di Marco Boschini*
In attesa che cambi la legge. Che chi ci governa smetta di incassare tasse sulla pelle di gente ammalata di gioco d’azzardo. Nel frattempo qualcosa va fatto. Qualcosa, nel frattempo, si può fare. Comunque.
Prendete ad esempio il Comune di Corchiano, piccola comunità in provincia di Viterbo, dove un sindaco coraggioso e pieno di fantasia ha trovato un modo, forse, per ridurre le occasioni di “contagio”. Attraverso lo strumento della fiscalità, il comune ha proposto una riduzione del 50 per cento della tassa rifiuti ai titolari di attività commerciali e ai gestori di circoli privati che decidono di non istallare o rimuovere terminali destinati al gioco d’azzardo. Chi accetta appone il logo «Locale No Slot» sulla vetrina dell’attività, affinché la scelta sia riconoscibile da tutti e ben visibile.
“La normativa sul gioco d’azzardo rappresenta un esempio di come qualcosa non funzioni nell’ambito della legislazione nazionale, considerate le liberalizzazioni commerciali, che favoriscono la terza industria del paese, e le inevitabili conseguenze: dipendenze, disturbi del comportamento, aumento della spesa sanitaria, impoverimento delle persone, distruzione dei legami affettivi, familiari e comunitari – commenta Bengasi Battisti, il sindaco – Tutto questo a fronte di un notevole giro d’affari di ottanta miliardi di euro. Le Comunità hanno il compito di prevenire e praticare un modello sostenibile di società, che attraverso il senso di responsabilità individuale e collettiva tenti di contrastare la ludopatia e le sue nefaste conseguenze.”
In attesa che cambi la legge. Nel frattempo qualcosa va fatto. Qualcosa, nel frattempo, si può fare. Ecco un esempio concreto da imitare. Un progetto intelligente, da imitare.
* assessore all’Ambiente, Patrimonio ed Urbanistica del Comune di Colorno (Parma), è coordinatore dell’Associazione dei Comuni Virtuosi e autore di alcune pubblicazioni e di alcuni blog (l’articolo di questa pagina è stato pubblicato anche sul blog ospitato da ilfattoquotidiano.it)
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