“Tessiture di pace” è il nome di un piccolo gruppo informale di donne di Roma, ma in realtà le potete incontrare ovunque nel mondo c’è qualcuno che rifiuta il dominio della guerra. “Tessiture di pace” è una cerchia che nelle ultime settimane si è sempre più allargata soltanto con il passaparola e con qualche passeggiata, ad esempio in Via Tasso. “Tessiture di pace” è prima di tutto una proposta per ribellarsi facendo a tutte le imposizioni di ipocrita sobrietà: creare, lavorando a maglia e all’uncinetto, papaveri rossi da condividere il 25 Aprile in piazza. Insomma, “Tessiture di pace” è un modo per vivere la Resistenza come comunità, per imparare a proporre azioni collettive artistiche e di resistenza aperte a tutte e tutti

La ricerca medica suggerisce che le attività artigianali come il lavorare a maglia e all’uncinetto possono aiutare a rallentare il declino delle funzioni cerebrali che avviene con l’età. Secondo alcune teorie questi “passatempi” promuovono lo sviluppo di percorsi neuronali nel cervello che aiutano a mantenere la salute cognitiva. Cosi quando si dice knitting therapy vogliamo dire, letteralmente, terapia del lavoro a maglia, ossia ricercare i benefici derivati dall’utilizzare ferri, lana, fili, aghi e uncinetto. Si tratta dunque di una forma di terapia occupazionale, ossia una disciplina riabilitativa che promuove la salute e il benessere attraverso una occupazione manuale che nei tempi della modernità si è progressivamente smarrita. Insomma, il lavorare a maglia e all’uncinetto può migliorare il benessere fisico e psicologico di una persona e spesso è inserito in veri e propri progetti di cura.
Questo emergere di un ritorno dell’arte del telaio, dei lavori con i fili che uniscono e ci connettono, fanno pensare anche a una evoluzione in chiave moderna di tecniche femminili che nei processi di sviluppo delle civiltà avevano dato impulso alle società pacifiche ed egualitarie, così come la ceramica e le coltivazioni agricole e degli orti prima dell’avvento dell’aratro e delle irrigazioni intensive del mondo patriarcale. Sono strumenti di fascino, ma il modo di legare e agire diventano anche mezzi capaci di generare azioni collettive artistiche e di resistenza. Questo quanto si sta verificando con la collettiva “Tessiture di Pace” nata lo scorso anno durante la festa delle Liberazioni all’Esquilino (articolo di seguito).
Siamo donne legate, con le nostre modalità e nel rispetto di Madre Terra, dal rifiuto della guerra, dall’accoglienza, dalla curiosità verso il nuovo. Siamo donne che con il tempo hanno maturato pazienza, concretezza, “virtute e conoscenza”. Siamo donne dai saperi antichi, usati per un gioco collettivo artistico, che hanno rifiutato le ambiguità del potere, sottratte per tempo al machiavellico divenire delle cose.
25 Aprile
A gennaio di quest’anno abbiamo deciso, insieme a Lucia, complice l’inaugurazione dello spazio disponibile del Polo Civico Esquilino, a Roma, di promuovere degli incontri durante i quali lavorare con l’uncinetto o la maglia con una modalità sociale e libera. Ma non appena abbiamo cominciato a incontrarci siam giunte alla condivisione di un desiderio: è il momento di agire, ci siamo dette, di riprendere la parola e rilanciare le nostre modalità, di progettare e promuovere un percorso collettivo che abbia senso. E infine è arrivata l’illuminazione: realizzare un progetto per l’ottantesimo anniversario della festa della Liberazione, il 25 Aprile.
Sono sempre stata consapevole che si può definire un nuovo immaginario, attraverso la magia del gioco e del fare bene, grazie alla nostra innata creatività e provare a donare la nostra sensibilità e le esperienze manuali e artistiche, ora però ho trovato delle compagne di strada con le quali coltivare insieme desideri. Così è partita la chiamata all’opera, Raffaella ha proposto di realizzare dei papaveri, sollecitata da una opera londinese, e subito, accettata la proposta, ci siamo messe al lavoro!
Mille papaveri rossi per la Resistenza

L’obiettivo quindi è creare, diffondere e condividere papaveri per tutte le Resistenze in atto nel mondo. In queste settimane la cerchia è cresciuta, dopo la chiamata ai ferri e il nostro spirito, descrive Giovanna, è diverso, perché fuori da qualsiasi logica di mercato, si lavora insieme per un obiettivo di testimonianza e di memoria, per un messaggio di gratitudine per chi ha combattuto per valori che ancora e soprattutto oggi dobbiamo proteggere.
Abbiamo attuato già un tappeto di papaveri di rara bellezza, come il percorso fatto insieme, un cammino che genera relazioni sinergiche che creano comunità. Così il 25 Aprile (ma abbiamo già fatto diverse incursioni in città, ad esempio in Via Tasso, foto a lato) saremo in piazza tutte insieme per realizzare la istallazione di questa opera collettiva che abbiamo chiamato “Resistenza è/e Comunità” (piazza Vittorio, dalle 9,30). Una scelta concreta, operosa, colorata, sensibile alle forme, tessere una tela con capacità, avendo a cuore la fitta rete di relazioni umane che fanno la differenza.

Ci sono parole e pensieri che ci accompagnano da tempo: “È tanta fine, che di tutta L’Ellade è la salvezza delle donne in pugno!”. Chissà se un giorno “trarranno esempio dalla nostra lana”. Noi donne, “flagello evidentissimo” per molti, streghe da bruciare, oppure irriverenti Madonne, visionarie di un mondo di iride colorato. Noi donne “sbroglieremo la matassa”, magari della guerra. Noi le ambasciatrici di Amore e Pace in ogni terra…”.
È possibile seguire il gruppo informale di Tessiture di pae su instagram: tessiture_di_pace e polo_civico_esquilino_poleis



Anche noi, come laboratorio la Tela e Museo della Tessitura a Macerata e ad Appignano lavoriamo da quasi quarant’ anni per promuovere una cultura di pace, ci accordiamo volentieri!
Stupendo!