Primo risultato della campagna per il “reddito di quarantena” e l’estensione in senso universalistico e incondizionato del “reddito di cittadinanza”. La proposta di Vito Crimi raccontata sul manifesto. Intanto, i sindaci siciliani e pugliesi hanno chiesto al governo la stessa misura
La campagna per il reddito di quarantena e la riforma in senso universale e incondizionato del cosiddetto «reddito di cittadinanza» ha prodotto un primo risultato. Il Movimento Cinque Stelle ha aperto a questa opzione sostenuta da migliaia di persone in Italia con petizioni e campagne sui social network. «Questa misura sta salvando milioni di persone in questo momento, se non ci fosse oggi avremmo 3-4 milioni di persone ancora più in difficoltà. Dobbiamo estenderlo a tutte le persone che in questo momento non hanno un reddito perché hanno perso il lavoro o perché non possono lavorare a causa delle restrizioni» ha detto venerdì Vito Crimi.
«Se, a causa di questa crisi improvvisa, ci sarà l’esigenza di allargare le maglie dei requisiti, daremo una mano ad altri milioni di italiani» hanno dichiarato i portavoce dei Cinque Stelle alla Commissione Bilancio alla Camera.
Con il passare dei giorni, man mano che il «lockdown» dell’intero paese si fa più stretto prolungato, la tensione sta crescendo anche tra chi non rientra nel pur ampio ventaglio dei soggetti a cui è rivolta la cassa integrazione o il bonus dei 600 euro alle partite Iva (sarà ampliato nel decreto di aprile). A Palermo, giovedì, in un ipermercato Lidl, alcune persone hanno cercato di non pagare la spesa sostenendo di non avere denaro. Secondo la Cgil un posto di lavoro su tre nell’agricoltura, nell’edilizia e nel settore terziario a Palermo è sommerso, irregolare, in nero o precario. Queste persone, e non solo al Sud, sono travolte dalla crisi del coronavirus.
L’estensione del «reddito» è stata chiesta dai sindaci siciliani (Anci), ma solo con uno stanziamento di risorse temporanee e di emergenza. Per l’Anci Puglia «è indispensabile introdurre con urgenza una o più misure generali che sostengano i soggetti esclusi e prevedere per i prossimi mesi lo stanziamento di risorse aggiuntive in favore dei comuni».
Nella direzione di una rimodulazione del reddito vanno anche i ragionamenti del Forum Disuguaglianze Diversità.
«È necessario ampliare la platea del reddito di cittadinanza aumentando i criteri Isee, ridurre ed eliminare obblighi e condizioni – sostiene Sandro Gobetti del Basic Income Network che ha lanciato una petizione sottoscritta da migliaia di persone – Bisogna andare verso un reddito di base per assicurare ora e per sempre una sicurezza minima a milioni di persone». Nella stessa prospettiva si muove la campagna sul «reddito di quarantena» a cui hanno aderito centinaia di associazioni, tra cui la Rete dei Numeri Pari. «I Cinque Stelle hanno la golden share del governo. Se vogliono estendere il reddito ora, lo facciano in maniera universale e basandolo sugli individui, non più sulle famiglie. E si dovrebbe ragionare sull’accesso gratuito ai servizi per chi è sotto la soglia di povertà» sostiene Luca Dall’Agnol (Adl Cobas).
Fonte: il manifesto del 28 marzo
Emanuela Sciutto dice
Non voglio commentare, voglio solo che i bambini abbiano un ora d aria al giorno!
giuseppe dice
“Aiutiamo chi è e sarà realmente in difficoltà con un reddito di cittadinanza adeguato attingendo finalmente i fondi attraverso un’ equa e coraggiosa patrimoniale da un certo livello in su, così da equilibrare i debiti pubblici e far pagare finalmente evasori, ladri e percettori di redditi enormi senza merito o che hanno accumulato beni mobili e immobili, finanziari e bancari. Sarebbe proprio l‘occasione da cogliere per fare giustizia e magari pensare seriamente agli emarginati, alle partite iva oneste, ai pensionati in povertà, agli studenti privi di mezzi, ai migranti, ai senza tetto (seconde e terze case?). Non tutti i mali, compreso questo terribile di oggi,verrebbero per nuocere completamente ed eviteremo l‘assalto ai forni, e non solo, che si sta pericolosamente prospettando.
Cito dalle Costituzione italiana (che non è di uno stato comunista): “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i LIMITI allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.”