Nella Giornata internazionale per i diritti umani, celebrata venerdì scorso, 10 dicembre, con la consueta rilevanza e solennità nelle sedi istituzionali preposte e negli organi di informazione, salvo eccezioni davvero rare, i toni in relazione a quel che avviene in Afghanistan sono stati a dir poco sommessi. A dire il vero, dopo mesi di imbarazzante silenzio – seguiti alle prime pagine infuocate e indignate sul ritorno dei Talebani a Kabul (era solo Ferragosto) e le immagini dell’aeroporto che hanno fatto piangere il mondo intero – molti hanno scelto di ricordare, in modo sobrio, che al mondo esiste l’Afghanistan. In generale, però, si è convenuto – certo nell’interesse del popolo afghano, ci mancherebbe… – di tenere un profilo molto basso, tanto morbido da apparire quasi felpato, su quel che accade. Dev’essere per questo che è mancato lo spazio, salvo qualche riga di circostanza, per far sentire la voce dell’Associazione rivoluzionaria delle donne in Afghanistan (Rawa), una delle organizzazioni indipendenti più attive sia nel Paese che tra i rifugiati in Pakistan. In passato, Rawa è stata spesso descritta dai media come “il gruppo più importante per la difesa dei diritti delle donne”, peccato che usi toni poco adatti alla delicata sobrietà della diplomazia del momento

La Giornata internazionale dei diritti umani arriva in un tempo in cui l’Afghanistan non sta più affrontando la “catastrofe dei diritti umani”, ma il completo collasso della vita umana. Dopo che gli Stati Uniti e la NATO hanno tradito di nuovo il nostro popolo e consegnato l’Afghanistan al loro servitore talebano, come previsto, i cosiddetti “risultati” di vent’anni sono crollati in venti minuti e hanno messo il nostro popolo di fronte a una crisi onnicomprensiva e senza precedenti.
Sebbene i Talebani abbiano annunciato una “amnistia generale” per ingannare l’opposizione, hanno in pratica ucciso e mutilato centinaia di persone in tutto il paese. Oltre alle punizioni da età della pietra, si verificano lapidazione, devastazione, impiccagione in pubblico, ogni tipo di tortura e barbarie, che la maggior parte dei media del mondo non riporta. Stanno commettendo crimini contro il nostro popolo indifeso mentre abbracciano ladri e traditori come Hamid Karzai, Abdullah Abdullah, Omar Zakhilwal, Zia-ul-Haq Amarkhail, Gulbuddin, Dawood Sultanzoi e altri come loro.
I Talebani stanno cercando di fingere di essere “cambiati” per ottenere il sostegno finanziario e diplomatico globale, il riconoscimento e la revoca delle sanzioni. Emettono persino fatwa in “difesa dei diritti delle donne”! Come ci si può aspettare un “cambiamento” da un gruppo di mercenari medievali e alieni la cui intera vita è associata a spargimenti di sangue, suicidi, esplosioni e ferocia? Fino a che la rete Haqqani, il gruppo terroristico più pericoloso, è in gran parte al potere, l’aspettativa di qualsiasi “cambiamento” nella natura dei Talebani è autoinganno e stupidità! Ogni giorno, dimostrano la loro vera natura nel reprimere le donne che protestano coraggiosamente per i loro diritti a Kabul e nelle province. Nei primi giorni del loro ritorno al potere, i Talebani hanno sparato sui manifestanti di Herat, uccidendo due insegnanti di Herat che volevano solo aprire le scuole e guadagnarsi da vivere.

L’esperienza dell’Afghanistan negli ultimi quattro decenni ha mostrato che le potenze occidentali e i paesi regionali coinvolti nella questione afghana sono disposti a lavorare con i più grandi assassini del popolo per i propri interessi. Per loro, il destino del popolo afghano non ha valore. Ora, da un lato, gli Stati Uniti e l’Occidente hanno imposto sanzioni ai Talebani, dall’altro hanno relazioni romantiche con i funzionari talebani e le relazioni diplomatiche continuano. Nelle loro competizioni nella regione, stanno sacrificando ancora una volta il popolo afghano e ognuno di loro sta affilando i denti per ingoiare gli ultimi beni del nostro paese. Dai governi di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia fino a quelli di Pakistan, Cina, Russia, Iran, India, Turchia, Qatar, ecc. vengono versate lacrime di coccodrillo davanti ai media per la situazione catastrofica del popolo afghano e per la povertà, la miseria e la carestia. In segreto, però, tutti lavorano con i Talebani per rafforzare la loro influenza in Afghanistan non rifuggendo alcuna forma di sabotaggio e terrorismo.
Il popolo afghano deve imparare dalla storia sanguinosa, soprattutto degli ultimi vent’anni, che giustizia, libertà, diritti umani e democrazia non sono doni che gli sono stati dati dai paesi stranieri. Questi valori umani possono essere istituzionalizzati nella società solo attraverso la lotta e gli sforzi del popolo di una nazione, in quel caso nessuna forza sarà in grado di minacciarli e riprenderseli.

Le donne afghane hanno acquisito la consapevolezza di essere oggi in prima linea nella lotta al fondamentalismo per la libertà e la giustizia, sia pure a un livello ancora rudimentale. Crediamo fermamente che le azioni di protesta quotidiane diventeranno più diffuse e dirompenti. Il successo dell’ondata di proteste richiede il rifiuto di compromessi e il rifiuto di elementi di interessi commerciali ed egoistici. Le donne come Fawzia Koofi, Nahid Farid, Shahrzad Akbar, Roya Rahmani, Habibeh Sarabi, Fatemeh Gilani, Farkhondeh Zahra Naderi e altre simili non dovrebbero essere autorizzate a scendere a compromessi e a ottenere interessi personali sotto le spoglie della “resistenza nazionale”.
Comprendendo le difficoltà e il percorso estremamente pericoloso che abbiamo intrapreso, da sempre impegnati nella lotta senza compromessi contro il fondamentalismo e l’antimperialismo, non trascureremo di smascherare i traditori e i loro pennarelli e di informare e mobilitare le donne. Nonostante l’atmosfera cupa e soffocante della società, non c’è via d’uscita dall’attuale miserabile situazione se non la lotta per la giustizia.
Associazione Rivoluzionaria delle Donne dell’Afghanistan (RAWA)
Fonte in lingua originale qui, traduzione Comune-info
Beata ignoranza ed idiozia folle allo stato puro molto pericolosa dei paesi capitalisti occidentali !
Quando gli USA hanno dichiarato guerra al”Afghanistan senza alcun motivo per invaderlo ed occupato militarmente per giustificare l” invasione USA e il futuro intervento militare dei paesi satelliti sottomessi agli USA della UE con regimi fantoccio dittatoriali “democratici” il grido di battaglia era questo :invadiamo l”Afghanistan per togliere il velo alle donne Afghane !
Dopo 20 anni di guerra gli USA persa la guerra scappano via come LADRI insieme a tutti gli altri eserciti invasori della UE .
L”attuale motto di USA e UE è questo : chi se nè fotte o Chi se nè frega delle donne afghane ?
P.S.
Se tra qualche anno gli USA decideranno di tornare in Afghanistan con i loro carri armati e migliaia di aerei allora si ricorderanno delle donne Afghane !
Non avete mai letto un libro di storia ?
Il ratto delle donne Sabine da parte dei Romani 2300 anni fà era stata una buona scusa per dichiarare guerra a Roma da parte dei Sabini parte “lesa” .
Per poter giustificare una guerra bisogna sempre inventarsi una buona scusa !