Ci sono piccoli comuni che diventano grandi comunità quando la mensa scolastica è “verde” ed è per tutti e quando studenti e sindaco si mettono in viaggio verso Spagna e Nord Africa per occuparsi di infanzia migrante
Samassi è un comune di poco più di cinquemila abitanti situato nel Sud della Sardegna, nella (ex) Provincia del Medio Campidano. In uno dei paesi che ancora oggi le statistiche considerano tra i più poveri d’Italia, il sindaco Enrico Pusceddu, è diventato noto per la sua lettera aperta alla collega di Lodi, Sara Casanova, riguardo al caso dei documenti aggiuntivi richiesti solo ai cittadini stranieri, necessari per poter accedere alla mensa scolastica per i figli a costi ridotti. Era il mese di ottobre dello scorso anno e Enrico Pusceddu, tra l’altro, scriveva:
“Probabilmente il Comune che ho l’onore di amministrare non ha nulla a che vedere con l’economia e con le dinamiche sociali dei ricchi Comuni del Nord Italia e di Lodi in particolare… Tuttavia ci rendiamo disponibili ad attivare qualsiasi iniziativa, anche di natura economica, per supportare il Comune di Lodi nella fornitura dei pasti a tutti i bambini stranieri che avessero difficoltà a produrre le certificazioni da Voi richieste…”.
La vicenda si concluse felicemente grazie anche all’indignazione di tanti (leggi anche La lezione controvento di Lodi di Fabrizio Dacrema) e alla mobilitazione via web. Ma la lettera di Pusceddu va ben oltre la raccolta fondi per riportare tutti alla refezione scolastica: il sindaco invita Sara Casanova a Samassi “per un confronto” e per mostrare ciò che un comune privo di un’economia paragonabile a quella del Nord Italia riesce a fare per l’inclusione di tutti, a cominciare dai bambini di origine migrante, e per i servizi sociali. Infatti, grazie alla collaborazione con l’azienda sanitaria e a diversi produttori locali, il comune di Samassi porta sui tavolini della scuola dell’infanzia cibo buono, sano, a chilometro zero e a costi minori. Lenticchie e la classica pasta sarda, la fregula, ad esempio, sono nel menù quotidiano e nelle scuole si beve soltanto acqua del rubinetto. Il tutto gli è valso nel 2016 una menzione speciale e nel 2017 il premio “Mensa Verde”.
Il comune inoltre investe nelle nuove generazioni finanziando anche progetti mirati a creare consapevolezza sui grandi temi del nostro tempo, organizzando gite adeguatamente preparate durante l’anno scolastico dagli insegnanti delle scuole coinvolte: Auschwitz per parlare di Olocausto, Palermo per ragionare di mafie, nelle valli di Stava e del Vajont per occuparsi di disastri ambientali, a Perugia e Assisi per la Marcia della pace, ma anche a Bruxelles per non rinunciare all’idea di un’Europa profondamente diversa, unita e solidale.
Quest’anno, ad esempio, i ragazzi di Samassi insieme al loro sindaco, sono andati in Spagna e in Nord Africa per il progetto: “Infanzia migrante, viaggio nella frontiera sud dell’Europa”. Il progetto prevede anche il resoconto del viaggio, raccontato alla cittadinanza, da parte degli studenti e delle studentesse e la realizzazione di un video-documentario da distribuire nelle scuole, perché la diffusione delle idee, delle esperienze, dei punti di vista diversi arricchiscono e scacciano le paure.
Insomma, sono molte e assai valide le ragioni per le quali la giunta di Samassi ha aderito da tempo alla Rete dei Comuni dei Solidali.
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