Cittadinanza, Terra, Pace, Casa e Libertà. Moltiplicare la festa della Liberazione e provare a snocciolare le diverse liberazioni di cui avremmo oggi bisogno. Una per ogni giorno, dal 21 al 25 aprile. Questo è la seconda edizione della festa organizzata da Poléis, il Polo Civico Dell’Esquilino a Piazza Vittorio ed in tutto il Rione Esqulino di Roma. L’Esquilino è un vero e proprio mondo-città, scrive Lorenzo Romito, che ricorda anche il viaggio formativo organizzato da Stalker – una realtà al crocevia tra arte, ricerca e formazione – per gli studenti della Kunst Universitat di Linz. Un mondo-città nel cuore di Roma, dove realtà sociali e culturali stanno provando a fare rete e costruire un’azione comune per far fronte alla complessità e alle contraddizione di uno dei luoghi più interessanti che esistono oggi in Italia
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Non siamo neanche a metà percorso, la scommessa è grande: possono gli studenti di una scuola d’arte, peraltro straniera, in un viaggio di formazione a Roma, dare anche solo un piccolo contributo alle lotte sociali ed ambientali per decolonizzare, decarbonizzare e demilitarizzare questa città-mondo?
Grand T.O.U.R. Travel Onto the Unvisibile Rome, viaggio formativo organizzato da Stalker per gli studenti della Kunst Universitat di Linz è un progetto in questa direzione. Nell’individuare il luogo dove offrire questo contributo ha accolto un’altra scommessa quella di un quartiere, l’Esquilino, vero e proprio mondo-città, dove realtà sociali e culturali stanno provando a fare rete e costruire un’azione comune per far fronte alla complessità e alle contraddizione di uno dei luoghi più interessanti che esistono oggi in Italia, dove centralità e marginalità disegnano configurazioni culturali, sociali e spaziali uniche, forme di vita collettiva altamente complesse, che offrono grande resistenza alle banalizzazioni e omologazioni economiche e turistiche che hanno ormai reso un deserto sociale il resto del centro storico.
Una palestra di convivenza che se è vero che ha lasciato molti al tappeto – sicuramente i tanti homeless presenti che la nostra società egoista e indifferente abbandona a se stessi – è altrettanto vero che presenta spontaneamente forme di espressione, dialogo e ibridazione culturali di fatto uniche, essendo uno dei quartieri in cui si parlano più lingue al mondo, così come rare forme di solidarietà, mutuo aiuto e convivenza.
Imperdibili il capodanno cinese come la grande festa panjabi del Nagar Kirtan che quest’anno cadeva il 23 aprile, o la fine del ramadan il 21 di aprile, eventi che abbiamo avuto modo di condividere. Sono attività culturali intessute su un substrato storico archeologico, sociale ed ambientale unico, i giardini di piazza Vittorio, magistralmente restaurati da qualche anno.
Questo tentativo di fare rete si chiama Polo Civico Esquilino e sta cercando di raccogliere le tante associazioni e realtà di impegno civile e sociale di un quartiere che da sempre in prima linea nell’elaborazione di un modello di integrazione sociale e culturale fin dagli anni ‘80 e che oggi si riconosce in realtà come Spin Time/Santa Croce, l’unica occupazione abitativa in centro storico con 27 lingue parlate che ospita, negli spazi di un ex edificio pubblico per uffici, un incredibile numero di realtà sociali e culturali diverse, o come la scuola Di Donato dove da vent’anni l’Associazione Genitori ha tentato di elaborare quelle risposte che la scuola italiana va ancora cercando davanti alla non facile integrazione dei tanti bimbi di madre lingua straniera.
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Nonostante tutte le difficoltà e contraddizioni l’occupazione di Spin Time è un vero e proprio Hub dell’innovazione sociale in città, riconosciuto ormai non solo in Italia, e continuamente attraversato da ricercatori e studenti di università non solo europee, oggetto di studi e di progetti partecipati, una eccezionalità di cui si sta iniziando a render conto anche l’Amministrazione Cittadina che ha stupito tutti dichiarandosi pronta a impedire che tanta complessità e ricchezza venga spazzata via, opponendosi di fatto al perbenismo ignorante e diffuso sempre impregnato di razzismo alimentato dal moralismo becero del giornalismo spazzatura tutto a sostegno della speculazione edilizia e del grande capitale che lo finanzia. Ideologie rozze ma da troppo tempo dominanti che vorrebbero semplicemente cancellare esperienze come questa.
Per fare rete ci si è dati l’anno scorso un primo obiettivo comune, moltiplicare la festa della Liberazione e provare a snocciolare, una al giorno le diverse liberazioni di cui avremmo oggi bisogno:
Abbiamo iniziziato il 21 con la Cittadinanza. In un quartiere come il nostro un cui l’origine non è un problema ma una risorsa, l’assenza di una prospettiva chiara con cui traguardare il raggiungimento della cittadinanza da parte di tanti concittadini di fatto è fonte di oppressione e di abuso per le troppe persone del quartiere che non si trovano con un passaporto italiano già nella culla.
Che alcuni tra i nostri bambini a scuola o tra i nostri vicini di casa non abbiano accesso alla cittadinanza è una cosa incomprensibile e inaccettabile soprattutto se vista dall’Esquilino, è evidentemente una discriminazione, retaggio di una cultura razzista e fascista di cui finalmente liberarsi.
Come Stalker sono ormai anni che celebriamo proprio a Piazza Vittorio la Cittadinanza Planetaria, una prospettiva disegnata sulla storia e sul mito della stessa Roma nata sul colle dell’Asilo (il Campidoglio) dove Romolo radunò gli stranieri invitati a fondare la città, città che che con Caracalla nel 212 dC, unica nella storia umana, dette cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero.
Abbiamo iniziato nel 2018 iscrivendo su un’antica targa di travertino donataci da un esperto marmorato il testo “rinvenuto” da un amico giurista e latinista della Costituzione Antoniniana andata in gran parte perduta. Poi abbiamo chiesto ai tanti passanti di un quartiere che parla più di 140 lingue di tradurre il testo nella propria lingua e di trascriverlo su tavolette di argilla.
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Questa costruzione sociale di un possibile monumento alla Cittadinanza Planetaria è ancora in corso, impegnandoci più nella diffusione dell’idea che nella definizione della sua forma definitiva, un monumento che si continua a fare finché la cittadinanza per tutt* non diverrà realtà.
Quello stesso anno proprio il 21 aprile abbiamo partecipato alle celebrazioni del Natale di Roma trasportando in processione con un complesso argano in bambù la stele in latino dall’Esquilino fino all’area sacra del foro Boario, tra il tempio di Portuno e quello di Ercole dove si tenevano le celebrazioni ufficiali e dove ritualmente abbiamo infranto al suolo la stele della Cittadinanza Planetaria, ancora utopia, per dar vita ad un nuovo cammino europeo, il Cammino della Cittadinanza Planetaria, che dai confini preclusi ai nuovi europei in cerca di libertà e fortuna, Lampedusa, Lesbo, Melilla, Calais, attraversa l’intera Europa per rigenerarla, così come avvenne nell’alto medioevo con i cammini di pellegrinaggio che divennero le infrastrutture sulle quali l’Europa è rinata.
La storia di Europa in questo senso è il divenire realtà di un’utopia attraverso l’esperienza formativa e trasformativa del viaggiare, ovvero del dare e ricevere Ospitalità, ottenere Cittadinanza.
Il viaggiare nel tempo dell’idea di Europa ha prodotto le infrastrutture fisiche e di senso di una rete di città e territori, costellazioni che nelle diverse epoche ne hanno disegnato le geografie. Così, mentre i confini di Europa sono sempre stati incerti e mutevoli, molto più durevoli sono stati gli itinerari dei viaggi con cui Europa ha preso forma e lungo i quali nel tempo si rigenera.
Questi itinerari fondativi sono quelli intrapresi da chi oggi insegue il desiderio di Europa e cerca di accedere e attraversarla per raggiungere familiari, amici, una vita migliore. Sono itinerari lungo i quali di nuovo si vedono emergere reti di solidarietà, forme inedite e spesso clandestine di ospitalità, luoghi di incontro e scambio tra viaggiatori e locali, un sistema emergente che stenta a prendere la forma del possibile futuro costretto dal rifiuto sociale e dalla violenza statale agìta nella incapacità di comprendere e nel tentativo di arrestare questo ciclico e necessario processo di rigenerazione d’Europa.
La violenza dell’Inospitalità, che anch’essa segna i rinnovati itinerari migratori verso e attraverso l’Europa, crea, a fianco ai luoghi dell’incontro e dell’accoglienza, anche luoghi del sacrificio, del conflitto e del rifiuto. Sono tutti questi luoghi assieme che stanno ridisegnando le geografie d’Europa, rinnovandone il genius loci.
Una geografia emergente, di cui si stenta ancora a comprendere il disegno, che viene tessuta da migliaia di atti di rifiuto e di ospitalità. Sono i luoghi e le vicende dolorose ed eroiche di un nuovo popolo in marcia, i nuovi santuari dell’ospitalità e del rifiuto, le piazze dove si reclama Cittadinanza. I luoghi attraverso cui si vanno dispiegando gli itinerari rigenerativi dell’Europa a venire, a partire dai suoi finis terrae: Lampedusa, Lesbo, Samo, Ceuta, Melilla, Calais… In piazza proveremo ad ascoltare i protagonisti di questo cammino, ci conforteremo e confronteremo insieme dopo l’ennesimo martirio a Cutro.
Il 22 è invece la giornata mondiale della Terra che ci riporta alle urgenze ambientali e climatiche saranno, per il Polo Civico, Slow Food ed il Gas Esquilino, Nonna Roma hanno organizzato una tavolata lunga come tutta la piazza per convocare il quartiere a questa riflessione, noi ci metteremo solo a disposizione ci piacerebbe realizzare una tovaglia che trattenga con parole e disegni questo momento di incontro.
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Il 23 è la giornata mondiale del libro, ascolteremo letture di resistenza e lotta, dai quattro angoli del mondo, poi la sera, vigilia della giornata mondiale del multilateralismo e della diplomazia per la Pace, seguendo il lavoro che gli studenti hanno fatto con il collettivo Funduk muoveremo in una dimostrazione artistica ancora, sempre, contro la guerra, ogni guerra. La dimostrazione prevede interventi non verbali, dadaisti e ludici, non è necessario avere esperienza di teatro o performance ma invece serve disponibilità al gioco e un chiaro posizionamento contro la guerra.
Il terzo e ultimo intervento degli studenti sarà presentato il 24 all’interno della giornata dell’Abitare, hanno lavorato molto con Nikolay ed Alessandra (Chto Delat e Free Home University) e con la collaborazione di Mad’O e del collettivo Aracne, per realizzare un grande arazzo a partire da stoffe e canovacci raccolti tra gli abitanti di Spin Time poi cuciti e dipinti per realizzare una Timeline, la Spin-Timeline, ovvero la storia di una delle più grandi battaglie sociali condotte a Roma dal dopoguerra, quella per il diritto all’Abitare di cui Spin Time è erede e tutt’oggi protagonista.
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L’arazzo è stato pensato come stendardo, da esporre con orgoglio sulla facciata del palazzo, simbolo di una lotta di cui essere orgogliosi e che a Spin Time porterà al riconoscimento e alla legittimazione di un luogo incredibile senza il quale è difficile immaginare un futuro desiderabile per questo quartiere e per la nostra Città-Mondo.
Che bello. Grazie.
sono felice di vivere in questo quartiere!
Grazie Lorenzo delle riflessioni e del programma analizzato con il cuore!