di Maria G. D’Orsogna*
Ormai sono passati quattordici anni e i pozzi della Taylor Energy, ditta ormai defunta, continuano a sputare petrolio in mare, nel Golfo del Messico, al ritmo di 10.000 – 30.000 galloni al giorno.
Era infatti il 2004 quando l’uragano “Ivan” rovesciò una piattaforma danneggiando vari pozzi collegati alla piattaforma; fra questi il pozzo “23.051”. Insieme a quel pozzo perdono altri pozzi secondari: secondo le stime più recenti gettano nell’oceano ogni giorno la bellezza di 37.000 – 110.000 litri.
Questi numeri arrivano da studi effettuati con il satellite eseguiti da Oscar Pineda-Garcia, docente alla Florida State University e titolare di una ditta che studia perdite petrolifere in mare.
La Taylor Energy, o quel che resta di questa impresa, dice che sono al massimo due o tre galloni al giorno, provenienti dai fondali marini. Ci vuole un bel coraggio eh? Tra 3 e 30,000 galloni c’è di mezzo un fattore diecimila!
Ma già nel 2015 il governo centrale aveva trovato che le stime di petrolio rilasciate in mare da “23.051” e dalle sue sorelle erano di molto superiori a quelle fornite dalla Taylor Energy; il tutto grazie a degli studi fatti dai giornalisti della Associated Press.
Molti di questi pozzi sono circa cento metri sotto il livello del mare, a volte anche coperti da melma, questo è il risultato dell’uragano che innescò una frana marina provocando la distruzione di più di dieci pozzi di petrolio, molti dei quali ancorati alla stessa piattaforma.
Nel 2011 la Taylor Energy cercò di ripristinare l’area e bloccò nove dei vari pozzi distrutti da “Ivan”, ma tutto questo non ha impedito all’infrastruttura petrolifera attorno a “23.051” di perdere la bellezza di circa 4 milioni di galloni di petrolio, 16 milioni di litri — dal 2004 fino al 2017.
Secondo Garcia il petrolio è cosi abbondante che occorre indossare maschere per non sentirsi male, e che oltre al petrolio arriva in superficie anche il gas.
Dal canto suo quelli della Taylor hanno portato in causa il governo nel 2016: avevano depositato 666 milioni di dollari per la sicurezza e ora ne rivogliono indietro 423 milioni, visto che il loro lavoro, dicono, è completo. Ma il governo si oppone perché secondo loro (giustamente!) il lavoro non è affatto finito.
Intanto il petrolio continua a scorrere. Da quattordici anni, ogni giorno.
* Fisico e docente all’Università statale della California, cura diversi blog (come questo). Consapevole dell’importanza dell’informazione indipendente, Maria Rita ha autorizzato con piacere Comune a pubblicare i suoi articoli
Valentina dice
Stop it! What can I do to help?
Emanuela Andria dice
La società petrolifera deve assolutamente intervenire e fermare la fuoriuscita di petrolio: è una vergogna!!!!!!!!!!!!!!! E i governi intervengano anche loro iin modo drastico e deciso!!!!!!!!!