di Lino Di Gianni*
Racconti da un corso di italiano per stranieri
Se mi chiedessero, qual è l’arma più potente mai inventata sulla Terra, secondo te? In base alla mia esperienza personale, diretta, dopo aver insegnato per venti anni a classi di bambini della scuola elementare statale a tempo pieno (delle periferie operaie di Torino), dopo aver insegnato altri ventiquattro anni nei corsi di istruzione per adulti stranieri e non (le 150 ore, poi i Ctp, oggi Cpia) se mi chiedessero, qual è la cosa che fa veramente la differenza tra le persone, il gruppo, la società? Risponderei, senza dubbio, l’istruzione. Il grado di istruzione, la qualità della sua istruzione, di una persona è l’agente più potente di trasformazione.
Quando vengono da me, per iscriversi a un corso di italiano per stranieri, la mia prima domanda è: quanti anni sei andato a scuola, nel tuo paese? La seconda domanda, è capire se hanno solo una lingua o un dialetto come modello. La terza domanda, è da quanto tempo sono in Italia. Certo, poi contano tante altre variabili: l’età, se hanno contatti linguistici con italiani, se lavorano, se hanno moglie e figli. Con che mezzi vengono a scuola, quanto sono lontani (vivo e insegno nella Valsusa NoTav).
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Il vero significato dell’istruzione
Le persone, tutti noi, siamo sistemi estremamente complessi e sofisticati, spesso però capita di affrontare le situazioni in modo semplificato e contraddittorio, e allora si va incontro a una crisi.
Un esempio? S. è venuto da me, età trentaquattro anni, mai andato a scuola, due figlie, una con grossi problemi di udito e di linguaggio. È stato a lavorare in Libia, aggiustava le biciclette. Si presenta come una persona molto simpatica e amichevole: è molto magro, con gli occhi brillanti. Lo sento oppresso da molti problemi, a volte si prende la testa pelata tra le mani, e si dispera, in silenzio. Dopo mesi, non impara niente, né sillabe, né lettere. Ha imparato a memoria il disegno di alcune parole bisillabe, ma niente più. Ho provato tutti i trucchi umani e professionali che conosco: gratificarlo per piccole conquiste, metterlo a capo di altri più “ciucci” e giovani di lui, per rafforzare la sua autostima. Niente. Mi sono anche consultato col mio allievo tuttofare, quello che impara in fretta, che gli parla in Bambarà: anche lui, ha gettato la spugna. Dice che S. è troppo veloce, non ha pazienza di imparare.
Io penso che imparerà a parlare sentendo gli altri, col tempo. Una parola dietro l’altra, magari lavorando al mercato o altrove. L’altro giorno l’ho visto sfrecciare, in bici, al buio, giù per una discesa, in senso vietato. E dietro sua figlia, con la sua piccola bicicletta. Mi sono arrabbiato, il giorno dopo a scuola l’ho sgridato. Lui ha capito. Dopo alcuni giorni, l’ho ritrovato nella stessa via, di sera, al buio, in contromano: ma lui mi ha mostrato il marciapiedi, facendomi capire che lì, si poteva.
Ha scritto Nelson Mandela: “L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti per cambiare il mondo”.
MARIA VICTORIA dice
Bravo, Lino. So quanto dia difficile insegnare ai migranti, ma anche bello, quandli vedi impegnarsi per imparare. A volte penso che siano loro a dare a noi più umanità di quanta ne ricevano
Gabriella Marchina dice
Dove sono le donne in quella classe? L’istruzione deve soprattutto andare alle donne perché sono le donne ad educare i figli e che devono allontanarsi dalla tutela del potere maschile in quelle culture machiste e prepotentemente maschilista!
L’Italia non deve accettare nessuno che non accetti di andare a scuola x imparare la lingua, le norme italiane, la nostra costituzione ! E soprattutto ordinare x legge che le donne di ogni età possa accedere alla istruzione, altrimenti continuano a comandare i maschi in quelle famiglie di immigrati