Appunti di pensiero critico n.2. Stralci da «The second wind of the worldwide social justice movement» di Immanuel Wallerstein (iwallerstein.com, 2011).
Il primo round dei movimenti ha avuto molteplici forme in tutto il mondo: la cosiddetta primavera araba, Occupy (movimento cominciato dagli Stati uniti e poi diffuso in un gran numero di paesi), Oxi in Grecia e gli Indignados in Spagna, le proteste studentesche in Cile, e molti altri. Sono stati un successo fantastico (…) La storia, tuttavia, non è finita. I movimenti stanno riprendendo fiato. Ci sono due cose da notare sulla situazione attuale. La prima è che i sindacati – come risultato di ciò che accade – sono diventati molto più militanti (…): questo è vero nel mondo arabo, in Europa, nel Nord America, in Africa meridionale, ma anche in Cina. La seconda cosa da notare è che in tutto il mondo i movimenti sono stati capaci di mantenere una strategia orizzontale. I movimenti non sono strutture burocratiche ma coalizioni di più gruppi, organizzazioni, settori della popolazione. Sono ancora al lavoro per discutere le loro tattiche e le loro priorità (…) Questo funzionerà sempre in modo regolare? Certo che no (…) Dobbiamo pensare alla lotta mondiale come una gara lunga, nella quale i corridori devono dosare la loro energia in modo saggio, per non esaurirsi, tenendo sempre d’occhio l’obiettivo finale: un diverso tipo di sistema-mondo, di gran lunga più democratico, molto più egualitario.
Lascia un commento