Ancora una bella missione di affari in Egitto per il Segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, generale Luciano Portolano. Nel corso del “bilateral cooperation meeting”, è stato deciso di rafforzare i rapporti militari tra i due paesi e in particolare di accrescere l’inter-scambio di sistemi d’armi e apparati bellici. Negli ultimi cinque anni le industrie belliche italiane hanno esportato verso le forze armate di Abdel Fattah al Sisi, l’ex capo dell’esercito golpista (2013) egiziano, da poco rieletto trionfalmente per la terza volta, per il valore complessivo di due miliardi e 39 milioni di euro. Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), infatti, per il 2024 sarebbero già in ballo 3 miliardi di dollari per l’acquisto di ventiquattro caccia Eurofighter Typhoon-2 da parte del Cairo. La Leonardo dell’amministratore delegato Cingolani, ex ministro della transizione ecologica, si frega le mani
Martedì 16 gennaio, Portolano (noto a Washington con il soprannome di “Spartacus” e tra le forze armate italiane come “Highlander”, l’immortale) ha incontrato al Cairo il generale Kamal Wafaa Radwan, a capo della segreteria armamenti del regime del dittatore Al-Sisi.
Nel corso del “bilateral cooperation meeting” tra Italia ed Egitto, è stato deciso di rafforzare i rapporti militari tra i due paesi e in particolare di accrescere l’inter-scambio di sistemi d’armi e apparati bellici.
Le industrie belliche italiane hanno esportato alle forze armate egiziane negli ultimi cinque anni armi per il valore complessivo di due miliardi e 39 milioni di euro, nonostante lo stato nord-africano sia all’indice per la violazione sistematica dei diritti umani e si sia macchiato del sequestro, tortura e assassinio del giovane ricercatore universitario Giulio Regeni e dei depistaggi per impedire l’identificazione dei mandanti e degli esecutori dell’ignobile crimine.Tra le aziende che maggiormente hanno beneficiato dell’esportazione di armi all’Egitto compaiono le holding a capitale pubblico Leonardo SpA e Fincantieri.
fonte: il blog di Antonio Mazzeo
Lascia un commento