di Lino Di Gianni*
Moussa sta imparando a leggere. La parole bisillabe col trattino diventano parole intere, le parole formano una frase. “ LI-NO NON FU-MA” “ IO VA-DO A CA-SA”. Grandi conquiste e grandi sorrisi suoi, soddisfazione e commozione da parte mia, per la magia.
In questi corsi di italiano per stranieri, le persone vengono con la voglia di imparare. Non è un modo di dire, ma è un dato di fatto. Vengono in bicicletta, in treno, a piedi. Vengono dopo o prima del lavoro in un ristorante cinese. Le donne lasciano in custodia il bambino al marito e vengono a scuola. Qualcuna lavora in fabbrica, nel settore più pericoloso per la salute, quello delle vernici, resine per motoscafi di lusso. “Eravamo senza lavoro, io e mio marito, con un figlio, come potevo rifiutare?”. Quando arriva a scuola, verso le 17, è pallida, stanca, ma ci tiene a migliorare il suo italiano. Ci tiene per sé, per la sua famiglia.
Una dottoressa cubana segue i progetti dei medici che Cuba forma e poi manda in giro per il mondo. “Per me è importante capire la lingua della terra che mi ospita, la sua cultura. Da noi a Cuba abbiamo delle eccellenze in campo medico. Per esempio abbiamo scoperto delle medicine per contrastare il cancro al polmone o alcune malattie della pelle. Gli Stati Uniti vorrebbero la formula di queste medicine, basate sull’estratto del siero prodotto dallo scorpione blu, in cambio di togliere l’embargo sulle medicine”.
Quando qualcuno chiede “Ma in tutta l’Armenia, paese da cui proviene Tamara, quanti sono gli abitanti?” lei sorride, con il suo bel visino da ragazzina, e dice “Appena tre milioni!”.
Ecco l’importanza dei numeri, della percezione reale dei fenomeni: sapere di cosa si parla, trovarsi a scuola con gli altri in uno spazio che accoglie italiani e stranieri, e usare una lingua piano piano
per capirsi meglio con gli altri.
.
Lascia un commento