di Gabriele Mandolesi
Il governo si appresta a mettere mano all’articolo 14 della delega fiscale (legge con cui il parlamento aveva rimandato al governo il compito di intervenire sul sistema fiscale, ndr), che dovrebbe portare a un riordino del settore dell’azzardo. Ă molto interessante analizzare bene sia i contenuti che il processo di consultazioni che si sta svolgendo per capire il peso delle lobby su questo settore.
Il sottosegretario con la delega ai giochi Pier Paolo Baretta ha incontrato in prima battuta i rappresentanti dell’industria (per gli amici Lobby). Fino a qua tutto bene, nel senso che sono una delle parti direttamente interessate e quindi ha senso incontrarli… il problema è che oltre a essere un primo incontro, sembrava avere anche l’aria di essere l’unica consultazione nei piani del governo, perchĂŠ nĂŠ i parlamentari dell’intergruppo contro il gioco d’azzardo, nĂŠ i movimenti che rappresentano la societĂ civile sono mai stati convocati e non hanno avuto modo di visionare la bozza dell’articolo 14.
Ovviamente le lobby sono le uniche che hanno avuto in anteprima questo documento e con un comunicato stampa si sono dichiarate molto contente… Inizia a salire una sana preoccupazione: Vita.it denuncia questo modo inaccettabile di gestire le consultazioni, l’intergruppo parlamentare scrive una lettera formale chiedendo di essere messo al corrente, Baretta indispettito risponde che è disposto a incontrare tutti.
Slotmob e No Slot scrivono una lettera al Sottosegretario per richiedere un incontro e portare le istanze dei movimenti e delle associazioni per provare a riequilibrare quanto meno questo potere eccessivo delle lobby. Ă dura ma ci si prova. Finalmente, non grazie al governo ma grazie a Giovanni Endrizzi (senatore M5S) viene pubblicata on line la famosa proposta di riordino del gioco…
Tenetevi pronti (si sconsiglia la lettura ai deboli di cuore:
1) PUBBLICITĂ: La delega fiscale richiedeva esplicitamente al governo di adottare provvedimenti che vietassero la pubblicitĂ . Il governo risponde con un divieto in tutti i programmi per minori, nella fascia dalle 16 alle 19 ma comunque VENGONO ESONERATI DA QUESTO DIVIETO TUTTI GLI EVENTI SPORTIVI.
Allora con estrema calma l’analisi è questa: nei programmi per minori e nella fascia 16/19 nessuno fa la pubblicitĂ dell’azzardo, semplicemente perchè non è il target di riferimento e perchè nel giro di due secondi le associazioni a tutela dei minori farebbero partire “Occupy Azzardo” e le lobby, giĂ sotto i riflettori negativamente, non se lo possono permettere. Quindi prima abile mossa, vietare la pubblicitĂ dove giĂ adesso non si fa. Geniale.
Ma a farci concludere che questa norma è stata scritta a quattro mani (due del governo e due delle lobby) è la salvaguardia degli eventi sportivi: cioè se c’è una partita di serie A tra le 16 e le 19 anche se viene vista dai minori si potrĂ fare pubblicitĂ ! Ma il minore se è un soggetto da tutelare perchè fragile lo è sempre, non è che durante il campionato magicamente diventa maggiorenne. Allora quale è il punto? Il punto è che bisognava salvaguardare gli introiti delle emittenti televisive e radiofoniche che vendono a peso d’oro i loro prime time alle societĂ dell’azzardo. La tutela dei minori al primo posto, ma se c’è da scegliere tra loro e i profitti delle multinazionali il governo ha il navigatore automatico impostato in una sola direzione. Una vergogna.
Il Sottosegretario Baretta ha inoltre detto che sarebbe anche disposto a vietare totalmente la pubblicitĂ , ma il problema è che l’Europa non lo consente… Poca conoscenza del problema? Forse. Nel senso che in Germania la pubblicità è giĂ vietata, i ricorsi delle multinazionali sono partiti e la Corte di Giustizia Europea (Sentenza Germania) per ben cinque volte ha dato ragione agli stati membri dicendo che, per la delicatezza del settore, limitare la pubblicitĂ non rappresenta una limitazione agli scambi di servizi se questi servono a tutelare l’interesse generale dei cittadini. Con questi precedenti giurisprudenziali, si potrebbe vietare la pubblicitĂ in Italia ad occhi chiusi. Se non si farĂ sarĂ solo per volontĂ politica, non esistono problemi tecnici.
2) LEGGI NAZIONALI E TERRITORIALI: In questi anni Comuni e Regioni hanno approvato con enorme fatica leggi che limitassero l’azzardo sui loro territori, sfidando decine di ricorsi al Tar delle multinazionali spesso perdendo. Nel corso degli anni leggi importanti sono però state approvate, come quella del Comune di Genova o della Regione Lombardia. Tutto ciò è inaccettabile per il governo che sta preparando la mossa del giaguaro: fare una legislazione nazionale uniforme per tutti molto piĂš morbida di quelle adottate dagli enti locali, in modo da far decadere automaticamente tutti i provvedimenti adottati finora da Comuni e Regioni. Splendidi.
3) IL FAMOSO PROVVEDIMENTO RIDUCI SLOT: Il governo ha annunciato che vorrà ridurre le AWP (cioè quelle attualmente dentro i bar) di circa 150.000 unità . Molto bello, se non fosse che questa è una proposta della stessa lobby perchè avevano una rete eccessiva e con rendimenti in calo. Ma dalla bozza pubblicata dal senatore Endrizzi esce fuori il Particolare con la P maiuscola, ossia che tutte le AWP ritirate si trasformeranno automaticamente in un numero uguale di diritti ad installare Slot di nuova generazione. Quanta fantasia!
Che dire? I movimenti anti slot andranno da Baretta (se ci riceverĂ ) e dirĂ questo, in particolare metterĂ sul tavolo tutte le sentenze che ci danno la libertĂ di autodeterminarci per tutelare gli interessi dei piĂš deboli vietando la pubblicitĂ . Cosa otterremo? Con questo filo diretto tra lobby e governo forse niente, se non la possibilitĂ di svelare questo gioco di sudditanza molto triste e impedire che ci vengano raccontare bugie promozionali su quanto questa riforma sia la rivoluzione positiva del settore che da anni tutti aspettavamo.
Se mai qualcuno volesse dire la sua, questo è l’account twitter di Baretta: @PPBaretta
Pagina fb Slotmob
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Per me e per oltre cento associazioni, ribellarsi è stato aderire alla campagna Slotmob invadendo pacificamente i bar in tutta Italia che non hanno le slot machines, per premiarli e ringraziarli della scelta etica che hanno fatto, ben consapevoli di quanto avrebbero rinunciato in termini di incassi.
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