroni del nostro lavoro, senza mire imprenditoriali, ma con l’unico scopo di assicurare un lavoro e un futuro a noi e ad altri. Sollecitiamo ulteriormente il ministero delle Infrastrutture, la Regione Sicilia e il Comune di Trapani, affinché finalmente si attivino per fornirci gli strumenti necessari per realizzare il nostro nobile progetto».
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