Per la verità, il giorno di settembre cerchiato in rosso sul calendario dei Fridays for Future, anche in Italia, non è il fatidico 25 elettorale ma il 23, quello dello sciopero globale per il clima che chiama a gridare, nelle strade e nelle piazze di tutto il mondo, che le persone vengono prima dei profitti. Detto questo, le ragazze e i ragazzi dei Venerdì del futuro non hanno voluto sottrarsi alla domanda di chi chiede loro cosa vogliano dalla politica. Ben consapevoli che questo è il tempo delle strumentalizzazioni per eccellenza, non parlano in modo particolare alle forze politiche ma soprattutto agli elettori spesso indecisi o determinati ad astenersi, perché chiamati solo a porre una crocetta, senza aver avuto alcuna voce in capitolo sulle proposte dei partiti tra cui devono scegliere. Questa la loro Agenda per affrontare la crisi climatica e sociale. Da ora

Tutte le principali forze politiche hanno reso pubblico il proprio programma, e la maggior parte ha scelto di inserire al suo interno anche misure riguardanti il cambiamento climatico, talvolta addirittura citando “l’ambiente” tra le proprie priorità.
Tuttavia, gli impegni climatici presenti nei programmi elettorali sono molto spesso generici, insufficienti rispetto agli obiettivi delineati dalla comunità scientifica, se non addirittura dannosi e retrogradi. La mancanza di un piano complessivo in cui gli interventi si inseriscano è pressoché evidente. Più che puntare ad affrontare una minaccia planetaria, l’impressione è che i partiti stiano solo cercando di accaparrarsi il favore di quegli elettori preoccupati che, come noi, chiedono azioni per contrastare il collasso climatico ed ecosistemico.
“Il piano che abbiamo scritto è la risposta a chi ci chiede cosa vogliamo dalla politica, e a chi si chiede se i partiti facciano sul serio. Sono 5 temi di cui la politica non può non parlare, 10 richieste che non possono mancare – a prescindere dal colore politico – in un programma che pretenda di affrontare la crisi climatica e di aiutare le categorie più svantaggiate”, afferma Mathias Mancin, portavoce di Fridays for Future Italia.

I temi hanno come filo conduttore la partecipazione e la rappresentanza – due valori sacrificati in questa campagna elettorale lampo, con le esigenze delle fasce più in difficoltà a causa della crisi energetica sostanzialmente ignorate da ogni parte politica, e gli elettori spesso indecisi o determinati ad astenersi, perché chiamati solo a porre una crocetta, senza aver avuto alcuna voce in capitolo sulle proposte dei partiti tra cui devono scegliere.
Partendo dall’energia, c’è la proposta di istituire una comunità energetica rinnovabile per ogni comune italiano, una misura che da sola coprirebbe la metà dei nostri consumi elettrici, abbatterebbe il prezzo delle bollette e coinvolgerebbe direttamente i cittadini nella produzione della propria energia. Si parla poi di trasporti pubblici gratuiti e investimenti sulla rete ferroviaria italiana, una misura necessaria per rendere gli spostamenti accessibili a tutti, nonostante l’aumento del prezzo dei carburanti.
E ancora, si va dall’efficientamento energetico di scuole e case popolari, sempre con l’obiettivo di ridurre consumi, emissioni e bollette, alla riduzione dell’orario di lavoro – mantenendo invariati gli stipendi -, per liberare tempo nella vita delle persone, abbattere la disoccupazione e prepararci ad una società in cui produrre meno non vuol dire lasciare qualcuno per strada; fino alla rimunicipalizzazione dell’acqua e all’uso degli utili per riparare le drammatiche perdite della nostra rete idrica, mitigando così i danni che la siccità può infliggere agli agricoltori e ai cittadini
Ogni singola misura presenta le necessarie coperture finanziarie, a dimostrazione che la volontà politica, non la mancanza di denaro, è la principale causa dell’inazione climatica.
Agnese Casadei, portavoce di Fridays for future Italia, dichiara: “I partiti pretendono il nostro voto, ma non ascoltano la nostra voce. Non siamo disposti a scegliere tra pacchetti di proposte già pronti che qualcuno ha messo insieme per noi. Vogliamo partecipare a costruire quelle proposte, perché così funziona una democrazia. Come noi, milioni di italiane e di italiani rimangono inascoltati, di volta in volta ignorati o rabboniti con proposte di facciata. Le misure che lanciamo oggi vanno incontro alle esigenze di quelle persone e, assieme, pongono le basi per una vera partecipazione democratica. Sono proposte minime, ma irrinunciabili per chi si proponga di costruire l’Italia del futuro”.
Vi prego, andate avanti, siate “cattivi” (non violenti), forse sono un illuso, ma ho la sensazione che molti di più di quelli che pensate, giovani e adulti, siano con voi e sperino in voi.
La nostra generazione ha fatto disastri. Purtroppo siamo ancora numericamente superiori e molti votano per difendere i propri privilegi piuttosto che pensare a figli e nipoti. Fatevi sentire. Grazie
Le CE”R” così come sono legiferate attulmente sono un pò troppo arzigogolate ed “” individualiste “”,secondo me,che son già un pò di anni che mi appassiono alla generazione diffusa del EE,SAREBBE MOLTO PIù SEMPLICE se il guadagno/risparmio ottenuto dalle CE”R” prodotto fosse finalizzato a qualche opera decisa dalle persone “attraverso” le assemble delle Comunità.Molto più semplice e NON bizantina la gestione degli introiti,molti meno dispositivi di controllo individuali materiali e digitali necessari…molta meno burocrazia…Ps “R” lo virgoletto perchè e vero che queste FE”R”ci vengono fornite quasi costantemente dalla Natura ma non ritengo sia corretto definirle Rinnovabili perchè ciò mentalmente/psicologicamente ci induce ad abusare di loro…e lo dico perchè avendo uno/due Fv a casa spesso con il sole “acceso”mi scordo di far attenzione a qualche “lampadina” di troppo.