C’erano una volta i poveri Cristi.
C’erano, ovvero al passato, perché oggi, see…
Un tempo invece venivano in soccorso le definizioni.
Etimologicamente parlando, in accordo al dizionario De Mauro, un povero Cristo è una persona sventurata, che si trova in cattive condizioni; un povero diavolo, giacché nessuno gli dà più un lavoro.
Per il Garzanti, oltre ad aver subito una cattiva sorte, è un individuo di aspetto umile e misero.
Il dizionario Hoepli de La Repubblica lo definisce un infelice e un disperato mentre per lo stesso editore sul Corriere della sera suscita compassione, pietà o simili, come – giustappunto – Cristo mentre saliva al Calvario. L’espressione è usata anche per chi versi in cattiva situazione economica, spesso in modo spregiativo.
Tuttavia, qualora tale definizione venga associata alle persone migranti, a parte quest’ultima accezione, che mi sembra la più diffusa, il discorso cambia. Soprattutto dalle nostre parti, perché, come dice la premier Meloni, poveri Cristi? See…
A tal proposito, allora mi chiedo se tale osservazione si riferisca a tutti i rifugiati sulla Terra. Magari coloro che arrivano o transitano nel nostro Paese sono diversi dagli altri. O forse lo sono i campi che verranno realizzati prossimamente dal governo italiano? Per quanto riguarda il numero di campi nel mondo, con difficoltà se ne misura la quantità. Nondimeno, si può immaginare una cifra enorme, tra i 500 e i 700, o forse anche di più. Allo stesso tempo, secondo le Nazioni Unite le persone sfollate con la forza alla fine di settembre del 2023 erano 114 milioni. Di queste, circa 6.6 milioni vivono in un campo per rifugiati, anche se è davvero difficile ottenere una stima precisa. La maggior parte di queste strutture sono in Africa mentre la crisi dei rifugiati si concentra e sta peggiorando sempre più anche in altre zone, come in Siria, Afghanistan, Bangladesh e ovviamente pure in Ucraina. Ovunque, soprattutto in quelli più affollati, le emergenze sono molte e ogni anno più gravi, tra la fame, la sete e la difficoltà a ottenere medicine e ogni tipo di aiuto sanitario, per non parlare degli attriti all’interno dei campi stessi dovuti a differenti popolazioni con storie conflittuali alle spalle.
E allora mi domando: coloro che tra i nostri simili – sottolineo, ogni tanto non guasta – si ritrovino più o meno forzatamente a vivere in posti del genere, sono definibili dei poveri Cristi? Ovvero, secondo il vocabolario italiano che fino a strafalcione contrario ci dovrebbe unire tutti, sono effettivamente delle persone sventurate che versano in cattive condizioni? Li possiamo chiamare poveri diavoli a cui nessuno dà un lavoro? Ci appaiono sovente di aspetto umile e misero? Potremmo pensare che molti di loro siano spesso infelici e disperati?
Altrimenti, dobbiamo davvero credere che quelli che sorgeranno in Albania – il che spiegherebbe l’ingente investimento di denaro, peraltro di noi contribuenti – saranno dei resort di lusso in cui verranno trasferiti milionari in cerca di svago e bagordi. Della serie, poveri Cristi? See…
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