Una lettera aperta ai lavoratori della TEKNEL srl di Roma. L’hanno scritta i portuali di Genova che a maggio avevano bloccato, con un grande sciopero, l’utilizzo dei porti liguri per la consegna dei generatori elettrici della stessa TEKNEL alla Guardia Nazionale Saudita, responsabile dei massacri nello Yemen. Apparteniamo a una storia e a una cultura marinara e portuale in cui il soccorso e l’accoglienza sono valori fondamentali e in cui il commercio civile è praticato come mezzo per la prosperità dei popoli, scrivono i camalli proponendo un incontro ai lavoratori romani. Perché è intollerabile assistere alla chiusura da parte del Governo dei porti per coloro che fuggono dai teatri di guerra, dalle dittature e dalle privazioni economiche e morali, mentre quegli stessi porti vengono poi lasciati aperti al traffico di armi che produce direttamente e indirettamente quei fuggitivi. La risposta dell’azienda

Siamo i portuali di Genova scesi in sciopero per bloccare il carico sulla nave Bahri Yanbu e sulla Bahri Jazan dei generatori elettrici spediti dalla vostra azienda alla Guardia nazionale Saudita nel quadro di un contratto di forniture militari in corso dal 2018. Lo abbiamo fatto perché, dopo il blocco del carico dei cannoni a Le Havre da parte dei portuali francesi sulla stessa nave, abbiamo verificato che la Guardia saudita è un corpo militare impegnato nella guerra civile in Yemen, indicata dall’ONU come il teatro di una immane catastrofe umanitaria di cui l’Arabia è uno dei principali responsabili. Inoltre abbiamo verificato che le apparecchiature spedite fanno parte dei lotti di produzione per i quali TEKNEL ha chiesto autorizzazione al Ministero per l’esportazione di materiale militare. Nonostante ciò, abbiamo dovuto assistere alla farsa delle dichiarazioni della vostra proprietà che ha cercato in tutti i modi nascondere la verità sulla natura militare della spedizione di fronte all’autorità, al sindacato e all’opinione pubblica, creando una situazione di inganno insostenibile per i lavoratori, oltre che per la legge.
Noi non crediamo di ergerci al ruolo di salvatori dell’umanità o di giudici dei mali del mondo. Ma questa spedizione di armi alla volta dell’Arabia con lo scopo di fomentare la guerra in Yemen ci è parsa l’occasione per mandare un messaggio al Governo e al Parlamento italiano, in coerenza con quanto previsto dalla Costituzione e dalla legge 185 del 1990 sul controllo dell’esportazione dei materiali di armamento. L’Italia sospenda la vendita di armi all’Arabia Saudita, unendosi così alla lista di Paesi che già lo hanno fatto o lo stanno facendo, ovvero Svizzera, Germania, Austria, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Belgio, Olanda e Gran Bretagna. Persino il Senato USA, ossia del più forte alleato della dittatura saudita – è notizia di queste ore – ha bloccato il piano di Trump di vendita di armi ai sauditi per il loro ruolo nel sanguinosissimo conflitto nello Yemen.
Abbiamo voluto mandare anche un ulteriore messaggio al Governo su una altra questione che ci sta a cuore. Noi apparteniamo a una storia e a una cultura marinara e portuale in cui il soccorso e l’accoglienza sono valori fondamentali e in cui il commercio civile è praticato come mezzo per la prosperità dei popoli. Per questo è intollerabile assistere alla chiusura da parte del Governo dei porti per coloro che fuggono dai teatri di guerra, dalle dittature e dalle privazioni economiche e morali, mentre il Governo li lascia aperti al traffico di armi che producono direttamente e indirettamente quei fuggitivi. È un cinico riciclo di strumenti di morte, su cui profittano dei capitali immorali, che si trasformano in persone in fuga su cui profittano delle forze politiche xenofobe, sostenute da quei capitali, che costruiscono il loro consenso sociale e elettorale sulla demonizzazione e criminalizzazione dei profughi e dei migranti. Noi siamo contro e saremo sempre contro quei capitali e quelle forze politiche.

Perché vi scriviamo, oltre che per dichiararvi le nostre motivazioni? Perché siete lavoratori come noi e la vostra proprietà e alcuni imprenditori e politici ci accusano di danneggiare con questa esportazione anche la vostra occupazione. È questo un problema serio che non pretendiamo di affrontare in due righe né pensiamo di risolvere da soli noi portuali la grande questione della riconversione industriale di pace dei siti di produzione militare. Noi diciamo però che anche su questo tema l’azienda non dice tutta la verità. Abbiamo letto i bilanci della vostra azienda e abbiamo visto che si trattava di un’azienda che produceva generatori solo per il mercato civile fino a qualche anno fa quando ha deciso di passare al militare che offre margini di ricavo e di profitto molto più alti. Infatti dal 2016 al 2018 sono cresciuti il fatturato (+59%) e gli utili (+100%), mentre l’occupazione diretta è rimasta invariata (13 addetti). Tuttavia le spese del personale sono diminuite (- 4%), alla faccia della tutela e della valorizzazione dell’occupazione decantata dalla vostra proprietà.
Vi invitiamo quindi a vigilare sulla vostra occupazione non perché minacciati dal nostro sciopero, bensì dalla politica aziendale che ha aumentato di oltre il 60% le spese per servizi acquistati, di cui certamente una gran parte sarà costituita da appalti e subappalti. Ma soprattutto occorrerà vigilare sul fatto che la TEKNEL nel 2018 ha acquistato per soli 5000 euro una fabbrica in Portogallo, la KSIM Lda, per cui ha immediatamente ottenuto dal governo portoghese la licenza per le produzioni militari. Data la convenienza dei salari portoghesi rispetto a quelli italiani viene logico da pensare che la TEKNEL più che alla tutela dell’occupazione italiana diretta si stia muovendo per la delocalizzazione in Portogallo.
Restiamo in ogni caso pronti a incontrarci e a discutere con voi apertamente, insieme ai rispettivi sindacati, da lavoratori a lavoratori onestamente, senza gli inganni di coloro che profittano sul nostro lavoro e che si fanno scudo della nostra occupazione quando gli conviene ma già sono pronti a eliminarci se hanno l’occasione di aumentare i loro utili.
I portuali genovesi che hanno bloccato il carico degli armamenti TEKNEL destinati all’Arabia saudita per la guerra in Yemen.
La risposta della Teknel alla lettera dei portuali genovesi
Riceviamo e volentieri pubblichiamo le precisazioni e le smentite dell’Executive Director della Teknel in merito alla lettera aperta scritta dal Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali che abbiamo pubblicato tre giorni fa. Ringraziamo l’azienda per aver chiesto di poter dire la sua anche sui nostri spazi, esercitando così un doveroso diritto di replica. I lettori di Comune sono di certo perfettamente in grado di valutarne le conseguenze sulla veridicità e la gravità dei fatti, in particolare in merito all'”attacco gratuito” che l’azienda denuncia di aver subito.
Buonasera Direttori,
con riferimento all’articolo apparso il 21 Giugno 2019 sul sito www.comune-info.net – https://comune-info.net/non-facciamoci-ingannare-dalle-armi/ intitolato “L’inganno della produzione bellica” a firma del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali, e con riferimento al video di seguito citato, è con profondo disappunto, preoccupazione per i danni subiti e rammarico che, nonostante le rassicurazioni e le evidenze fornite agli organi di informazione e alle Autorità nonché ai Rappresentanti sindacali constatiamo il protrarsi di un continuo “attacco gratuito” alla ns. Azienda, al ns. personale, ai ns. collaboratori ed al ns. indotto attraverso l’utilizzo strumentale e politicizzato di notizie false e tendenziose in palese violazione di quanto disposto dall’art. 656 c.p. che recita quanto segue: Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico “Chiunque pubblica o diffonde notizie false, esagerate o tendenziose, per le quali possa essere turbato l’ordine pubblico, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 309”.
In primis constatiamo il tentativo di voler a tutti i costi attribuire alla fornitura di gruppi elettrogeni Teknel una connotazione di armamento militare offensivo. Tale tentativo è stato perpetrato attraverso la voluta falsa indicazione della sigla SMTS riportata sulle placche identificative dei generatori Teknel rimasti a terra a Genova.
Tale acronimo infatti è stato appositamente modificato per attribuire alla fornitura una connotazione falsa, differentemente non si capisce il motivo per cui all’acronimo SMTS è stato attribuito il significato “Space Missile and Tracking System” in luogo del corretto significato SYSTEM MOBILE TETRA SOLUTION che definisce univocamente la connotazione della fornitura relativa ad un sistema di comunicazione e NON di tracciamento di missili stratosferici.
Per quanto sopra esposto si richiede pertanto in tale sede l’immediato termine di divulgazione di notizie false e lesive da parte di tutti gli organi di stampa e informazione in conformità a quanto disposto ai sensi dell’ art. 8, legge 8 febbraio 1948, n.47 – disposizioni sulla stampa “diritto di rettifica”.
Evidenziamo che successivamente l’Azienda ha fornito anche le opportune evidenze che la fornitura dei generatori, per scelta dello stesso Cliente, operante nell’ambito delle Telecomunicazioni e Partner di Motorola, ha una connotazione INDUSTRIAL GRADE E NON MIL-STD, ciò è stato dimostrato dalle proposte tecnico commerciali datate fine 2017 e dal relativo ordinativo d’acquisto del Cliente datato 2018 che NON è la Saudi Arabian National Guard, che rappresenta invece l’utilizzatore finale dichiarato dal Cliente.
Pertanto confermiamo che la fornitura è costituita da generatori INDUSTRIAL GRADE a supporto di sistemi di telecomunicazione TETRA che l’End User (Guardia Nazionale Saudita) utilizza in caso di Disaster Recovery per mantenere attive le telecomunicazioni durante particolari eventi ambientali (alluvioni, frane ecc.) o a seguito di eventi catastrofici (terremoti, tumulti ecc.) che compromettono le normali linee di telecomunicazione siano esse fisse o mobili. Tali sistemi pertanto sono di supporto ed aiuto alla popolazione.
A seguito delle precisazioni fornite dalla Teknel e mai richieste da alcun organo d’informazione, abbiamo, ns. malgrado, assistito al perpetrarsi di un continuo “attacco gratuito” alla ns. Azienda attraverso la diffusione di notizie assolutamente false, esagerate e tendenziose e di video tipo quello apparso sul sito www.genova24.it dove “persone” incappucciate scrivono “NO TEKNEL” sui muri e sui cancelli del porto di Genova con una pistola a spruzzo di vernice associando la scritta ad altre del tipo “NO NATO” e “NO ARMI IN PORTO” e “NO ALLA GUERRA IN YEMEN” – https://www.genova24.it/2019/06/navi-delle-armi-il-collettivo-autonomo-lavoratori-portuali-i-carichi-fatti-per-uccidere-non-saliranno-a-bordo-218472/.
Infine dopo oltre un mese di “campagna elettorale” e di falsa informazione oltreché di decine di altri articoli e comunicati stampa che riportano notizie false, esagerate e tendenziose, dulcis in fundo, appare l’articolo relativo ad una lettera del CALP ai lavoratori della Teknel. In tale articolo che ora prenderemo in esame nel dettaglio appaiono riportate nuovamente informazioni del tutto false ed infondate:
- la connotazione della fornitura dei generatori progettati e prodotti da Teknel è INDUSTRIAL GRADE e non si tratta di materiale militare d’armamento offensivo per scelta dello stesso Cliente
- L’inserimento di tale fornitura, regolarmente autorizzata all’esportazione, all’interno della gestione ex L. 185/90 è determinata esclusivamente dalla destinazione e dall’utilizzatore finale (Guardia Nazionale Saudita) non dalla tipologia di prodotto.
- I risultati economici derivati dai bilanci d’esercizio Teknel che evidenziano un aumento del fatturato del 60% e un aumento degli utili del 100% e da Voi indicati nell’articolo sono il frutto dell’immenso lavoro svolto dai ns. dipendenti, collaboratori e Partner e da una politica di investimenti strategici in automazione flessibile che ha alimentato ulteriormente il lavoro delle aziende fornitrici italiane e che la proprietà di Teknel ha messo in campo nonostante il momento congiunturale macroeconomico assolutamente negativo
- Teknel non ha mai acquistato alcuna fabbrica in Portogallo, ne tantomeno ha intenzione di delocalizzare le proprie attività in Portogallo, pertanto non comprendiamo da cosa sia dettata la vostra “logica di pensiero” dal momento che arrivate a dichiarare l’acquisto di una fabbrica a Euro 5.000,00.
Teknel ha semplicemente acquistato una Società, la KSIM Lda. per scopi commerciali ed al solo fine di acquisire business che verrà sviluppato e prodotto, qualora acquisito, nella sede di Roma, in Italia, come avviene dal 1973.
- Teknel NON progetta e produce materiali d’armamento offensivi di alcun genere tantomeno per alimentare un conflitto, di contro è a supporto delle industrie e dei gruppi nazionali ed internazionali che operano nell’ambito della Difesa, settore trainante del Paese
- Inoltre evidenziamo ai lavoratori del CALP che la proprietà di Teknel ed il Presidente non hanno espresso, per ora, sulla vicenda alcun commento ne hanno rilasciato alcuna dichiarazione contrariamente a quanto evidenziato a più riprese nell’articolo
- Infine, come più volte richiesto, invitiamo i lavoratori del CALP, i sindacati e gli organi di informazione a pervenire presso la nostra sede di Roma per toccare con mano la qualità dei sistemi e delle soluzioni a tecnologia italiana Teknel che nulla hanno a che vedere con gli armamenti militari offensivi citati dagli organi d’informazione
Vi informiamo pertanto che non possiamo esimerci, ns. malgrado, dal dare mandato al ns. Ufficio Legale, che ci legge in copia, per la completa tutela degli interessi aziendali e dei ns. lavoratori al fine del risarcimento dei danni patiti e patendi e dal richiedere l’immediato termine di divulgazione di notizie false e lesive in conformità a quanto disposto dall’ art. 8, legge 8 febbraio 1948, n.47 – disposizioni sulla stampa “diritto di rettifica”.
Sicuri che saprete evidenziare i valori e la credibilità della Vs. informazione correggendo e rettificando quanto erroneamente indicato, rimaniamo per quanto sopra esposto a disposizione per ogni eventuale approfondimento.
Distinti saluti.
Raffaele Greco
Executive Director
Bravissimi, continuate a difendere il lavoro onesto e le tradizioni della nostra civiltà
Fate schifo dite cazzate senza senso state mettendo in crisi decine di aziende e centinaia di lavoratori vuol dire che verremo a mangiare a casa vostra.