A Ortinsieme, Ventimiglia (Imperia), alla fine di ogni giornata, dopo che ognuno ha svolto compiti diversi, quanto raccolto viene diviso tra tutti: il gruppo di dieci persone nato tre anni fa è oggi triplicato ed è anche un Gas e un’associazione culturale. Vincenda analoga a quella di Orti sovversivi, gruppo nato a Sanremo. Orticando, invece, ha sede a Vallecrosia, tra Ventimiglia e Sanremo, ed è il frutto di un accordo con il Comune che ha messo a disposizione, gratuitamente, terreni incolti: la divisione iniziale in tanti singoli orti si è trasformata in una bella esperienza comunitaria. La Riviera dei Fiori cambia anche così
di Giorgio Caniglia*
Ortinsieme, Orti sovversivi, Orticando. Sono i nomi delle tre esperienze di orti periurbani nate nell’estremo ponente ligure, tra Sanremo e Ventimiglia, la famosa Riviera dei Fiori. Un territorio difficile per l’orticoltura: un territorio tutto montano con coltivazioni sulle “fasce”, i terrazzamenti dove sono piantati prevalentemente olivi e viti. Con una concorrenza spietata del cemento e uno sviluppo edilizio che nei decenni scorsi ha ricoperto di palazzi, ville e villette i terreni più vicini al mare. Dove i terreni abbandonati dagli agricoltori più anziani sono stati utilizzati, spesso in modo irregolare, per seconde case. L’abbandono dei terreni è stato incentivato dalla crisi della floricoltura, figlia della globalizzazione, che resiste solo in produzioni di nicchia.
L’esperienza pilota, quella di Ortinsieme (a cui si riferiscono le foto di questa pagina, tratte da facebook), nasce per iniziativa dell’Ecovillaggio di Torri superiore (www.torri-superiore.org) che, in sintonia con le esperienze delle Transition Towns, fa incontrare persone di Ventimiglia e dintorni intenzionate a sperimentare nuove forme “comunitarie” di economia. E così, incredibilmente, persone che non si conoscevano prima, decidono di avviare un’attività di orti collettivi. Era l’estate del 2010. In autunno si avvia operativamente il lavoro: i terreni li mette a disposizione Debora Roncari, parte del gruppo costitutivo. Sono terreni, alla periferia di Ventimiglia, abbandonati da oltre dieci anni, dopo aver prodotto rose magnifiche. Sono tre grandi serre e una parte di terreno scoperto.
Il primo lavoro, molto impegnativo, è quello della riconversione: da selva di rose canine a terreno per ortaggi. Il gruppo iniziale di dieci persone cresce sino alle trenta di oggi. Persone più esperte o totalmente ignoranti di orticoltura: con il lavoro collettivo si impara rapidamente. Soprattutto, il lavoro collettivo permette a tante persone di partecipare a questa attività secondo le proprie disponibilità di tempo. Un calendario settimanale permette di scegliere quando lavorare agli orti.
La produzione è, ancora oggi, solo per l’auto-consumo; la distribuzione del raccolto è un po’ “proto-socialista”: alla fine di ogni giornata di lavoro, dove ognuno svolge compiti diversi, quanto raccolto viene diviso tra chi quel giorno ha lavorato. Senza conflitti. La divisione collettiva è riuscita ad adattarsi anche alla produzione del pollaio, dove la distribuzione delle uova non può essere pianificata!
Ortinsieme è un gruppo di acquisto solidale o Gas ma, anche, associazione culturale: dalla sua nascita si è dato l’obiettivo della diffusione dell’esperienza diorti collettivi ma anche di luogo di incontro. Così una zona della serra principale è dedicata agli incontri con conferenze, visite scolastiche e anche micro-teatro. La relazione tra cura della terra e salvaguardia del territorio, gli orti didattici e l’agricoltura sociale sono le tematiche principali. In questo contesto si è lavorato per modificare (con scarsi risultati) le leggi regionali sulle terre incolte e per l’agricoltura sociale.
Orti sovversivi è un’esperienza simile a Ortinsieme: anche qui una persona del gruppo, Tiziana Pavone, ha messo a disposizione dei terreni di famiglia alla periferia di Sanremo, che erano quasi abbandonati. Si tratta di un gruppo che nasce da Sanremo sostenibile, associazione di movimento molto presente sul suo territorio, e che aveva già costituito un forte Gas. Una rete provinciale Gas è attiva dal 2013.
Interessante l’esperienza di Orticando che ha sede aVallecrosia, tra Ventimiglia e Sanremo. Nasce da un accordo con il Comune di Vallecrosia che ha messoa disposizione, gratuitamente, terreni di proprietà comunale incolti. Negli incontri con il sindaco e icittadini interessati è risultata battuta l’impostazione che vedeva la creazione di tanti piccoli orti individuali e si è affermato il modello collettivo, dove i cittadini lavorano insieme su tutto il terreno disponibile.
Piccole esperienze, ma che cambiano le persone in profondità.
* Attac Imperia. L’articolo di questa pagina è stato pubblicato anche da Granello di sabbia, il mensile di Attac Italia, qui scaricabile.
DA LEGGERE
Mariella Bussolati – «Ho viaggiato per visitare gli orti-comunitari – scrive l’autrice di Orto diffuso -, per capire perché gli abitanti delle città europee animano un movimento sempre più grande, che rivendica gli spazi abbandonati non per fare parchi ma per nutrire la terra, i quartieri, la gente»
Daniel Martorell – Nella periferia di Barcellona, un gruppo di pensionati ha ricavato orti da fazzoletti di terra abbandonati. Ciò che rende questa storia interessante non è il fatto che regalano ciò che raccolgono, ma che hanno ridato vita a un pezzo di città
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Online il bando ColtivaMi del Comune per la nascita di 171 orti
Gli orti collettivi della Loira
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ci sono anche loro https://www.facebook.com/OasiSinergica?ref=profile