Tra un paio di settimane più di 200 persone in Alto Adige saranno lasciate in strada con la chiusura dei centri cd “Emergenza Freddo”. Più di 100 firme – tra persone singole, associazioni, partiti e realtà del territorio (e da fuori provincia) – hanno aderito alla lettera-appello che Bozen solidale (Bolzano solidale) ha lanciato per evitare altre sofferenze o morti come quella di Mostafa Abdelaziz, 19 anni, lasciato al gelo nel dicembre scorso
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Dopo la morte per assideramento di Mostafa, nel dicembre 2022, le istituzioni della provincia di Bolzano hanno adottato la politica del “Nessuna persona dovrà più dormire all’addiaccio”. Anche se dopo un morto, e in drammatico ritardo, è stato comunque un primo passo per dare un minimo di dignità alle tante persone senza fissa dimora, migranti e non.
I centri dove le persone vengono accolte sono spesso grandi capannoni o container e la promiscuità dei luoghi ha generato tensioni interne dovute, in particolare, ai differenti background di chi cerca una brandina per passare la notte. Anche chi è regolare e ha un lavoro è costretto a vivere nei suddetti dormitori in quanto risulta praticamente impossibile trovare un alloggio a Bolzano e dintorni; i prezzi di un affitto sono proibitivi ed essere migrante toglie le più flebili possibilità di essere scelti come affittuari.
Le strutture “Emergenza Freddo” ubicate tra Bolzano, Merano ed Appiano, chiuderanno il 30 aprile, tra poche settimane, lasciando per strada più di 200 persone che, oltre a dormire all’addiaccio, non avranno la possibilità di usufruire di servizi igienici e di un luogo dove riporre gli effetti personali.
Chiediamo pertanto alle istituzioni di riferimento (Provincia, Comune di Bolzano, Comune di Merano, Comune di Appiano):
1. L’apertura annuale delle strutture in “Emergenza Freddo” che dovranno chiudere il 30 aprile 2023
2. Il superamento dell’accoglienza in capannoni e container e l’inizio di un percorso abitativo di piccole comunità (4/5 persone) in alloggi comunali e provinciali
3. Un tavolo di lavoro tra istituzioni, associazioni e rappresentanti delle categorie agricole e alberghiere per discutere la possibilità di dare un alloggio con residenza ai lavoratori e alle lavoratrici che operano nei settori menzionati
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